Marano, la piaga dell’abusivismo edilizio e commerciale. Il confronto tra l’ex consigliere Romani e il direttore di Terranostranews

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Egregio direttore, come sempre le sollecitazioni che genera il vostro lavoro offrono importanti elementi di riflessione oltre che operatività politica ed amministrativa. Il fenomeno dell’abusivismo, sia esso edilizio o commerciale, è senz’altro una piaga per la nostra comunità. Abusivismo significa elusione delle leggi, danni erariali, abuso del territorio, concorrenza sleale, carenze infrastrutturali. In poche parole significa sopraffazione degli interessi collettivi. Ho seguito le vicende da voi raccontate e chiaramente mi associo al coro del “facciamo rispettare le regole”. Come dicevo però queste vicende devono farci riflettere. Fin quando tutto ciò non verrà affrontato con serietà, cognizione di causa, programmazione, coerenza e credibilità troppi nostri concittadini vedranno queste vicende, culminate con sequestri e chiusure delle attività, come fumo negli occhi se non addirittura come cattiverie da parte delle istituzioni.

Conosco personalmente alcuni degli imprenditori “vittime” di tali azioni e chiaramente volendo vedere la questione dal lato umano posso riscontrare in alcuni casi buona fede riguardo ad alcuni “errori” procedurali, così come ne riconosco le oggettive difficoltà nell’operare nel settore commerciale, in questo periodo storico/sociale, con le nostre città ancora nel vortice della crisi economica esplosa ormai 11 anni fa, in un territorio come il nostro, complici decenni di cattive gestioni amministrative, criminalità organizzata e disinteresse per la collettività. Naturalmente lo sforzo nel guardare tali vicende dal punto di vista umano non intacca la convinzione che il rispetto delle regole, rafforzato da una responsabile e competente elaborazione di norme giuste ed adeguate, debba essere un faro da seguire senza se e senza ma. Ritengo necessario per la nostra comunità che la prossima amministrazione affronti questo fenomeno ed elabori un piano operativo volto alla risoluzione definitiva di questo problema.

Riguardo all’abusivismo edilizio è necessario un primo momento di studio e conoscenza della realtà attuale, mettendo in moto tutti gli strumenti per elaborare finalmente un nuovo piano regolatore che abbia la forza di guardare agli interessi della collettività e non a quelli dei privati, difendendo il verde pubblico, le aree agricole e comunque tutte le aree sopravvissute alla cementificazione. Qualora ci siano ancora casi di abusi “regolarizzabili” e che non intaccano il bene pubblico si potrebbe predisporre un piano rigido, nelle regole e nei tempi, affinchè i diritti acquisiti dai cittadini a seguito degli ahimè numerosi condoni vengano una volta per tutte portati a completamento.

Nel caso invece di abusi insanabili o in contrasto con gli interessi collettivi bisognerà predisporre tutte le misure necessarie affinché tali strutture siano demolite o acquisite al patrimonio pubblico qualora utili allo stesso. Naturalmente difendere le aree agricole, spazi pubblici o le aree non cementificate non servirà a molto se le stesse non verranno anch’esse gestite e controllate come ci si aspetta da una società civile come dovrebbe essere la nostra. Stesso vale per l’abusivismo commerciale, dove urge un piano commerciale comunale. Se esistono diritti acquisiti e compatibilità con gli interessi collettivi bisognerà attivare tutte le procedure utili alla regolarizzazione. Nel caso contrario bisognerà anche lì provvedere all’abbattimento o all’acquisizione pubblica.

Non a caso in questi giorno siamo impegnati nella battaglia contro l’apertura di un distributore di carburanti a via Lazio. Anche in questo caso la riflessione è politica e sociale e nulla si ha contro gli imprenditori interessati. All’idea di nuovo cemento, aumento del traffico e dello smog e distruzione dell’ultimo fazzoletto di terra ancora coltivata in quella zona contrapponiamo l’idea di valorizzazione delle produzioni agricole, la tutela della salute degli abitanti della zona, la realizzazione di aree pubbliche attrezzate, la conquista di angoli di natura e socialità. In entrambe i casi, edilizia e commercio, servirà volontà politica, capacità organizzativa, riorganizzazione degli uffici comunali preposti, una buona programmazione ed un adeguato rafforzamento dei servizi di controllo sia del territorio che del regolare svolgimento delle varie procedure. Se dopo anni ed anni di “tolleranza”, se non addirittura di “complicità” , sia collettiva che individuale, rispetto a questo fenomeno, solo pochi vengono puniti, magari perché oggetto di interesse giornalistico, di qualche cittadino meritevole che denuncia o semplicemente perché paradossalmente non “protetti” rispetto ad altri, è chiaro che chi subisce tali punizioni le vivrà come frutto di cattiveria e malafede.

Se qualcuno ha sbagliato ed è nella possibilità di riparare ai propri errori ben venga, se qualcuno ha sbagliato in maniera irreparabile paghi per i propri errori, ma fin quando mancherà l’interesse amministrativo nel risolvere tali problematiche non potremo parlare di giustizia ma piuttosto di “lotteria della pena”.

In fondo è come per tutti gli altri aspetti cittadini che necessitano di una forte capacità di controllo e risoluzione da parte delle istituzioni comunali. Se per anni i cittadini , abituati a sostare indebitamente le automobili lungo una certa strada, all’improvviso vedono attribuirsi verbali puramente occasionali, non ripetuti poi nel tempo, e quindi non quale strumento di un programma atto a migliorare la viabilità ed a educare la comunità, non capiranno la legittimità dell’operato degli operatori preposti e vedranno le loro azioni come insensate e “cattive”. In Italia molte sanzione e provvedimenti svolgono un ruolo principalmente deterrente, ideate in un contesto di educazione, di accompagnamento istituzionale, di prevenzione e di controllo. Se manca tutto il resto ma si applicano solo le sanzioni non si può dire che le cose vanno bene. Naturalmente al lavoro indicato di pianificazione ed organizzazione da parte della futura amministrazione bisognerà affiancare un profondo lavoro di sensibilizzazione pubblica sul tema dell’abusivismo, compito certamente non facile, visto che in tanti avranno piccoli “interessi” da difendere e ancor più tanti restano indifferenti a tali tematiche.

Mario Romani, Potere al Popolo

Caro Romani, il contenuto della sua lettera è condivisibile per tanti aspetti, ma mi preme ricordarle – non solo per quel che concerne gli ultimi casi da noi evidenziati e denunciati – che a Marano si è tollerato per decenni e che molti esercenti o costruttori non erano e non sono solo “poveri cristi” o povere vittime di un sistema che oggi colpisce un po’ a casaccio. Ci sono anche tanti furbetti, caro Romani, che non hanno voluto – pur avendone avuta l’opportunità – mettersi in regola e che, come lei giustamente osserva, creano danni o problemi non solo in termini di abuso del territorio ma anche ai loro stessi colleghi. Il Comune ha chiuso più di un occhio, anche di recente, e ogni volta, per arrivare alla conclusione dei procedimenti amministrativi (ordinanze di chiusura o di demolizione), sono dovuti trascorrere mesi, anni, sollecitazioni e polemiche interne a non finire. Marano ha bisogno di voltare pagina anche su questo aspetto. La legalità è un valore e le regole devono essere rispettate da tutti. Per invertire il trend, è evidente che l’azione dell’ente comunale e dei vigili preposti a tali attività di controllo deve essere di gran lunga più incisiva, proprio per non dare la sensazione che si facciano preferenze di sorta. Noi lo sollecitiamo da tempo, ma purtroppo – a parte il suo intervento – non abbiamo riscontrato finora la dovuta attenzione da parte delle forze politiche che si candidano a gestire le sorti della città. Sui casi relativi ad alcune occupazione di suolo pubblico o di certi gazebo commerciali nessuno – a parte lo scrivente e il giornale che dirige – ha avuto il coraggio di pronunciarsi. Non lo ha fatto la sinistra, non lo ha fatto il M5S e non lo ha fatto la Lega. Peccato, hanno perso tutti una grande occasione.

Fernando Bocchetti

direttore Terranostranews

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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