Referendum in Catalogna, la repressione di Madrid cresce con il passar delle ore

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Difenderanno i seggi elettorali anche con i trattori. A 24 ore dal referendum per l’indipendenza indetto dalla Catalogna è scontro tra Barcellona e Madrid. All’appello del principale sindacato agricolo catalano oltre 2mila trattori (400 solo nel centro di Barcellona) si sono riversati oggi sulle strade della regione in difesa del voto considerato “illegale” dal governo spagnolo. L’obiettivo è quello di occupare i 2.315 collegi elettorali in cui è prevista la consultazione di domenica e ostacolare l’intervento delle forze di polizia. All’appello delle due grandi organizzazioni indipendentiste della società civile catalana, Anc e Omnium, gruppi di elettori si stanno recando ai seggi per cominciare l’occupazione da questa notte ed evitare che questi vengano chiusi dalle forze dell’ordine. Nel frattempo la casa reale ha fatto sapere che re Felipe VI non prevede atti pubblici ufficiali per la prossima settimana. Tenere l’agenda libera agevolerà i possibili interventi del re in base agli sviluppi della crisi.

Intanto in serata migliaia di persone di persone – 80mila secondo gli organizzatori – hanno assistito in un mare di bandiere indipendentiste al comizio finale della campagna per il ‘sì’ al referendum di indipendenza catalano di domenica, con il presidente Carles Puigdemont e il vicepresidente Oriol Junqueras. Prima del comizio il ‘Govern’ ha reso noto che Puigdemont voterà domenica mattina alle 9.30 nel collegio di Sant Julià de Ramis, a Girona, la città di cui è stato sindaco fino a due anni fa, quando è stato eletto presidente della Catalogna.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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