Marano, commissari, dirigenti e sovraordinati: ecco le pagelle di chi guida il Comune

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E’ tempo di pagelle non solo per calciatori, arbitri ma anche (10 mesi è un periodo sufficiente) per coloro che guidano, anche se con incarichi differenti, il Comune di Marano. Il bilancio, come già scritto qualche settimana fa, è a tinte piuttosto fosche. Ma analizziamo, nel dettaglio, l’operato dei componenti della triade commissariale e dei sovraordinati o dirigenti neo arrivati, tenendo però presente che questi ultimi si sono insediati con qualche mese di ritardo rispetto ai commissari.

Antonio Reppucci, prefetto. Era arrivato al Comune, lo scorso gennaio, promettendo il ripristino della legalità laddove il concetto e le condizioni di legalità erano venute meno. Buoni propositi arenatisi col passare delle settimane. Reppucci si è mostrato collaborativo su certi aspetti, aperto al dialogo, ma poco decisionista. Molte scelte si sono rivelate sballate: dal turn over dei dipendenti al capannone di via Vallesana, dalla mancata attivazione dei procedimenti disciplinari (solo Veccia e De Biase sono stati puniti) alle titubanze mostrate sul rispetto delle ordinanze da lui stesso firmate. Voto 4,5.

Francesco Greco, commissario straordinario. E’ l’opposto di Reppucci: decisionista, pragmatico e senza fronzoli. Ha il merito di aver affrontato con piglio lo scandalo degli evasori dei canoni idrici e la questione dell’igiene urbana. E’ responsabile, però, di aver scelto o avallato l’arrivo di alcuni funzionari che si sono rivelati, almeno finora, non il massimo per una città come Marano. L’impegno c’è, ma potrebbe e dovrebbe imporsi maggiormente anche su altre questioni e farsi sentire con forza con alcuni sovraordinati da lui voluti. Voto 6-.

Ludovica De Caro, viceprefetto. Discorso già fatto in passato. Di lei non si hanno tracce, non si sa cosa approvi e su cosa sia in disaccordo con gli altri membri. Si è negata ai giornalisti e, almeno da quanto ne sappiamo, non si è mai mossa affinché fosse fatta chiarezza, con istruttorie interne, sugli scandali emersi nelle ultime settimane. Da un vice prefetto chiamato a vigilare anche sugli atti amministrativi ci aspettavamo francamente qualcosa in più. Voto 4.

Francesco Pepe, sovraordinato. Ce la mette tutta il buon Pepe, ma a Marano opera (ragioni contrattuali) solo per due giorni alla settimana, troppo poco per sovraintendere l’ufficio urbanistica, le attività produttive, il patrimonio di un ente con un mare di problemi. Qualche atto, forse per inesperienza o perché mal consigliato da qualche tecnico, lo ha sbagliato anche lui. Pesa la vicenda del supermercato e dell’ordinanza non fatta rispettare. Anche la storia della Cerasalla non fu gestita al meglio. E’ competente Pepe, ma deve fare di più e meglio e, soprattutto, fidarsi meno di qualche collaboratore. Voto 5.

Luigi De Simone, sovraordinato. Era stato chiamato a Marano per mettere ordine nel comparto dei vigili urbani. Era stato individuato per dare una scossa al comparto, invece De Simone è stato fin da subito uno strenuo difensore dello status quo. Immobile dinanzi a certi errori macroscopici, sordo quando si è trattato di agire con speditezza. Alcuni casi hanno sollevato un vespaio di polemiche. Finora non è parso all’altezza del compito. Voto 3,5.

Iolanda Di Zuzio, sovraordinato. Diligente, cordiale, sempre affabile nei modi. Si occupa prevalentemente di questi finanziarie, in particolare relative ai canoni idrici. Ce la mette tutta, ma non è un certo un sovraordinato che incute terrore. Cerca di spuntarla con la diplomazia, ma in certi contesti (Ragioneria e tributi) occorrerebbe talvolta anche un po’ di sana cazzimma e un po’ di bastone. Voto 6-.

Giuseppe Bonino, dirigente. E’ preparato Bonino e ha anche le idee abbastanza chiare. Sembrava uno dei migliori acquisti dell’Ente nell’ultimo periodo, poi si è anche lui adeguato un po’ al sistema maranese. Ha la delega al personale e sul personale ha commesso gli errori più gravi. Il turn over, non voluto da lui, si è rivelato un flop di dimensioni bibliche. Anziché tenere la barra dritta, Bonino si è afflosciato come un grissino e, a quanto pare, per ragion di Stato. Le potenzialità ci sono, ma deve essere meno “democristiano”, anche sul fronte della caccia agli evasori. Voto 5,5.

Pasquale di Pace, dirigente. La nomina a dirigente dell’area lavori pubblici ha destato non poche perplessità. La procedura, secondo molti addetti ai lavori, non sarebbe stata eseguita nel rispetto delle normative vigenti. Al Comune, stando al bando emanato dall’ente, doveva occuparsi di specifiche funzioni, ora invece è diventato un dirigente di area. Si occupa anche di igiene urbana. E’ entrato subito in sintonia con molti tecnici e con qualche dipendente in odore di poteri forti. Sarà un bene? Voto. Non giudicabile al momento.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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