Il check-up alla salute mondiale: ecco come stanno gli italiani

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Fa il check-up della salute mondiale: è il rapporto Global Burden of Diseases, Injuries and Risk Factors Study, in sigla GBD. Trecentosessantuno pagine, appena pubblicate sulla rivista Lancet, zeppe di dati che riguardano le malattie per cui si muore di più nei diversi Paesi o quelle che non sono mortali, ma compromettono la qualità della vita, i fattori di rischio di malattia e le probabilità di sopravvivenza. E che distinguono poi fra uomini e donne, fra persone di differenti età e di differenti contesti sociali.

2500 ricercatori di 130 Paesi

Uno studio, cominciato nel 1991, che produce regolari rapporti, ora annuali, e che coinvolge 2500 ricercatori di più di 130 Paesi. Una sorta di Bibbia per chi deve fare scelte di sanità pubblica (l’hanno consultata 156 Governi di altrettanti Paesi: basti dire che i vari rapporti sono stati citati più di 700 mila volte, secondo Google Scholar, un motore di ricerca che “trova” testi della cosiddetta letteratura accademica).  Impossibile riassumere grafici e tabelle: ci limitiamo a qualche dato generale e ci focalizziamo sullo stato di salute della popolazione italiana.

Muoiono meno bambini

Secondo il rapporto per il 2016, per la prima volta nella storia moderna, nel mondo le morti di bambini al di sotto dei cinque anni sono state meno di 5 milioni (erano 11 milioni nel 1990) grazie a una maggiore educazione delle madri, all’aumento del reddito in molti Paesi, all’incremento dei programmi di vaccinazione, alla potabilizzazione delle acque e al miglioramento dei servizi igienici.  «Ridurre le morti è fondamentale ed è un obiettivo importante – ha commentato Christopher Murray, direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation all’Università di Washington a Seattle che coordina il rapporto – Ma altrettanto importante è combattere certi fattori che causano malattia. Esiste una triade di situazioni che costituiscono un grande ostacolo al mantenimento di un buono stato di salute e sono: l’obesità, i conflitti e le malattie mentali, incluso l’abuso di sostanze».

La triade che preoccupa

Uno dei fattori di rischio più allarmanti è costituito dall’eccesso di peso corporeo. Il numero di malattie legate a questa condizione è in rapido aumento e si osserva a tutti i livelli sociodemografici. L’obesità è al quarto posto fra i fattori che fanno perdere anni di vita, dopo l’ipertensione arteriosa, il fumo e il diabete. Il secondo elemento riguarda i conflitti e il terrorismo: le morti dovute a queste due cause sono più che raddoppiate nell’ultimo decennio, ma non bisogna dimenticare anche le conseguenze a lungo termine sulla salute fisica e mentale. Anche le malattie mentali e l’abuso di sostanze rappresentano un importante elemento che compromette la salute a qualsiasi livello socio-economico e anche nei Paesi più ricchi.

L’emergenza diabete

Dallo studio emergono, poi, altri dati. Uno è che le malattie non trasmissibili (cioè quelle non infettive, che vengono anche definite come cronico-degenerative) sono oggi responsabili del 72 per cento di tutte le morti nel mondo, mentre lo erano soltanto nel 58 per cento nel 1990 (il diabete, per esempio, negli ultimi dieci anni è salito dal 17° al nono posto come causa di morte nei Paesi a basso e medio reddito). L’altro è che il tabacco è causa di 7,1 milioni di morti e in più di 100 Paesi è fra i principali fattori di perdita di anni di vita. Infine, le principali cause di morti premature in tutto il mondo includono: malattie ischemiche di cuore, ictus, infezioni delle basse vie respiratorie, diarrea e incidenti stradali.

Nel nostro Paese

E veniamo adesso alla situazione italiana.  «Gli italiani hanno guadagnato molto in salute negli ultimi 25 anni – commenta Francesco Violante, professore di Medicina Occupazionale all’Università di Bologna e co-autore dello studio – Gli uomini possono sperare di vivere fino a 80 anni e le donne fino a 85, con più di 70 anni vissuti in buona salute. Ma disturbi come l’Alzheimer, dolori lombari e cervicali stanno minando sempre più la salute degli italiani. E ci dobbiamo preoccupare». Più precisamente, un italiano di sesso maschile, nato nel 2016, ha una speranza di vita di 79,9 anni (con un aumento di 1,7 anni nell’ultima decade), speranza che arriva a 84,6 anni per le donne. Sempre i nati nel 2016 possono sperare di godere di buona salute fino a 70,1 anni, se maschi, fino a 72,9 anni se femmine. In questo l’Italia supera il Portogallo, la Grecia e la Germania, ma si ritrova dietro Svizzera e Spagna. E, infine, dice il rapporto, le cinque cause di morte prematura in Italia sono rappresentate dalle malattie cardiovascolari, Alzheimer, cancro al polmone, ictus e cancro colon-rettale. Altri, invece, i motivi che provocano disabilità e i più importanti sono: i dolori alla colonna vertebrale, le emicranie e la perdita di udito.

Il Corriere

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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