Marano, il cattivo maestro ossessionato da Terranostranews. Offese, insulti pur di intimidirci e non farci scrivere sugli anni bui della città e di quando era al governo

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Non passa un solo giorno che il signor Mauro Bertini, sindaco dal 1993 al 2006, non parli di noi. Siamo ormai diventati il suo unico incubo. Ancor più del procedimento per corruzione che pende sulla sua testa (e delle numerose querele a suo carico) nell’ambito del procedimento sull’area industriale. Ne dice di tutti i colori, sparando menzogne a raffica come nel suo stile abituale – nel tentativo di farci crollare sotto il profilo psicologico – e sciorinando l’arma delle querele (evidentemente ha ben poche argomentazioni) ogni santo giorno. Ingiurie, parole diffamanti alle quali abbiano risposto, con appositi atti, nelle sedi giudiziarie opportune.

Fiduciosi nella magistratura, andiamo avanti per la nostra strada, con l’obiettivo di raccontare ai cittadini, soprattutto quelli di Marano, anche a quelli che si voltano dall’altro lato, i fatti più scabrosi dal punto di vista amministrativo che hanno riguardato la nostra città. Molti di questi si sono verificati proprio nel corso delle consiliature targate Bertini. Dal 1993 al 2006. Li abbiamo raccontati in tutte le salse. Dall’acquisto di palazzo Merolla, acquistato dal Comune da una ditta gestita da uomini legati ai palazzinari (condannati in primo grado) di Marano e ristrutturato da una azienda gestita da uomini dei Casalesi, da tempo in carcere. Poi ci siamo soffermati sull’affare cimitero, realizzato dalla medesima ditta confiscata dallo Stato poiché ritenuta di fatto riconducibile ai Casalesi. E abbiamo scritto (e tanto) del Pip, di quell’area industriale che, secondo la Dda, fu frutto di un disegno tra i Polverino, i Cesaro e politici e tecnici di Marano e non solo. Ma siamo andati anche oltre, ricordando della Dia (dichiarazione inizio attività) che autorizzava l’abbattimento di una splendida masseria, il Galeota, e la costruzione di un complesso immobiliare che il Comune ha certificato come essere abusivo. Operazione gestita da palazzinari oggetto di indagine per associazione mafiosa.

Ma c’è ancora dell’altro, tantissimo altro. Il dottor Santelia, anno del Signore 2001, procedeva – il 25 maggio del 2001 – a due giorni dal ballottaggio che si tenne in quello stesso anno e che vedeva contrapposti Mauro Bertini e Peppe Spinosa, una concessione edilizia ad un vigile urbano di Marano. Quel palazzo fu realizzato dalla Sime Costruzioni, società confiscata dallo Stato Italiano perché gestita da imprenditori di camorra. Due giorni dopo, Bertini, in netto svantaggio su Spinosa al primo turno, vinse le elezioni.

E ancora: il tecnico Santelia, uno che aveva collaborato con Bertini anche nella comunità artigiana, fondata dall’ex sindaco rosso, poi fallita, prepara gli atti per la realizzazione della mega lottizzazione C14. Mega lottizzazione edilizia (580 e passa case) da realizzare alle spalle del cimitero (tecnico dei privati era Oliviero Giannella, oggi in carcere per associazione mafiosa). Di chi erano quei terreni? Della Marlin Costruzione, società nell’orbita Simeoli (Angelo) anch’essa sequestrata dai magistrati.

Quanto alla storia della Barilla, interessata all’area Pip, dovremmo dire al signor Bertini di parlarne con qualche suo vecchio consigliere ed assessore. Loro ricordano perfettamente che il Comune rispose picche alla Barilla. Al suo posto arrivò la Cesaro costruzioni. In quel periodo, grazie ad un escamotage (ne parla persino il super boss Peppe Polverino), il Comune, con una mossa dall’interno, fece fuori la società Giustino, leader a quel tempo (2004-2005) per la realizzazione dei complessi industriali. Chi era il capo dell’ufficio tecnico comunale? Armando Santelia. Chi era il sindaco? Naturalmente Mauro Bertini. Potremmo aggiungere tanto altro, potremmo scrivere un romanzo anche sui suoi frequenti incontri con il palazzinaro in odor di camorra Angelo Simeoli (incontri che avvenivano in un bar di San Rocco), sulla palazzina di via Casalanno, sul Giardino dei ciliegi, sulla sanatoria concessa agli imprenditori Iorio e Sarracino (quest’ultimo era consigliere nel 1991 quando l’ente fu sciolto per camorra) per i locali di via Falcone, poi divenuti – sotto la gestione Bertini – sede dell’ufficio tecnico comunale per la modifica cifra (data ai privati) di 7-8 mila euro al mese e forse anche di più. Sono eventi sufficienti per poter affermare che Mauro Bertini ha favorito la camorra nei suoi anni di governo o quanto meno i poteri forti di Marano? E’ una risposta che devono dare i magistrati, che da tempo indagano su di lui. Noi ci limitiamo a dire che dal punto di vista politico, non ve ne è dubbio alcuno, quelle vicende fanno gridare allo scandalo.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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