Il caso Teknoeservice. Atti “anomali” a Marano, Giugliano e Mugnano. Il punto sulle indagini

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Richieste economiche rimaste inevase o pressioni non andate a buon fine per far assumere lavoratori nei cantieri. Seguono essenzialmente queste due piste gli investigatori che indagano sul raid incendiario ai danni di un automezzo della società Teknoservice, dato alle fiamme qualche giorno fa in via Adda, in una zona coperta da un sistema di videosorveglianza non funzionante. Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora è alquanto evidente che la ditta, con sede a Torino, spesso finita nel mirino della critica per la gestione di alcune piazze (soprattutto Marano), concessionaria degli appalti per la rimozione dei rifiuti nei comuni di Marano, Mugnano e Giugliano, non è gradita a qualche potere forte o criminale. Sono tanti, troppi gli episodi “strani” legati, da qualche tempo, al nome dell’azienda piemontese. E se tre indizi fanno una prova, allora il dato che si può trarre da questa storia è alquanto chiaro.

Prima del “caso” Marano, infatti, un gruppo di uomini, tutti armati di mazze da baseball, minacciò alcuni operatori ecologici in servizio a Mugnano: netturbini cooptati dal cantiere di Giugliano e chiamati a sostituire gli operatori locali in stato di agitazione. Qualcuno intimò loro di non immischiarsi in quella vicenda, fatta di rivendicazioni economiche, buoni pasto e tanto altro. I toni non erano certo pacati, tanto che uno degli operai denunciò l’accaduto ai militari dell’Arma di Mugnano. A dicembre, invece, altri malviventi agirono in quel di Giugliano: due uomini, sempre armati, rubarono un autocompattatore della ditta e fecero perdere le proprie tracce. I tre episodi non sono legati tra loro, ma sono il segno di un diffuso malcontento. In mezzo a questi episodi, i più eclatanti, non bisogna dimenticare le proteste e il disappunto per la politica aziendale adottata da Teknoservice, che a quanto pare non sarebbe proprio di “manica larga” e che da tempo ha spostato a Giugliano la totalità dei mezzi e degli uomini, anche quelli operanti a Marano. L’azienda resisterà? Andrà avanti incurante delle pressioni, delle proteste (legittime quelle dei cittadini almeno sul fronte dello spazzamento) e degli atti criminali o getterà la spugna? E’ questo uno dei tanti interrogativi che accompagnano la vicenda.

 

 

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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