Marano, quando la verità fa male. Bertini vuole querelarci per gli articoli sulle oscure vicende degli ultimi 20 anni. Un vecchio trucco del “Satrapo”. Ma noi non ci fermeremo, abbiamo raccontato fatti inoppugnabili e andremo avanti

0
568 Visite

Le intimidazioni non ci hanno mai fatto paura. Anzi, ci spingono a fare sempre di più e meglio, nel nome della verità e del diritto di cronaca. Non ci siamo spaventati dinanzi alle minacce o offese di qualche abusivo, né tanto meno ci hanno fatto effetto certi gesti o frasi pronunciate in strada da camorristi o gente di cattivo affare.

Figuriamoci, quindi, se possono turbarci le minacce di querela di tal Mauro Bertini da Gambassi (uno che ci ha insultato a più riprese in questi anni), amplificate come sempre a mezzo stampa (da un piccolo blog di paese, in realtà) come si trattasse dello scoppio della terza guerra mondiale, con pseudo articoli a firma del solito personaggio, da anni invidioso del nostro lavoro e della nostra testata, che ormai ha assurto al ruolo di capo ufficio stampa del “Satrapo” dell’Altra Marano.

I fatti (i fatti) narrati negli ultimi articoli pubblicati da Terranostranews, quelli invisi all’ex sindaco che minaccia querele attraverso avvocati e organi compiacenti, sono inoppugnabili. Bertini, però, è allergico ai dati, ai numeri, ai fatti e alla verità storica.

Negli ultimi articoli abbiamo scritto cose di una linearità impressionante. Li riepiloghiamo, a beneficio di coloro che si fossero persi qualche puntata.

L’amministrazione Bertini (anni 2000-2001) ha acquistato un palazzo, palazzo Merolla (alla modica cifra di 1 miliardo e 200 milioni) da una ditta il cui titolare è stato condannato di recente in un processo di camorra. La ditta di fatto – come rilevato dai magistrati di Napoli – era nelle disponibilità della famiglia Simeoli, i cui esponenti sono da tre anni in carcere con l’accusa di associazione mafiosa.

I lavori per il restyling del palazzo furono affidati, invece, a una ditta oggi di proprietà dello Stato Italiano. I titolari di quella azienda, con sentenza di primo grado, sono ritenuti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere legati al clan dei Casalesi. Questo abbiamo scritto. Fatti. La pura verità. Che l’amministrazione dell’epoca sapesse o meno chi si nascondesse dietro quelle ditte, poco importa. La verità giudiziaria è di competenza dei giudici; noi ci siamo limitati all’esposizione dei fatti e a raccontarli con dovizia di particolari.

Abbiamo inoltre intervistato un ex candidato sindaco, Giuseppe Spinosa, che di sua iniziativa ha dichiarato che gli ambienti affaristici e malavitosi appoggiarono, al ballottaggio del 2001, la coalizione Bertini e non lui. Sue dichiarazioni, insomma, che abbia trascritto fedelmente. Abbiamo anche obiettato a Spinosa che all’epoca i giudici indagarono su di lui e non su Bertini. Inoltre, sempre con lo stesso articolo, abbiamo chiarito che il Tar rimise in piedi quella giunta. Il nostro dovere di cronisti, dunque, lo abbiamo fatto in pieno.

Abbiamo infine parlato degli abusi edilizi perpetrati dai privati durante la gestione Bertini. Vicende esaminate dalla commissione d’accesso agli atti che, nel 2004, indagò sulla giunta dell’ex sindaco di Rifondazione. Anche in questo caso abbiamo fornito ai lettori, che meritano di sapere tutto, alcuni passaggi di una relazione che portò allo scioglimento di quel civico consesso. Dati di fatto anche questi, come gli abusi edilizi, tuttora ben visibili sul territorio.

Bertini attacca con argomenti sterili. Attacca, come suo solito, per tentare di zittirci e mischiare le carte, confondere le idee. Ma ormai le idee sono a chiare a tutti. Tranne a uno: il suo capo ufficio stampa…

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti