Il governo non c’è ancora, ma è già partito il toto-ministri: fuori Giannini, Poletti, Boschi e Lorenzin?

0
507 Visite

Un governo fotocopia, ma neanche troppo. Fuori Stefania Giannini, a forte rischio Giuliano Poletti e Beatrice Lorenzin. E in bilico Maria Elena Boschi, la grande sconfitta delle riforme, che valuta in queste ore un passo indietro. Se davvero Paolo Gentiloni succederà a Matteo Renzi, la nuova squadra ricalcherà in buona parte il team scelto nel 2014 dal leader del Pd. Con un alcuni ritocchi di non poco conto, però. E un incastro di caselle da equilibrista.

Non è neanche nato un governo, ma il totonomine è già un passo avanti. L’idea di partenza era blindare la compagine uscente, in modo da non stravolgere equilibri di cristallo. E in effetti resteranno in sella i capicorrente dem Dario Franceschini ed Andrea Orlando, al pari di ministri di peso come Angelino Alfano agli Interni e Pier Carlo Padoan all’Economia. A sera, però, il premier uscente e il candidato in pectore decidono di mettere sotto la lente il resto della compagine. E scelgono di intervenire con il bisturi.

Chi traballa più degli altri, allora, è Stefania Giannini. Identificata dal renzismo come il capro espiatorio nella guerra ingaggiata con il mondo della scuola, è la prima a rischiare il “licenziamento”. Qualche dubbio anche sulla permanenza di Marianna Madia alla Pubblica amministrazione. E molto probabile una staffetta al ministero del Lavoro. Al posto di Poletti, il nuovo premier potrebbe promuovere Teresa Bellanova, già viceministro allo Sviluppo con un passato da giovane sindacalista dei braccianti pugliesi. Un segnale politico, dopo la frattura referendaria con il Sud e il mondo del lavoro.

Un ragionamento completamente diverso vale invece per Boschi. È stata lei a legare il suo futuro politico a quello del presidente del Consiglio, promettendo di lasciare in caso di trionfo del No. E poi non è escluso che un passo indietro possa addirittura rilanciare la sua immagine. Di certo, valuta in queste ore di ritirarsi dalla corsa, anche se chi dovrà governare le propone di cambiare soltanto le deleghe, oppure ministero. L’altro ultra renziano è Luca Lotti, ma gioca un’altra partita. Il braccio destro e sinistro del premier è di fronte a un bivio: potrebbe restare sottosegretario alla Presidenza anche con il nuovo capo dell’esecutivo, oppure seguire il capo al partito, terreno della nuova battaglia. Magari in una casella delicata come la vicesegreteria o l’organizzazione.

Fuori da Palazzo Chigi rischia di restare anche Beatrice Lorenzin. Da tempo nel mirino dei verdiniani, può vedersi sorpassata da un tecnico, affiancato però da un sottosegretario vicino all’ex berlusconiano. Ad esempio Guido Viceconte, senatore di Ncd ma amico di Denis. Non sarà facile sedare la voglia di poltrone di Ala, anche se per adesso il Pd promette barricate. Per difendere Lorenzin, intanto, scende in campo Angelino Alfano. Il ministro dell’Interno salirà oggi al Quirinale con una linea annunciata già alcuni giorni fa ai gruppi: se il tema è votare in fretta, meglio continuare con Renzi. Non si opporrà, però, alla soluzione Gentiloni.

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti