L’angolo della cazzimma. Le superlative difese (legali) del Comune di Marano, che ha rimediato scoppole sui casi Di Grezia, De Luca e Tar..

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Le superlative difese del Comune di Marano in sede giudiziaria. Ormai non si contano più le cause perse dall’ente cittadino, anche quelle – almeno all’apparenza – che sembravano prefigurare un esito positivo. Volete qualche esempio? Il Comune è stato capace di perdere la causa intentata dal responsabile dell’ufficio legale, Tiziana Di Grezia, sospesa dal lavoro per sei mesi (senza stipendio) a seguito di un procedimento della commissione disciplinare, e ora dovrà rimborsarle (20 mila euro, euro più, euro meno) la cifra non incassata e pari al suo periodo di sospensione lavorativo. L’ente non ha nemmeno impugnato la sentenza, nonostante il giudice del lavoro avesse osservato che la punizione della Di Grezia ci poteva stare ma che era spropositato il lasso temporale indicato dalla Commissione disciplinare composta dai dirigenti dell’ente e dall’ex comandante della municipale, ovvero Claudio Cappuccio, meglio noto in città con un emblematico nickname: Vittorio De Sica.

Il Comune, tra una C17 e un’altra (il Tar bocciò il procedimento adottato dall’amministrazione comunale, quello avallato dalle super eroine Brunella Asfaldo e Paola Cerotto), ha perso anche la causa contro il capitano della municipale Silvia De Luca, che lamentò (qualche anno orsono) di non ricevuto l’integrazione economica (posizione organizzativa) quando espletava il ruolo di comandante del comparto. L’ente dovrà corrisponderle, con un apposito debito fuori bilancio, poco più di 2500 euro.

Ma non è tutto, ovviamente. L’operato del Comune è stato sconfessato dal Tar anche sulla vicenda del bando per lo stadio comunale di via Falcone e, per mancanza di fondi (almeno questa è la motivazione ufficiale), non ha ritenuto opportuno impugnare la sentenza presso il Consiglio di Stato.

Del caso Marone meglio non parlarne, perché su quello c’è poco da dire e da fare. Marone ha svolto una attività di consulenza legale presso l’ente per oltre dieci anni. Ad un certo punto, dopo aver accumulato la bellezza di 700 mila euro di crediti, decise di farsi pagare: decreti ingiuntivi, citazioni in tribunale, infine un accordo transattivo tra le parti. A Marone andranno la bellezza di 400 e passa mila euro. Ma in quel caso, lo ripetiamo, nemmeno la buon’anima di Perry Mason avrebbe potuto salvare il Comune di Marano.

© Copyright 2016 Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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