Sexcetera, l’angolo della dott.ssa Rossetti. La sessualità nell’età di mezzo: uomini e donne a confronto

0
4.255 Visite

La sessualità inizia con la vita stessa e ogni fase dell’esistenza ne permette sempre un’espressione adeguata all’età.

Il decennio che va dai 45 ai 55 anni sembra caratterizzarsi in maniera completamente diversa nei due generi. Il più delle volte l’uomo di mezza età è considerato e si sente ancora giovane, laddove alla donna è rimandata un’immagine critica di sé e del suo  ineluttabile declino. Poi, le cose cambiano nettamente nella fascia d’età successiva dove, il più delle volte, si evidenzia una minore fragilità fisica della donna. Pertanto, come stanno realmente le cose?

In questa fascia d’età, i cambiamenti fisici e psichici legati al declino dell’attività ovarica, caratterizzano un momento molto delicato nella vita della donna.

La prima fase, caratterizzata da irregolarità mestruali sempre più frequenti per l’alternarsi di cicli ovulatori o anovulatori, corti o lunghi, irregolari o saltuari, culmina con la menopausa. La menopausa è l’ultima mestruazione e rappresenta una sorta di spartiacque del climaterio.  Si verifica in un intervallo compreso tra  i 45 e i 53 anni, con un’età media compresa intorno ai 50 anni. Ma bisogna aspettare altri 12 mesi, in cui le mestruazioni possono saltuariamente ritornare, per sancire definitivamente la fine del ciclo riproduttivo della donna. Da questo momento in poi l’ovaio conserva solo una ridotta produzione di androgeni ed estrogeni, non più ciclica, cui si affianca quella del surrene e del tessuto adiposo.

Questo periodo ha un impatto emotivo molto diverso da donna a donna, non solo perché può iniziare in tempi diversi ma anche per le manifestazioni e l’entità delle stesse.

Caratteristici sono i disturbi vasomotori quali vampate, sudorazioni e palpitazioni, che possono essere lievissimi o talmente fastidiosi da causare disturbi del sonno.  La diminuzione degli ormoni femminili, principalmente estrogeni, per il progressivo assottigliamento delle mucose genitali e della loro lubrificazione, determina secchezza vaginale, bruciore e dolore durante la penetrazione. Tra i segni di decadimento estetico, oltre alla secchezza e perdita di elasticità cutanea, c’è anche la riduzione della peluria.

Per quanto riguarda l’interesse e la pratica sessuale, se è pur vero che molte hanno una progressiva riduzione, altre, liberate dal pensiero di gravidanze indesiderate, riferiscono addirittura un aumento del desiderio sessuale. Infine, ben il 34% delle donne ritiene che la menopausa non incida sulla qualità della vita sessuale. Difatti il desiderio sessuale dipende soprattutto dagli androgeni, che continuano a essere prodotti.

Ma lui, l’uomo di mezza età, com’è? Innanzitutto dobbiamo dire che l’uomo, potenzialmente, è in grado di procreare fintanto riesca ad avere un rapporto  sessuale finalizzato, non essendoci un esaurimento degli spermatozoi. Inoltre non compaiono i disturbi vasomotori, né si riduce il testosterone. Però non è vero che rimane indenne con il passare degli anni. Anzi in molti a cinquant’anni, quei disturbi, che si cominciano appena a  rilevare nelle coetanee, sono già presenti da qualche tempo: l’aumento di peso, la calvizie, i capelli grigi, la barba spesso imbiancata più precocemente dei capelli, la pelle più secca, meno elastica e macchiata.

Anche la funzione cardiovascolare, purtroppo, appare più compromessa e compaiono più precocemente l’ipertensione arteriosa e il diabete. Nella maggioranza dei casi dovranno passare una decina di anni per evidenziarsi gli stessi livelli d’invecchiamento nella donna. A suo vantaggio l’uomo è più protetto nei confronti dell’osteoporosi, avendo un patrimonio osseo più cospicuo. Vi sono anche delle modificazioni specifiche degli organi sessuali maschili: principalmente l’ingrossamento della prostata e una ridotta fisicità (o potenza) sessuale. Infatti, per andropausa s’intende principalmente la riduzione delle capacità sessuali: erezione, penetrazione e orgasmo. Secondo l’etimologia, addirittura l’uomo non potrebbe più definirsi tale (andros = uomo pausa= interruzione).  Che cattiveria cosmica!

È pur vero che ci sono delle graduali modifiche nella risposta sessuale maschile. Per esempio quella fantasia, che prima faceva scaturire una reazione sessuale immediata, con gli anni non è più così scontata e nella fase dell’eccitazione il tempo che porta all’erezione diventa più lungo e richiede stimoli più precisi e diretti ai genitali. Anche la durata e la rigidità dell’erezione subiscono modificazioni. La stessa eiaculazione può avvenire con ritardo e la sensazione dell’orgasmo può essere più fievole. Inoltre, il tempo tra un atto sessuale e il successivo, diventa più lungo. Ma l’uomo, il più delle volte, si adatta alla grande a queste variazioni fisiologiche della propria risposta sessuale, senza risentirne minimamente, anche perché adatta automaticamente la sua sessualità al mutare delle condizioni e al variare dei tempi di risposta.

Del resto, mai potrebbe avvenire la penetrazione senza erezione mentre, purtroppo, la donna spesso si adatta ai tempi maschili senza avere consapevolezza dei suoi cambiamenti e apportare un aggiustamento ai suoi tempi di risposta sessuale. Invece, a guardar bene, è proprio la fisiologia dell’uomo a essere più delicata. Solo che gli uomini sono poco abituati a parlare dei loro problemi, soprattutto per quanto riguarda gli organi genitali e la sessualità. Il primo passo, quindi, è abbattere i tabù con i medici di base, perché talora certe defajance sessuali, possono essere segno di malattie come il diabete, le malattie cardiache, l’ipertensione, la depressione. Infatti, Il controllo dell’attività sessuale è un ottimo check up per monitorare lo stato di salute.

Pertanto ritengo che il concetto di menopausa, non trova un correlato fisiologico maschile principalmente perché nell’uomo di mezza età non c’è una netta demarcazione fra un prima ed un dopo. Infatti, quella dei repentini cambiamenti fisici, è una caratteristica specifica della donna che contrassegna tutta la sua vita dalla prima mestruazione, alle gravidanze, alla menopausa. Questi momenti, però, piuttosto che indici di debolezza, dovrebbero contrassegnare una forza e una capacità a rinnovarsi e adattarsi.

Solo che l’immagine di sé è frutto di processi psicologici e d’interiorizzazione di rappresentazioni sociali.

Nella nostra cultura, l’immagine maschile è più legata alla funzione produttiva nella società, mentre quella femminile è più legata alla funzione riproduttiva ed è questo che può acuire le limitazioni fisiche tipiche di una certa età.

Difatti, poiché in molte donne le immagini identitarie positive di sé, sono legate prioritariamente alla capacita di sentirsi femmine capaci di dar vita, gli equilibri ormonali mutevoli della fase di mezzo, sono spesso all’origine di un periodo di incertezze e paure, che genera più malessere del reale impatto fisico. Ancora oggi, la nostra cultura, impregnata di riferimenti religiosi, indica la potenzialità riproduttiva quale unica giustificazione biologica alla sessualità femminile. Pertanto la capacità riproduttiva rappresenta un pilastro dell’identità femminile.

Mentre negli uomini, quello stesso malessere esistenziale, si rintraccia più frequentemente al momento del pensionamento. Perché è il ruolo sociale pubblico a rappresentare, ancora oggi, il primo pilastro identitario maschile ed è la sua perdita, piuttosto che il cambiamento fisico, ad avere maggiori ripercussioni sull’aspetto sessuale.

Osservare come gli uomini e le donne reagiscano in questa fascia d’età, ci permette di capire che, anziché i limiti nelle funzioni biologiche, sono i riflessi emotivi, il modo di vivere e adattarsi ai cambiamenti fisici ad avere maggiore importanza per la prosecuzione e il mantenimento dell’attività e dell’interesse sessuale.

Perché fisicamente a ogni età, ci sarà sempre un modo per mantenere attiva questa parte importante di se stessi.

Riuscire ad avere una sessualità soddisfacente, a ogni età, è un modo per prendersi cura di sé che oltre a giovare al fisico, aiuta a sentirsi vitali e apprezzati.

Hanno un indubbio vantaggio coloro che hanno vissuto una buona sessualità nelle fasi precedenti della vita, avendo una migliore consapevolezza del proprio corpo e delle proprie risposte sessuali. Però, la cosa principale, per gli uomini e per le donne, è quella di non trascurare mai di prendere l’iniziativa sessuale. Perché fare spesso l’amore, fa bene all’amore.

Infine, quando c’è un’alterazione nei rapporti sessuali, non bisogna cercare, a tutti i costi, una causa biologica ma è bene, innanzitutto, analizzare la qualità del rapporto di coppia.

Perché l’età di mezzo è anche un’età di bilanci esistenziali, necessari e non sempre facili.

Alcune volte la caduta del desiderio è dovuta alla monotonia, alla noia, all’abitudine e talora, alla crisi di mezza età subentra la crisi di coppia.  Da questa crisi in alcuni casi la coppia può uscirne rinsaldata ma, in altri casi, la distanza diventa sempre più profonda. Può anche essere che a cinquant’anni si scopra che si è convissuto per troppo tempo con la persona sbagliata.

Comunque, il più delle volte, la questione della mezza età è legata alla difficoltà a sentirsi adeguati. L’uomo perde la fiducia nelle sue capacità fisiche e la donna perde la certezza della propria femminilità e capacità seduttiva.

C’è bisogno quindi, principalmente, di darsi e prendersi tempo, per elaborare nuovi obiettivi e trovare nuovi equilibri, per ritrovarsi e muoversi più in sintonia con le proprie necessità.

Maria Rossetti, ginecologa e sessuologa

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti