Manca il personale e all’ufficio tecnico (e non solo) di Marano ormai è tutto nelle mani di pochi dipendenti. In 13 anni perse una trentina di unità mai rimpiazzate

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La pianta organica del Comune è ormai ridotta all’osso e a risentirne, in particolare, è l’ufficio tecnico comunale. Negli ultimi due anni e mezzo l’ente cittadino – in dissesto finanziario e reduce da uno scioglimento per camorra – ha perso la bellezza di 25-30 unità: dipendenti, funzionari, dirigenti. Molti hanno deciso di accasarsi altrove, qualcuno è stato sospeso dal servizio, altri sono stati licenziati o sono andati via per raggiunti limiti di età. All’ufficio tecnico, poi, la situazione è a dir poco catastrofica. Sono tre-quattro i geometri in servizio, a fronte di una popolazione di oltre 60 abitanti, con tasso enorme di abusivismo e richieste di condono edilizio.

Il dirigente del settore, l’ingegnere Pasquale Di Pace, ha più volte lanciato l’allarme. Ma l’amministrazione cittadina, retta da qualche mese dal sindaco Rodolfo Visconti, ha in pratica le mani legate. La condizione di default non consente infatti all’ente di assumere personale. Il futuro, quello prossimo, è tutt’altro roseo: tra pochi giorni lascerà il municipio anche il responsabile del procedimento del settore igiene urbana. Vincenzo Brasiello, ex sindaco di Grumo Nevano da oltre vent’anni in servizio a Marano, è vincitore di un concorso al comune di Ottaviano. L’architetto Massimo Squarzoni, da tempo impiegato nel settore lavori pubblici, è reduce da un pauroso incidente stradale e ne avrà per almeno un anno. Andrà via da Marano, secondo indiscrezioni, anche il responsabile del settore demografico, assunto nel 2010 durante la gestione del sindaco Perrotta.

Si è accasata a Roma, invece, l’ex responsabile del settore legale, oggi praticamente sguarnito di funzionari. Prima di lei avevano deciso di cambiare aria la dirigente dell’area economica, Claudia Gargiulo, e la responsabile del settore urbanistica, l’architetto Paola Cerotto. Entrambe sono in servizio – temporaneamente – al comune di Napoli. L’elenco dei dipendenti usciti di scena negli ultimi 18-20 mesi è impressionante. Sono andati via, nell’ordine, l’architetto Michela Romano, l’architetto Elena Mucerino e, prima ancora, i dipendenti Bassolino, Casamassima, Graziano, Ferriello, Perna e altri ancora. E’ sospeso dal servizio inoltre il dirigente Luigi De Biase, per oltre un ventennio a capo dell’area affari generali.

Tra i licenziati, invece, figurano un necroforo del cimitero, arrestato e condannato per aver detenuto un’arma all’interno del civico camposanto, e uno dei guardiani della villa comunale, accusato di traffico di droga. L’uomo venne arrestato qualche mese fa in Sicilia, assieme ad altri suoi concittadini che trasportavano un ingente quantitativo di hashish. Non va meglio al comando dei vigili urbani, dove figurano tre rinviati a giudizio, tra cui l’ex comandante Maria Silvia De Luca, e due indagati dalla Dda di Napoli. Tra i rinviati a giudizio, inoltre, figura anche una dipendente dell’ufficio protocollo.

I maggiori problemi, tuttavia, si riscontrano all’ufficio tecnico comunale. Il carico di lavoro per i singoli dipendenti si è quadruplicato. Il dipendente Napoli ha in carico (la stima dovrebbe essere per difetto) almeno una settantina di procedimenti. E’ il tuttofare dell’ente, il jolly giocato da tutti: commissari e politici. Gli uffici sono perennemente intasati – spesso anche da soggetti che vagano per i corridoi senza alcun apparente fine – e le lamentele non si contano. Quota 100, cioè la possibilità di poter anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, farà il resto. “In 15 hanno fatto richiesta – sottolinea l’assessore al personale Paolo D’Alterio – Auspichiamo nell’aiuto del governo”.

Per l’igiene urbana, orfana di Brasiello e fresca dell’arrivo di Vittorio Iorio, si prospetta un ricorso all’esterno per individuare un Dec, uno che deve realmente vigilare sulla corretta esecuzione del contratto. I fondi ci sarebbero. Vedremo. Per il condono, invece, Di Pace e Taglialatela sembrano orientati a dare il via libera alla graduatoria dei professionisti esterni varata e mai pubblicata durante la gestione commissariale. Chi scelse quei geometri e architetti? Interni al municipio, uomini degli uffici. E la cosa non piace a tutti.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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