Marano story: come nacque l’indagine su Bertini e la scelta dei giornaletti locali di nascondere le notizie di indagini e condanne

0
3.575 Visite

Le indagini su Mauro Bertini, ex sindaco della città dal 1993 al 2006, il politico che in quegli anni ripeteva a destra e a manca di “fare il sindaco nonostante le camorra”, partirono nell’autunno dell’anno 2018.

Bertini, all’epoca candidato sindaco, tenne un comizio in piazza della Pace (la foto allegata all’articolo è proprio relativa a quella serata), nel centro di Marano. Da quel palco, dopo aver criticato il nostro giornale per gli articoli su Palazzo Merolla, ebbe a dire, rivolto ai suoi afecionados: “La volete sapere veramente la storia di Palazzo Merolla? Ma la volete sapere veramente?” Sotto al palco c’erano i suoi compagni di partito e di avventura, tra cui alcuni attuali esponenti del civico consesso.

Bertini arringava la folla da par suo e, proseguendo nel suo discorso, ammise candidamente di aver trattato con il prestanome di Antonio Simeoli, alias Ciaulone, l’acquisto di Palazzo Merolla. Bertini aggiunse che si era trattato (si riferiva ai primi anni del Duemila, quando fu acquistato il Palazzo) di una grande operazione per il Comune e che se a Marano si voleva acquistare qualche immobile, volenti o nolenti, si doveva passare da loro. Fece poi delle affermazioni sui dipendenti comunali di Marano, la cui gran parte – secondo il pensiero esplicitato durante quel comizio del 2018 – erano a libro paga dei mammasantissima.

Il video di quel comizio fu registrato da Terranostranews, pubblicato sul sito e fu acquisito, poco dopo, dai carabinieri che lo inoltrarono alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il resto lo fece la vicenda del mercato ortofrutticolo di Marano (siamo intorno agli anni 2019-2020), che alcuni consiglieri – tra cui Bertini – volevano riaprire con una procedura amministrativa che in quel periodo suscitò polemiche e che avrebbe contemplato la costituzione di un consorzio (o giù di lì) da parte degli operatori della struttura di via Unione Sovietica e il non espletamento di un bando ad evidenza pubblica. La cosa non andò in porto. Furono questi, ad ogni modo (le parole su Palazzo Merolla e la questione mercato), i motivi che indussero la Dda a focalizzare l’attenzione su Bertini, che dopo le amministrative del 2018 assunse il ruolo di consigliere di minoranza.

La sentenza su Bertini e gli altri imputati, Santelia, i fratelli Cesaro e Simeoli Angelo, tutti condannti, è dei giorni scorsi. E’ una sentenza di primo grado, ma importante perché è a tutti è stata riconosciuta l’aggravante mafiosa.

Ebbene i giornaletti del potere, quelli che sul territorio vanno avanti da sempre a braccetto col potere, su tale sentenza hanno preferito tacere o dire quasi nulla. Eppure quando all’epoca scattò l’inchiesta questi ultimi, di sana pianta, pur di difendere l’ex primo cittadino comunista, si inventarono con un titolo ad effetto che “la città era dalla parte di Bertini”, il quale “avrebbe dimostrato la sua estraneità ai fatti contestati”. È chiaro non potevano dire diversamente anche perché quel giornale era diretta espressione di un’area politica ben precisa. Dicasi lo stesso per un blog molto paesano, anzi più che paesano, un blog del gossip e dell’inciucio perenne, che ha scelto – come fece già per l’arresto e le indagini su Bertini – di non riportare una notizia di cronaca così importante. Purtroppo ancora una volta duole precisare che sul territorio di Marano e dintorni gli unici che si contraddistinguono per fornire un’informazione di qualità, dando anche impulso al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, è solo e solamente Terranostranews. La gran parte dei giornali locali invece vive di giochi di potere, utilizza le pagine dei propri siti per alimentare campagne elettorali di consiglieri regionali, sindaci, assessori e consiglieri comunali, alcuni anche borderline, per garantirsi in cambio qualche magro bottino. È deprimente, è vero, ma è la cruda realtà dei fatti. Per anni ci hanno attaccato, ci hanno offesi, ci hanno deriso, ci hanno finanche querelato, ma alla fine noi siamo usciti sempre a testa alta, senza beccare alcuna condanna, e invece chi ci attaccava e chi difendeva certi personaggi, oggi ne esce con le ossa rotte.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti