BIAGIO CHIARIELLO E DON PATRICIELLO “PUNITI” PER AVER OSTACOLATO LA CAMORRA”: NON E’ IL CASO DI RIASSEGNARE LA SCORTA AL COMANDANTE DELLA PM DI ARZANO?

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Il Comandante della Polizia Municipale Biagio Chiariello e il parroco di Caivano Don Maurizio Patriciello sono stati puniti dalla camorra per essersi opposti al «sistema». È quanto emerge dalle indagini dei carabinieri di Giugliano in Campania e Arzano che oggi, coordinati dalla DDA di Napoli, hanno eseguito 13 misure cautelari (11 arresti e due divieti di dimora) nei confronti di altrettanti presunti esponenti della criminalità organizzata.

Intimidazioni dettate dalla voglia di ostacolare e tentare di dissuadere in maniera chiara e circoscritta dal compiere operazioni di contrasto alla criminalità il capo della Polizia Municipale di Arzano. Chiariello aveva condotto interventi importanti sul fronte delle occupazioni conducendo un censimento sulle abitazioni abusive, o occupate abusivamente, nella famoso rione “167”. E anche in quell’occasione un residente minacciò di morte Chiariello. La criminalità ha sempre affrontato in maniera sfacciata Chiariello, tant’è vero che nel marzo del 2022 gli fù assegnata la scorta, poi revocata inspiegabilmente. Ma anche sul fronte dei controlli sulle licenze edilizie, commerciali, sulle società di pompe funebri Chiariello non si è mai tirato indietro.

Nell’ordinanza di custodia cautelare stanno emergendo altrettanti elementi che fanno presagire, appunto, che l’attenzione della camorra su Chiariello ma anche su Don Patriciello non sia mai calata. Quanto raccontato viene descritto anche dai collaboratori di giustizia, tra i quali figura anche Pasquale Cristiano, ex capo di un gruppo malavitoso locale.

La faida, in questione, tra la famiglia malavitosa capeggiata da Giuseppe Monfregolo e il gruppo criminale che Pasquale Cristiano gestiva insieme con Vincenzo Mormile, è partita dall’omicidio di Salvatore Petrillo, nipote di Cristiano, vittima di un agguato davanti al Roxy Bar di Arzano, il 24 novembre 2021.

E ora cosa succederà? Il Ministero dell’Interno e le autorità di pubblica sicurezza facciano qualcosa per tutelare Biagio Chiariello, baluardo di legalità dell’area nord di Napoli. Rivedano la decisione con la quale fu disposta la revoca della scorta, perchè contro Chiariello non sono state compiute “bravate” ma minacce della camorra.

BG

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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