UCRAINA, KIEV: INDAGINI SU 13 MILA CRIMINI DI GUERRA

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Ore 14:46 – Capo intelligence Difesa Kiev: fallito tentato omicidio Putin due mesi fa

È fallito due mesi fa, poco dopo l’inizio della guerra, un nuovo tentativo di uccidere Vladimir Putin. Lo rende noto il capo del Dipartimento di intelligence del Ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov. «Sono stati diversi gli attentati alla vita del presidente russo — ha sottolineato Budanov — di recente quello ad opera di esponenti caucasici. Non si tratta di informazioni pubbliche ma è tutto vero».

Ore 14:29 – Zelensky: ritrovati 87 cadaveri sotto macerie Desna

«A Desna abbiamo trovato 87 cadaveri sotto le macerie». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il World Economic Forum. Una settimana fa c’è stato un attacco aereo contro il villaggio della regione di Chernihiv, vicino al quale si trova il centro di addestramento delle Forze armate ucraine.

Ore 13:56 – Si dimette un consigliere russo delle Nazioni Unite: «Mi vergogno»

Boris Bondarev, consigliere russo delle Nazioni Unite a Ginevra si è dimesso tramite una lettera condivisa sui social dall’avvocato internazionale Hillel Neuer. «Non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese», ha detto descrivendo la decisione di invadere l’Ucraina «il crimine più grave contro il popolo russo» da parte di un gruppo dirigenziale che vuole «rimanere al potere per sempre».

Ore 12:59 – Kiev e il «piano di pace» italiano: «Integrità territoriale e sovranità sono imprescindibili»

«Accogliamo con favore qualunque iniziativa che possa aiutare a mettere fine a questa guerra. Ma mi faccia essere chiara su alcuni elementi sacri: l’integrità territoriale e la sovranità non possono essere negoziabili. Siamo dunque pronti a discutere ma consideriamo imprescindibili l’integrità territoriale e la sicurezza. Il mio popolo non è pronto a fare passi indietro quando si tratta di Crimea e di Donbass». Così la viceministra degli Esteri ucraina, Emine Dhzaparova, ha risposto ad una domanda su un «piano italiano di pace» intervenendo presso la sede della Fondazione Luigi Einaudi a Roma.

Ore 12:30 – Il discorso di Zelensky a Davos (in video): «Per noi un Piano Marshall»

Il presidente Zelensky ha chiuso il suo discorso di apertura dei lavori al World Economic Forum di Davos evocando l’ex segretario di stato americano George Marshall, il cui programma di ripresa europea ha contribuito a ricostruire l’Europa occidentale dopo la devastazione della seconda guerra mondiale.
Prima del suo riferimento a Marshall, il presidente ucraino ha parlato della necessità di «un corridoio del grano» per fare uscire dall’Ucraina le riserve alimentari necessarie a sventare la crisi alimentare globale in atto.
Ai leader politici ed economici riuniti alla tradizionale conferenza in Svizzera (da cui quest’anno sono banditi i delegati russi) Zelensky ha chiesto «nuove e più dure sanzioni contro Mosca» e anche «di essere uniti, perché la Russia teme l’unità». Zelensky ha chiuso il suo intervento con la consueta formula «Slava Ukraini», «gloria all’Ucraina», in una standing ovation.

Ore 12:24 – Mosca e il «piano di pace»

Il viceministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, ha detto di aver «ricevuto di recente» un piano di pace arrivato dall’Italia. «Lo stiamo valutando», ha detto, e «renderemo note le sue valutazioni nei confronti della proposta» dopo averla «analizzata a fondo».

Ore 12:09 – Ergastolo a Vadim, il primo soldato russo a processo per crimini di guerra

Il sergente russo Vadim Shishimarin è stato condannato all’ergastolo da un tribunale ucraino.

Si tratta del primo processo per crimini di guerra realizzato dall’inizio dell’invasione russa, cominciata il 24 febbraio, in Ucraina. Il 21enne si era dichiarato colpevole di aver ucciso un 62enne disarmato nell’oblast di Sumy.

Ore 11:49 – Mariupol è «una Venezia sui cadaveri»

Una «Venezia» macabra, dove le acque portano le sostanze organiche dei cadaveri a contatto con i sopravvissuti, aumentando a dismisura il rischio di epidemie.

È il quadro – raccapricciante – dipinto dal sindaco di Mariupol, Petr Andryushchenko.

Gli occupanti russi – ha scritto su Telegram – continuano a ignorare i problemi sanitari, impegnati come sono a creare «belle foto» per dimostrare che «la vita è migliorata».

«Prevedibilmente, invece, le piogge hanno trasformato la città in una Venezia. Le fognature sono intasate, l’acqua piovana si diffonde in tutta la città insieme ai rifiuti, con la conseguente loro decomposizione» e la «ptomaina» (un composto di sostanze organiche derivanti dalla putrefazione dei cadaveri). «La minaccia di un’epidemia diventa sempre più concreta, con ogni temporale».

Ore 11:39 – Le preoccupazioni di Mosca per il processo al «soldato ragazzino» e il no allo scambio di prigionieri con Medvedchuk

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha tenuto un briefing con i reporter.

Ore 08:25 – Biden: «Se Cina invade Taiwan useremo forza militare»

Sempre da Tokyo, Joe Biden ha detto di essere pronto a ricorrere alla forza militare in caso di attacco cinese a Taiwan , aggiungendo però di non ritenere possibile un’invasione, anche se la Cina «sta flirtando con il pericolo» volando vicino all’isola. Alla domanda della stampa, durante la sua visita in Giappone, se gli Stati Uniti siano disposti a un coinvolgimento militare per difendere Taiwan, il presidente americano ha risposto: «Sì», sottolineando che «questo è l’impegno che abbiamo preso».

Ore 08:22 – Biden: «Russia deve pagare prezzo su lungo termine»

La Russia deve pagare «un prezzo di lungo termine» per aver aggredito l’Ucraina con un’azione che ha lo scopo di «distruggere l’identità dell’Ucraina». Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden, parlando in conferenza stampa a Tokyo con il premier nipponico Fumio Kishida dopo il loro summit. «È il costo di chi vuole cambiare gli assetti con l’uso della forza», ha aggiunto.

Ore 07:52 – Atteso il verdetto del primo processo per crimini di guerra

Oggi, una giuria di Kiev determinerà il destino del sergente russo Vadim Shishimarin. Il 21enne siberiano che ha ammesso di aver ucciso un civile disarmato di 62 anni. Il giovane ha raccontato alla corte di essere stato costretto a compiere l’atto e ora dice di provare dispiacere . «Ero nervoso per quello che stava succedendo. Non volevo uccidere», ha detto. Shysimarin ha aggiunto: «Sono veramente e sinceramente dispiaciuto. Non volevo che accadesse, non volevo essere lì, ma è successo. Vorrei scusarmi ancora una volta. E accetterò tutte le misure di punizione che mi saranno offerte». L’avvocato di Shishimarin ha chiesto l’assoluzione, dicendo che il suo cliente stava eseguendo quello che percepiva come un ordine diretto a cui inizialmente aveva disobbedito. I pubblici ministeri, che hanno chiesto l’ergastolo, pensano fosse «ben consapevole» che stava eseguendo un « »ordine penale».

Ore 07:52 – Terminator, l’Ucraina schiera il super carro armato «inarrestabile»

Ore 07:38 – Tony Blair: «La guerra in Ucraina dovrà finire senza che Putin ottenga dei vantaggi»

«Non bisogna umiliare Putin? Ma non lo abbiamo mai fatto. Da premier ho curato questo rapporto da vicino. Con gli altri leader occidentali abbiamo fatto di tutto per includerlo. La nostra unica preoccupazione oggi dovrebbe essere quella di arrivare alla fine del conflitto con il consenso del popolo ucraino, senza che la Russia ottenga dei vantaggi da questa aggressione».

Tony Blair indica in modo chiaro, in un’intervista al Corriere, quali toni dovrebbe assumere l’Occidente in questa crisi. L’ex premier britannico parla — via Zoom — anche in virtù del rapporto speciale avuto con lo zar durante i suoi dieci anni a Downing Street. Blair è stato il primo leader occidentale a incontrare Putin quando era ancora primo ministro in attesa di diventare presidente dopo le dimissioni di Boris Eltsin: andò a trovarlo a San Pietroburgo nel marzo 2000. E il mese dopo lo ricevette a Londra nella sua prima visita ufficiale in un Paese straniero. L’ex leader laburista britannico parla con la prospettiva ampia di chi da anni si misura con le sfide globali dei Paesi emergenti. E con lo sguardo rivolto a tutte le vittime di questa crisi, anche a quelle lontane dal campo di battaglia. L’avevamo incontrato qualche settimana fa ad Accra, in Ghana, dove il suo Institute for Global Change è impegnato a digitalizzare il sistema sanitario nazionale attraverso il cloud. «Lavoriamo con una ventina di governi in Africa. Attraverso la tecnologia puntiamo a migliorare i loro sistemi amministrativi, a iniziare dalla salute pubblica. Ma abbiamo progetti anche in altre parti del mondo».

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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