Caos Green Pass, ecco cosa dice il Garante della Privacy e la nuova nota del Viminale

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Per il Garante della privacy sono autorizzati a richiedere il documento “pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni” e “il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, iscritto nell’elenco di cui all’art. 3, comma 8, della legge 15 luglio 2009, n. 94“. Nella sua pronuncia, il Garante della privacy tra gli altri aggiunge anche “il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati“.

Il Viminale, nel documento a firma del capo di gabinetto, il prefetto Bruno Frattasi, sottolinea che è “a discrezione del verificatore controllare il documento di identità in caso di palese abuso o falsificazione“. Inoltre, il ministero dell’Interno ci ha tenuto a specificare che non serve mostrare un documento di identità per entrare nei cinema e nei teatri. Per verificare la veridicità del Green gli esercenti hanno a disposizione un’app sviluppata appositamente. Come specifica il Viminale, “per verificare se una Certificazione verde è autentica bisogna utilizzare l’app gratuita VerificaC19 installata su un dispositivo mobile (non è necessario avere una connessione internet)“. In ottemperanza con le indicazioni del Garante della privacy, il Viminale ha precisato che “l’app non memorizza le informazioni personali sul dispositivo del verificatore“.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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