IL PD DI MARANO E’ RIMASTO NEL LIMBO: NE’ CON VISCONTI NE’ CONTRO. IL COMMISSARIAMENTO NON HA SCIOLTO I NODI, FORSE A CAUSA DELLE PRESSIONI DEI CAPIBASTONE

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Tanto rumore per nulla? Il commissariamento del Pd non ha sortito gli effetti sperati da una parte del partito, che puntava ad archiviare l’esperienza amministrativa targata Visconti. L’arrivo in città di Gennaro Acampora, è vero, ha prodotto un risultato: la bocciatura della delibera che avrebbe portato alla privatizzazione del servizio idrico comunale. Ma è poco, troppo poco, per chi invece aveva pensato che con il suo arrivo si sarebbe chiusa l’era di uno dei primi cittadini più impopolari della storia recente.

Gennaro Acampora, in una delle ultime interviste rilasciate alla nostra testata, ha dichiarato che il Pd non entrerà in giunta e non farà nomi per le caselle degli assessori vacanti. Ha ribadito ancora che il partito, in consiglio comunale, ragionerà sui singoli temi e comunicherà in anticipo le decisioni a Visconti. Ha infine aggiunto che il Pd non si accoderà ad altri partiti, se non coinvolto preventivamente, che intendono sfiduciare Visconti.

La sintesi del ragionamento del commissario Acampora è più o meno la seguente: il Pd resta alla finestra, in attesa che si conosca l’esito sullo scioglimento per mafia del Comune, senza fare passi verso Visconti ma senza nemmeno staccare la spina.

La sensazione è che anche il neo commissario, giunto a Marano per designazione degli organismi provinciali e regionali, sia in qualche modo bloccato dai veti dei capibastone. E chi sono i capibastone che hanno o avrebbero interesse affinché le cose restino così come sono? Trattandosi della città di Marano, viene subito da pensare a Lello Topo, il potente parlamentare di Villaricca. Ma viene da pensare anche a Mario Casillo, l’altro uomo forte della politica regionale, da tanti anni referente politico del consigliere Pd Pasquale Coppola, uno di quelli che di mollare l’osso non ne vuole minimamente sapere. E’ possibile che i due abbiano in qualche modo fermato Marco Sarracino, segretario provinciale che mesi fa aveva chiesto a Visconti di fare un passo indietro e che poi ha atteso mesi e mesi prima di dare il via libera al commissariamento di un circolo che definire diviso è un eufemismo? Un partito privo persino di una sede dove riunirsi (si riuniscono a casa Schiano), dove ad oggi si contano almeno tre fazioni. E i vari Manfredi, Fiola cosa fanno, a che gioco stanno giocando? Si interessano alla città di Marano o, come tanti altri, sono interessati ai territori solo durante i periodi elettorali?

Nel frattempo Acampora ha giocato la carta della mediazione. Sta cercando di tenere in vita e unito qualcosa che unito e in vita non è e non lo sarà mai. Chi è del territorio conosce le antiche dinamiche che hanno portato alla rottura delle “giarretelle” tra i vari gruppi. Chi è del territorio sa perché il gruppo di Pasquale Coppola è inviso a quello di Morra e Sorrentino e viceversa; chi è del territorio sa quale siano i veri propositi dei più giovani, Nastro e Accongiagioco, e quale sia il pensiero reale di Susy Santopaolo, che dopo essersi passata all’opposizione, con l’arrivo di Acampora, ha dovuto giocoforza tirare un po’ i remi in barca e attendere eventi che mai si concretizzeranno.

Chi è del territorio e conosce i fatti, sa tutto, e forse, almeno in parte, quei fatti li conosce anche Acampora. La gente è stufa, ad ogni modo, e avrebbe voluto maggiore chiarezza. O con Visconti o apertamente contro Visconti. Le vie di mezzo non servono e non serviranno; anzi, forse, serviranno soltanto ad Acampora, che quando andrà via potrà dire di non aver fatto implodere il partito; serviranno a Topo, Casillo e ad altri, che se ne infischiano del sindaco, delle eventuali brutte figure relative a un eventuale nuovo scioglimento e se ne infischiano di cosa sarà il futuro di Marano. A loro fa comodo avere sotto controllo i consiglieri e consiglieri, a loro volta, pensano che un eventuale scioglimento non li toccherà da vicino. Lo pensano, in primis, Paragliola e Coppola.

Sbagliano tutti, però: se il Comune di Marano dovesse essere sciolto, il Pd – partito del sindaco e con sei consiglieri nel civico consesso – sarà additato come il principale responsabile. I maranesi questo lo hanno già capito da tempo. I dem avevano un solo modo per riscattarsi: archiviare questa esperienza (e il commissariamento sembrava funzionale a tale schema) o difendere a spada tratta il loro sindaco.

“Nessun servo – si legge nel Vangelo di Luca – può servire due padroni: perché o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e mammona”.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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