Lo schiaffo della Ue a Conte: “Il testo del Mes non si tocca”

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epa03860623 Members of the European Parliament vote during a plenary session at the European Parliament in Strasbourg, France, 10 September 2013. The European Parliament calls for better protection for users of online gambling. EPA/PATRICK SEEGER
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Il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, ha messo in chiaro che non ci sono motivi per modificare il testo: “La firma sarà il prossimo anno, come previsto”.

“Questa firma ci impegnerà per i prossimi cinquant’anni”. In mattinata Di Maio ha rilanciato dalla propria pagina Facebook la crociata contro il Fondo salva-Stati“Finché non avremo la certezza al 200% che l’Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma”. Nelle scorse ore ha ottenuto da Conte il via libera a trattare la riforma del Mes in una logica di “pacchetto” con l’unione bancaria e l’assicurazione sui depositi. Nel Partito democratico molti pensano che sia solo una tattica per attendista nella speranza che nel frattempo qualcuno ceda: l’Unione europea o i parlamentari pentastellati. La pazienza, però, non è illimitata e, dopo lo scannatoio giallorosso è stato reso pubblico, da Bruxelles e da Strasburgo sono iniziate ad arrivare le prime bordate. “Il testo sarà firmato l’anno prossimo”, ha messo in chiaro il portoghese Centeno aggiungendo, in apertura dei lavori dell’Eurogruppo, che non vede “alcun motivo” per modificare la bozza della riforma. “Abbiamo preso una decisione a giugno – ha poi chiosato – ora possiamo solo affrontare questioni tecniche”. L’accordo politico, insomma, è chiuso. E difficilmente il governo italiano riuscirà a cavarsene fuori indenne. Uno schiaffo in pieno viso a Conte che si era speso per garantire al parlamento italiano l’ultima parola sull’impalcatura del Mes.

A dar man forte al presidente dell’Eurogruppo ci ha subito pensato il commissario europeo agli Affari Economici, Paolo Gentiloni (video). “I cambiamenti che sono stati in linea generale concordati – ha garantito – non penalizzano nessun paese, non vedo perché debbano danneggiare l’Italia”. Non è, infatti, un mistero che, mentre i CInque Stelle si aspettano da Conte la determinazione per chiedere le modifiche al trattato, al Nazareno non gradiscono toni troppo aspri nel dibattito con i partner continentali. Per i dem il Mes è “un nuovo ombrello protettivo” e nella loro propaganda nascondono tutti i rischi per l’Italia. Il nuovo sistema è un grandissimo favore a Berlino e a Parigi. Non a caso, non appena è arrivato a Bruxelles, il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha auspicato una ratifica rapida in tutti gli Stati membri. Italia compresa, ovviamente. Nelle prossime ore le pressioni (indebite) su Conte si faranno sempre più stringenti. Il vero test, dopo l’Eurogruppo di oggi a cui ha partecipato il ministro dell’Economia Riccardo Gualtieri, sarà il Consiglio europeo che si terrà il 12 e 13 dicembre prossimi e in cui toccherà a Conte fare la propria parte. E in quell’occasione il bliff del premier sarà definitivamente smascherato.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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