Marano e il pericolo “rosso”: il feeling tra Visconti e la sinistra radicale e quegli strani movimenti negli uffici comunali

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In Italia e in molti altri paesi, non solo europei, si impone il sovranismo, una visione del mondo e della società più attenta alle esigenze dei territori, delle piccole comunità e meno succube dei dettami imposti da lobby e potentati politici internazionali. Nella nostra città invece, incuranti di quanto accaduto negli ultimi decenni, a farla da padrona è ancora una certa sinistra.

Tutto è iniziato in campagna elettorale, quando il sindaco Visconti – durante il periodo del ballottaggio – aprì a Bertini e all’Altra Marano. Ci furono incontri, riunioni, alcune delle quali si sarebbero tenute nella residenza dell’ex sindaco. Il patto era stato già sancito e a confermarlo fu proprio Bertini. Ai media Visconti, nei giorni caldi pre-accordo, spiegò testualmente: “Il mio obiettivo è quello di aprire a sinistra, non trovo disdicevole un eventuale accordo con l’ex sindaco”. Dichiarazioni di amore che non sortirono gli effetti sperati dai bertiniani, perché il candidato dei democratici – sulla scorta di successivi incontri – capì (e ce ne volle per farglielo capire) che a rimetterci sarebbe stato solo lui e la sua squadra, che avrebbero dovuto cedere posti in giunta e in consiglio comunale a quello che sarebbe diventato, di fatto, l’azionista di maggioranza dell’amministrazione.

Con l’avvio della consiliatura le cose non sono cambiate: la sinistra estrema, quella che ha governato dal 1993 al 2006 (periodo in cui furono orchestrate le operazioni Pip, cimitero, Palazzo Merolla, ponte via Falcone, Galeota e quant’altro), ha dettato l’agenda, presentando mozioni in aula o trascinando nel civico consesso qualche cittadino esasperato. Visconti e i suoi, dopo aver avallato alcune proposte (vedi quella sui Pics da destinare in parte in periferia), hanno detto no a quella sull’istituzione dello sportello casa e avuto un ravvedimento in extremis sulla questione mercato ortofrutticolo, dopo che i componenti della quinta commissione consiliare, nelle persone dei consiglieri Bertini, Carandente Enza e Vallozzi, avevano annunciato l’individuazione di un progetto alternativo a quello proposto dalla giunta e in precedenza dai commissari.

E’ notizia di qualche giorno fa dell’interessamento di una consigliera dell’estrema sinistra per Palazzo Merolla e di un sopralluogo organizzato con un imprenditore del settore cinematografico, già noto a Marano e a Giugliano in particolare.

E’ notizia di tre giorni fa di un imprenditore del Pip che si è recato da un esponente dell’estrema sinistra e poi, assieme a lui, negli uffici comunali per avere ragguagli sul Pip (l’iter sull’area industriale è stata snocciolata in tutte le salse da questa testata giornalistica).

Ed è noto il viavai di un ex bertiniano doc, a capo di un’associazione sportiva locale, negli uffici comunali per tentare di accaparrarsi la gestione dello stadio, per il quale invece sarebbe (in teoria) previsto un bando o un avviso pubblico.

Altri indizi che si sommano alle mozioni consiliari avallate in precedenza e a un feeling mai interrotto, favorito da una certa stampa di regime e supina. D’altronde l’ordine di Visconti è stato chiaro e a confermarlo, seppur sotto voce, sono alcuni consiglieri della sua stessa maggioranza. “Ci ha detto – conferma un consigliere non allineato nella schiera dei fedelissimi e del cerchio magico – di non chiudere mai la porta alla sinistra radicale, poiché potrebbe sempre tornare utile in futuro”.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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