Un anno fa, lo ricorderà il presidente del mercato ortofrutticolo Gaetano Schiano, ancor prima che chiudessero la struttura, le cui vicende sono segnalate nella relazione che ha portato allo scioglimento del Comune per camorra, suggerimmo allo stesso Schiano di formulare una proposta d’acquisto dell’area comunale, in modo tale da svincolare l’ente cittadino da costi, procedure e quant’altro.
Oggi qualcuno, qualche consigliere della quinta commissione, propone una soluzione più o meno simile: un consorzio tra gli operatori a cui affidare le gestione privata della struttura.
Una soluzione ancora in uno stato embrionale che in alcun modo, però, farebbe bypassare alcuni capisaldi fissati fino ad oggi dal municipio. Il primo: l’affidamento di un’area come quella mercatale non potrà non essere effettuata se non sulla scorta di un bando o avviso pubblico aperto a tutti e non solo al costituendo consorzio, che pur si farebbe carico di formulare una proposta iniziale.
Tutte le procedure, tutti gli aderenti al consorzio, passerebbero ugualmente al vaglio della prefettura di Napoli, che dovrà eseguire accurati controlli sotto il profilo delle certificazioni antimafia e tutti sanno che alcuni operatori potrebbero avere qualche problemino sul punto. E ancora: la dismissione o affidamento di un’area comunale, tra l’altro storica, non è uno scherzo e con la semplice delibera di consiglio si rischierebbe grosso.
Per il Comune – come ribadito dal vicesindaco Taglialatela e dal dirigente Di Pace – si prosegue per ora sulla strada del vecchio progetto: messa in sicurezza dell’area nel giro di poche settimane e bando per l’assegnazione degli stand che dovrà, volente o nolente, passare per le verifiche prefettizie.
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