In tremila per ricordare Giuseppe a Cardito, la sorella di Tony: «Scusaci»

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Il lutto di una città. Sentito nel cuore e nell’anima. Silenzioso. Composto. A Cardito, il piccolo Giuseppe ucciso a bastonate dalla furia bestiale del compagno della mamma, per tutti è un martire da venerare, coccolare con un pensiero al giorno, e soprattutto da ricordare. Per sempre. Perché a Cardito «i bambini non si toccano». La parola vita, scritta su decine di striscioni, cartelloni, magliette bianche, è stato il filo conduttore della fiaccolata di ieri sera, organizzata dal Comune e voluta fortemente dal sindaco Giuseppe Cirillo, che si è fatto interprete della volontà di questo paese, un passato affogato nella canapa, porta di ingresso per la piana di Terra di Lavoro, un presente, fino a domenica scorsa, di una tranquillità anonima. Il corteo, inizialmente circa seicento persone, è partito dal sagrato della parrocchia di San Giuseppe e Santa Eufemia, per poi imboccare via Belvedere. Passo lento. Silenzioso. Nessun vociare. Solo il calpestio di tanti piedi, a testimoniare un dolore sincero, partecipato. Tanto che il corteo, come una sorta di invisibile rete a strascico, ha finito per catturare chi incrociava. E alla volta di via Marconi erano circa tremila i fratellini, le sorelle, i genitori, i nonni di Giuseppe.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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