Clochard bruciato vivo per noia, parla uno dei due ragazzini: «Penso sempre a quello che ho fatto»

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«Voglio ripartire e sto ripartendo, ma non passa giorno senza che io pensi a quello che ho fatto». Le parole pronunciate ieri dal 17enne, davanti al giudice Maria Teresa Rossi, sono molto diverse dalle dichiarazioni consegnate nel febbraio del 2018 al verbale dell’interrogatorio, da quelli che erano due ragazzini di 16 e 13 anni impegnati a scaricarsi l’uno sull’altro la responsabilità di un tremendo delitto. «In passato assieme al mio amico sono andato a infastidirlo», riferì il più grande. «Lo facevamo per noia», confermò il più piccolo.

Uno scherzo sfuggito di mano, oltre le previsioni dissero entrambi: «Dall’esterno si vedeva solo del fumo», precisò il primo; «Ero convinto che Baffo fosse in grado di uscire dall’auto», concordò il secondo. Agli atti dell’inchiesta figura anche la registrazione di una conversazione tra i due. Il sedicenne provocava il tredicenne: «Quando eravamo dal kebabbaro cosa mi hai detto? Ho realizzato il mio sogno di ammazzare una persona». Risposta: «Il mio sogno era ammazzare un gatto».

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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