La cosa che ha fatto insospettire chi segue da vicino le vicende dalla galassia Fca è l’uscita di Sergio Marchionne anche dal Cda della Ferrari, il suo “giocattolo”: dopo averla spinoffata dalla casa madre e averla fatto sprintare ai massimi in Borsa, il manager italo-canadese infatti avrebbe dovuto guidare il rilancio di Ferrari anche sul circuito di F1, oltre che consolidarne il business industriale anche nella svolta green di Maranello.
E invece Marchionne, che ha risollevato dal 2004 le sorti della vecchia Fiat facendone un gruppo di dimensioni mondiali, uscirà pure dalla governance della Rossa, dove sarebbe dovuto rimanere in carica fino al 2021, come era emerso dal piano di incentivazione dei manager della Ferrari.
Il motivo di questa accelerazione? Una semplice operazione alla spalla per un manager che può godere delle migliori cure al mondo non genera a catena tutto questo stravolgimento nella governance della galassia Fca. Tra poco, ad aprile del 2019, in occasione dell’approvazione del suo ultimo bilancio come amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Marchionne avrebbe dovuto lasciare la prima linea della Cenerentola di Detroit.
Ecco che da stamane iniziano a rincorrersi fra gli addetti ai lavori le voci sul fatto che lo stato di salute del manager della più grande azienda italiana non sia assolutamente come quello che viene fatto filtrare da Torino. E cioè che, invece, di un semplice intervento alla spalla, potrebbe trattarsi purtroppo di un quadro clinico più grave e complesso. Di un male invasivo partito dalla prostata e già diffuso in modo devastante, scoperto poco tempo fa. Un male che potrebbe necessitare di ulteriori approfondimenti diagnostici e di eventuali interventi chirurgici più complessi. Da qui, la scelta di unadecisione drastica di Marchionne sull’uscita anticipata da tutti i business, come vuole, purtroppo, la dura legge del Mercato.
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