Se vai a scavare negli elenchi del Viminale, ti accorgi che il suo nome viene subito dopo quello di Matteo Messina Denaro. Se vai a leggere la classifica, quella dei latitanti più pericolosi, i «wanted» nazionali, non ti puoi sbagliare: qui a Napoli – anzi, qui in Campania – è Marco Di Lauro il ricercato numero uno. Strano destino il suo: è un geco, uno in grado di mimetizzarsi ovunque si trovi, cambia pelle a secondo del contesto, viene indicato come protagonista della seconda fase della faida, ma non è inseguito da condanne all’ergastolo. Anzi. In questa storia c’è una sorta di paradosso, a dispetto del lavoro condotto nei suoi confronti dal pool anticamorra di Napoli: Marco Di Lauro non ha condanne definitive al carcere a vita. Se venisse arrestato oggi, dovrebbe scontare poco più di otto anni di cella, sulla scorta di una condanna definitiva – l’unica – per associazione camorrista e droga. Non ha sul groppone sentenze per omicidio diventate definitive, non ha un «fine pena mai».
Fonte Il Mattino
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