Quel vecchio abuso edilizio di via Marano-Pianura mai represso dal Comune. Il ricorso al Tar vinto da Polverino e tante stranezze

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C’è un abuso edilizio, datato anno 2006, nella zona di via Marano-Pianura. Il civico è il 183, dove è ubicato un panificio intestato al signor Crescenzo Polverino. Accanto a quella struttura ne è sorta un’altra, oggetto di diversi interventi edificatori con il passare del tempo e in parte abusiva, di proprietà di un congiunto di Polverino e in uso ad una terza persona.

La storia è la seguente: Polverino diffida il Comune di Marano, nel lontano 2006, sollecitando il Comune ad adottare gli interventi repressivi per la questione dell’abuso edilizio. Poi, stante l’inerzia del Comune, nel 2007 ha proposto un ricorso al Tar per la declaratoria di illegittimità del silenzio serbato dall’ente sulla diffida stragiudiziale e per la conseguente condanna del Comune di Marano. Con sentenza del 9 ottobre del 2014, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato dal Polverino, rilevando che l’istanza di condono presentata nel 2004 da C.P., familiare del sottoscrittore del ricorso, non copre tutta la parte dell’abuso accertato e, pertanto, la parte eccedente, ovvero 42 metri quadri, è illegittima e nemmeno corredata da una sanatoria edilizia.

E’ stata inoltre accertata l’inottemperanza dell’ente cittadino, al quale, sempre con sentenza del 2014, è stato imposto di mettere in atto gli atti consequenziali, sia in ragione dell’abuso edilizio rilevato sia in ragione della pratica di condono presentata da C.P.

La sentenza, mai applicata dal Comune, è la numero 5429 del 9 ottobre del 2014. L’inerzia ha spinto Crescenzo Polverino a notificare una nuova diffida all’Ente, poiché – come evidenziato dai legali del ricorrente – “continua a subire un ingiusto e indebito pregiudizio derivante dall’accertamento dell’abuso edilizio attiguo al suo panificio”.

Ora le domande per l’ente comunale, sempre più allo sbando, sono le seguenti: la sentenza del Tar è stata impugnata al Consiglio di Stato? E se sì, qual è stato l’esito? Se non vi è stata impugnazione, perché dal 2014 non si agisce? Ci sono altre motivazioni, di carattere tecnico o giuridico o di altra natura (a noi non note), che hanno indotto gli uffici competenti, i dirigenti vari dei settori urbanistici alternatisi nel corso degli anni a non occuparsi della questione?

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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