In principio erano 25 giorni. Venticinque giorni per smantellare il capannone, abusivo, e liberare l’area. Venticinque giorni furono concessi dalla commissione straordinaria ai titolari della struttura la cui presenza (è sempre opportuno ricordarlo) ha impedito all’ente comunale di realizzare un’arteria di collegamento finanziata con fondi europei. Il Comune spese anche i soldi per le progettazioni, finiti nelle tasche di professionisti e tecnici comunali, ma dell’opera non se ne face nulla. La vicenda è stata inserita anche nel decreto di scioglimento dell’ente cittadino.
Ma facciamo un passo indietro. Subito dopo l’insediamento della nuova triade commissariale, ai titolari della struttura furono concessi 25 giorni per smantellarla. Di giorni ne sono passati circa 80, ma gran parte del capannone è ancora lì, in una zona a ridosso di via Vallesana. Le operazioni languono. Perché? La famiglia Battilomo deve presentare un piano di smaltimento, cioè fornire indicazioni al Comune circa la destinazione del materiale di risulta. Intanto il tempo passa. Il prefetto Reppucci si è detto certo e lo ha ribadito in più di un’occasione: il capannone sarà completamento smantellato.
Ma il tempo passa e non vorremmo che qualcuno se ne approfittasse per far finire tutto nel dimenticatoio.
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