“No al femminicidio”, Sant’Antimo scende in piazza

Dopo gli ultimi eventi, cittadini e associazioni hanno deciso di scendere in piazza per dire no al femminicidio.

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Scende in piazza Sant’Antimo per dire basta al femminicido, dopo gli ultimi casi che hanno sconvolto l’intera città. È questo l’importate messaggio della Fiaccolata in ricordo di tutte le vittime del femminicidio che si terrà martedì 25 ottobre 2016 dalle ore 19.00. L’evento, che prenderà il via dallo spiazzale antistante al Comune, è stato organizzato dalla signora Maria Ippolito, che invita i cittadini a partecipare numerosi alla fiaccolata per lanciare da Sant’Antimo un importante messaggio di solidarietà a tutte le vittime ed alle loro famiglie. Il consigliere comunale, avvocato Giuseppe Italia, ha reso nota la piena adesione etica, civica, umana, a nome di Agorà e soprattutto personale, all’iniziativa. E aggiunge: “La nostra terra sta vivendo momenti difficilissimi e sembra che la violenza sui più deboli, spesso sulle donne, sia una costante che non riusciamo a sconfiggere. Serve più informazione, più struttura, ma soprattutto più tutela, più Stato. Aderisco alla fiaccolata organizzata da Maria Ippolito senza indugio, perché ogni Uomo ha il dovere di partecipare quando si tratta di sottolineare che esistono ancora differenze, diversità, stupidità umane tali da mettere in pericolo la vita delle persone, delle donne, per sentimenti arcaici come la gelosia, che troppo spesso non sono altro se non il fallimento dell’uomo stesso che commette tali atrocità. A testimonianza di tutto ciò, in maniera assolutamente trasversale, allo scopo di sensibilizzare, di lanciare un segnale unitario forte e chiaro, proporrò di appendere un drappo rosso alla casa comunale, di modo che tutti vedendolo, possano riflettere.”

L’associazione culturale Sant’Antimo Bene Comune, aderendo all’iniziativa, si stringe nel più commosso cordoglio ai figli di Stefania e alla sua famiglia: “Stefania aveva finalmente deciso di lasciare Carmine. Stefania aveva trovato il coraggio per andare da un avvocato per porre fine al suo matrimonio. Non è difficile immaginare il tormento che aveva dovuto, suo malgrado, attraversare.

I continui litigi, le botte, le umiliazioni, un copione che probabilmente andava in scena ogni santo giorno. Quattro anni di tentativi: il più faticoso, quello di trasformare l’inferno in apparente normalità, coprendo i lividi e trattenendo le lacrime. Nessuna denuncia e intanto, due figli, il suo rifugio, la sua speranza, bende fresche e pulite sulle sue ferite e ad un certo punto la sua forza, la sua motivazione per dire basta. Stefania l’ha pagato caro il suo disarmato coraggio e a soli 28 anni è stata uccisa a colpi di pistola dal marito. Stefania non ha mai denunciato per paura. Ma quella paura l’ha portata con se ogni giorno, come fanno tutte le donne vittima di violenza, che portano dentro l’angoscia ed il tormento, sperando che qualcuno li veda e se ne faccia carico.

Allora, per liberarci di quella paura, impegniamoci a non stare in silenzio. Schieriamoci e ripartiamo da questa fiaccolata per moltiplicare i nostri sforzi per fare crescere quella cultura del rispetto reciproco, che è il fondamento del vivere in comunità. Siamo costernati di fronte a quanto è successo e proprio per questo dobbiamo soffermarci a riflettere. Questa iniziativa ha valore di testimonianza civile di fronte a una questione etica e culturale che ci coinvolge tutti”.

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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