I luoghi del cuore. Donnaregina Vecchia: il silenzio sacrale alle spalle della caotica Via Duomo

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Donnaregina Vecchia, splendida testimonianza trecentesca, ci accoglie con il Chiostro bello e silente, che si difende dalla caotiche e trafficate strade che la cingono, con la sua straordinaria sobrietà, con la sua immobile magnificenza. La facciata della chiesa, semplice e spoglia, presenta due monofore e un ovale sopra i quali è raffigurato lo stemma della regina Maria d’Ungheria, il cui sepolcro, capolavoro di Tino da Camaino, si trova all’interno. Roberto d’Angiò così volle rendere omaggio ad una madre severa e altera, che non aveva privato però il figlio di tenerezze infantili, che forse sono simbolicamente evocate nelle tessere azzurre che completano il mosaico sul sarcofago. In questa chiesa viene conservato uno straordinario ciclo di affreschi, attribuito a Pietro Cavallini, che si trova nel Coro delle monache di clausura. Nel XVI venne eseguito nel Convento un nuovo chiostro, e nel secolo successivo fu costruito, accanto al vecchio,  il complesso di Donnaregina Nuova.

Tutta questa monumentale area conventuale ricadeva e ricade tutt’ora nella zona adiacente a Via Duomo, che in origine era un insula doppia della città greco-romana, e che dal 780 viene denominata Convento di San Pietro del Monte di Donna Regina. Molti ordini lo occuparono: prima le monache basiliane, dal IX secolo le monache benedettine e infine la regola delle Clarisse, nel XIII secolo. Così la nostra città ancora ci stupisce e riempie di orgoglio, lasciandoci scoprire le stratificazioni cronologiche della sua stoia di arte e religiosità, di bellezza priva di alterigia, di calda e superba  grazia.

 

© Copyright Emilia Pirozzi, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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