La “salvezza” di Marano passa anche per l’istituzione della nuova caserma dei carabinieri. Ecco come procede l’iter

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La salvezza, o quanto meno il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini di Marano, passa per tre o quattro punti-chiave: la rifondazione degli uffici comunali (tributi, ragioneria, vigili urbani, ufficio tecnico e altro), l’arrivo di una commissione antimafia, che metta ordine in qualche faccenda e tenga lontano la politica, una certa politica, per qualche altro tempo, la revoca del contratto alla Teknoservice e, dulcis in fundo, l’istituzione della Compagnia dei carabinieri.

La struttura, finanziata con fondi europei e comunali, è quasi ultimata. Lo è da tempo, ma di recente si è dovuti intervenire nuovamente per migliorare gli standard di sicurezza degli uffici. La querelle sull’attivazione della Compagnia si trascina ormai da anni. Marano, comune di 60 mila e passa abitanti, avrebbe avuto tutte le caratteristiche per ospitare un commissariato di polizia. E l’idea era proprio questa, quando nel 2007 l’allora prefetto Pansa venne a Marano e assunse l’impegno di potenziare i presidi di sicurezza cittadini.

Poi, per ragioni di spending review e, forse, per scarsa insistenza politica, si optò per il potenziamento dell’attuale tenenza, che è tenenza soltanto sulla carta, ma in quanto a numeri è come se fosse una stazione guidata da un comandante con grado da ufficiale.

Marano è stata ed è una delle capitali del traffico di hashish a livello europeo; è una città che confina direttamente con il capoluogo partenopeo; Scampia e Secondigliano, Mugnano e Melito distano pochissimi chilometri e la vicinanza, sotto il profilo criminale, si è fatta sentire e non poco negli ultimi anni.

In città, governata malissimo negli ultimi anni, sono cresciuti i fenomeni di microdelinquenza, gli atti di vandalismo e quant’altro. I numeri delle forze dell’ordine (vigili e carabinieri) sono quelli che sono ed è quindi necessario, non più rinviabile il potenziamento dell’attuale tenenza.

I problemi sulla ripartizione dei costi di gestione e manutenzione dell’immobile di via Nuvoletta, di proprietà dell’ente comunale e che sarà concesso all’Arma in comodato d’uso per 30 anni, sembrano superati.

Nei prossimi mesi potrebbe iniziare il trasloco dei militari, ma bisogna fare in fretta perché il tutto va rendicontato entro i primi mesi del prossimo anno. Il progetto relativo alla realizzazione dell’immobile è seguito dall’ingegnere Buonocore, tecnico comunale, ed è stato redatto o partorito da Gennarino Pitocchi, ex capo dell’ufficio tecnico, mentre i tecnici che in qualche hanno un ruolo sono i seguenti: Paola Amato, Carlo Morra e Vincenzo Musella.

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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