“Con la direzione nazionale di domani inizia, anche e soprattutto per noi qui a Napoli, il percorso di ricostruzione del Partito Democratico. Il mio augurio è che tutti vogliano seriamente dare una mano”. Così Valeria Valente (PD) in un post su Facebook. “Purtroppo, il rischio che io vedo, mi auguro non si materializzi, è che si utilizzi invece questa fase non per (ri)costruire, ma piuttosto per consumare rivincite o rivalse interne – continua Valente – Di tutto abbiamo bisogno meno che di nuove divisioni o di azioni che alimentino divisioni esistenti. Ho trovato molto giusta nello spirito, animato dalla voglia di chi vuole dare una mano a ricostruire, l’intervista ieri a Romano Prodi su Repubblica. Dal presidente Prodi è arrivata, oltre che una seria analisi di merito, anche una lezione di stile su come debba comportarsi un padre nobile e un fondatore del Partito Democratico. Bisogna capire le ragioni sociali e culturali del malessere e del disagio, la necessità di ricostruire un insediamento sociale e un rapporto con le periferie che nel tempo abbiamo perso. Così come l’esigenza di mettere un freno al liberismo e ricostruire un profilo delle nostre classi dirigenti.
Un’analisi va fatta con queste coordinate e con questa prospettiva. Altrimenti tutto si riduce a tattica di corto respiro e a scontro interno. Per quanto mi riguarda io voglio dare una mano”. “Starò in Consiglio Comunale per fare, com’è giusto e doveroso nei confronti di chi mi ha sostenuto, un’opposizione seria e intransigente a de Magistris e dare così anche un contributo vero alla ricostruzione e al radicamento del Partito a Napoli. Un profilo e un radicamento non te lo puoi inventare in 5 mesi o nel corso di una campagna elettorale. Ed era chiaro che noi non ce l’avevamo anche e soprattutto perché non l’avevamo costruito nei cinque anni precedenti, nonostante gli errori e gli insuccessi di de Magistris. Non basta la qualità scadente di un’azione amministrativa a fare di un avversario l’alternativa. Così si spiega il massiccio astensionismo, soprattutto al secondo turno. Un astensionismo in primo luogo dei nostri elettori. Con loro, con quanti ci hanno sostenuto e coi tanti delusi che sono rimasti a casa, dobbiamo ricostruire un dialogo e le ragioni di una comunità e di una rappresentanza democratica”, conclude Valente.
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