Ferdinando Pecchia, l’idraulico freddato l’altra sera in un bar di Calvizzano, è l’ultima vittima di una faida che da due anni sta insanguinando le strade dei comuni a nord di Napoli. Da quanto emerge dalle prime indagini il 40 enne, incensurato e padre di tre figli (che avrebbe avuto una relazione con una 20 enne), sarebbe stato in qualche modo vicino agli ambienti dell’ala scissionista guidata da Mario Riccio, alias “Mariano”, il giovane boss originario di Marano, che nel 2012 aveva osato sfidare le vecchie famiglie (Polverino e Nuvoletta) e che aveva poi costituito la propria base operativa nel comune di Mugnano.

Una cellula criminale che, in seguito all’arresto di Riccio, si è rapidamente disgregata sotto i colpi degli agguati e degli arresti. Un’escalation cominciata nel marzo del 2014, quando nel mirino dei sicari finirono Antonio Ruggiero (caso di lupara bianca) e Andrea Castiello, amico di vecchia data di Ruggiero, prelevato a Melito e ammazzato in una discarica di Casandrino. Un duplice omicidio che sancì di fatto la fine dell’era Riccio, ma che non arrestò la scia di sangue. Nel giro di qualche mese, infatti, anche gli altri sodali di “Mariano” non hanno avuto scampo.

Sotto i colpi dei killer sono finiti Antonio Pastella, ucciso nel marzo del 2015 all’esterno di un bar del centralissimo corso Europa a Marano, e Salvatore Vigna (“Totore Pitbull”), freddato due mesi dopo tra via Casaggiarrusso e via Padreterno.

E’ stato assicurato alla giustizia, invece, Castrese Ruggiero, cugino di Antonio Ruggiero. Entrambi sono stati arrestati qualche settimana fa nell’ambito di un’operazione antidroga condotta dai carabinieri di Marcianise. In carcere è finito anche Armando Di Somma, altro elemento della gang fondata da Riccio, catturato due anni fa in un appartamento di Qualiano. Ora le forze di polizia sono sulle tracce di Egidio Pastella, fratello di Antonio, latitante da circa due anni.

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