Far west al Pellegrini. I medici: sparavano anche a noi

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Una terribile notte da far west»: così Giuseppe Fedele – specialista in Chirurgia di urgenza, 63 anni, di cui 30 trascorsi al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini. È ancora sotto choc per l’esperienza vissuta poche ore prima: «In trent’anni di carriera in quest’ospedale di frontiera ne ho viste tante ma mai mi era capitato di assistere a una scarica di proiettili sparati all’impazzata sulla folla ad altezza d’uomo. Poteva essere una strage».

Cosa è successo esattamente?
«Ero di turno dalle 20 alle 8 del mattino. Verso le 2 ho sentito un gradissimo fragore. È arrivata una macchina strombazzante con decine di persone urlanti al seguito. In questi casi ho imparato dall’esperienza che si tratta di persone ferite in agguati e mi sono preparato ad accogliere il ferito. Ci ha messo un po’ ad uscire dalla macchina per le ferite agli arti e per la stazza e il peso».

Quindi?
«Il ferito finalmente stava entrando nell’ascensore con i barellerei ed io ero al piano superiore ad attenderlo. A questo punto ho sentito altro clamore e avvertito nettamente la esplosione di diversi colpi di pistola almeno cinque o sei in successione. C’è stato un fuggi fuggi generale sia del personale del pronto soccorso sia delle persone che erano sulle scale. Ero coperto dal vano ascensore ma in pratica il bersaglio del raid poteva essere sia la persona ferita, entrata già in ascensore, sia qualcuna delle persone al seguito».

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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