L’opinione. Elezioni 2018. Quello che non si dice

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Con l’avvento della seconda Repubblica, la corruzione dai partiti si e’ ampliata a fenomeno sociale, in particolare nei Comuni, nelle Partecipate, negli Enti intermedi, ossatura di un paese efficiente. Non aver provveduto ad una legge che regolasse la funzionalita’ ed il riordino degli Enti Locali, con le Regioni da Enti di Legiferazione e Programmazione diventate Enti di Gestione e l’avvento della Legge Bassanini, demandare poteri ai Tecnocrati, privi di una scuola di formazione, ha reso la burocrazia, nel suo complesso, elemento frenante ed, in alcuni casi, ha reso più’ vulnerabile il paese alla corruzione.
I partiti non hanno colto che con la caduta del muro di Berlino, il P.C.I., seppur con le dovute divisioni nel campo di centro-sinistra, aveva contribuito alla ricostruzione del paese, bisognava , quindi riformare la democrazia imperfetta a democrazia perfetta, dell’alternanza, per proseguire sulla strada delle riforme. Aver demandato la rigenerazione dei partiti, all’altro Organo dello Stato, ha prodotto una confusione di ruoli e di competenze ed un vuoto politico da rendere il Paese non solo, più’ vulnerabile agli effetti della globalizzazione ed alla successiva crisi finanziaria con l’indebolimento nei Centri decisionali europei ma incapace a creare un’alleanza di governo coesa che potesse governare i cambiamenti imposti dalle nuove invenzioni tecnologiche. In un paese dove il PIL per anni si assestava intorno allo zero, bastava capire che la ricchezza sta nel suo tessuto produttivo e nella sua ottimale posizione paesaggistica con i siti monumentali ed archeologici, non supportati da una politica di sviluppo del terziario avanzato e del quaternario. Questo ha prodotto di fatto un indebolimento del mercato del lavoro, aumentate le disuguaglianze e creato nuove povertà’ lasciando tutto al libero mercato padroneggiato dalla finanza mondiale.

Una complessa societa’ come la nostra ha bisogno di valori come giustizia sociale, liberta’ e socialismo coniugato con la democrazia.
Come attuarli? Prima liberarci di lacci e lacciuoli che attanagliano la nostra comunita’ quali l’illegalità diffusa, privileggi e quant’atro che sia di impedimento, e poi dire la verita’ ai cittadini. Il momento e’ difficile ma superabile se si inculca speranza, e non come adesso, da piu’ parti paura, diventando i cittadini stessi attori protagonisti del cambiamento, per cui, non hanno bisogno di promesse, impossibili da mantenere, ma di proposte concrete che si possono sintetizzare in tre punti:
– mafia tax, nel modo più’ estensivo del termine,con riforme di strutture
Fiscale, della Giustizia e della Pubblica Amministrazione;
– lo sviluppo del Mezzogiorno, visto oggi come area residuale e non
Integrale dell’intero paese;
– una politica europea dove i patners europei siano visti come
interlocutori interessati a risolvere i problemi, quale il fenomeno
migratorio e lo sviluppo dei Mezzogiorno d’Europa, per la
realizzazione di una Europa Politica, dei Popoli.

Ieri a seguito di una mia riflessione sul familismo amorale e clientelismo spinto praticato con le candidature del P.D in Campania, un mio caro amico, mi rispondeva “sanno fare sistema”. E’ vecchia politica, guai a continuare su questa scia, che ha portato i partiti a diventare gruppi di potere contrapposti e allontanare i cittadini dalle urne. Un tempo i quadri dirigenti scaturivano dal sapere, dall’apprendere, dall’abnegazione e non dal carrierismo e sapevano essere espressione dei territori.

Alcuni giorni orsono, un’amica, figlia di un vecchio socialdemocratico della Napoli Bene, mi comunicava che si sentiva confusa, non sapeva chi votare, le risposi: attendiamo di conoscere le candidature, dopo scegliamo il candidato piu’ idoneo a rappresentare le nostre idee.
Ho appreso con soddisfazione che fa la propaganda per i candidati Rossi Doria e Siani, persone ineccepibili ma in contrasto, in termini di valori e di prospettive con le diverse candidature in campania del P.D.. Un distinguo e’ d’obbligo, tutti coloro che votano il P.D, come detto da Renzi, anche se turandosi il naso, ed aggiungo, si rifugino nella lista Bonino-Tabacci, collegata, domani saranno ottimi compagni di viaggio per un cambiamento.

A nord di Napoli, territorio che presenta problemi piu’ gravosi, nel collegio di Giugliano, il centro-destra presenta Fele, coniuge del consigliere regionale Schiano, che fa parte della maggioranza del Governatore De Luca, il quale Schiano pochi giorni fa’ e’ andato a ossequiare il leader della Lega Nord, Salvini, a Calvizzano, la dice lunga, spendere parole e’ inutile; il P.D. candida Giuseppe Pellegrino, stimato avvocato, a quello che mi hanno riferito, se risulta a vero, titolare dello studio dove il dott. Cantone ha fatto praticantato e ne ha proposto la candidatura. Una domanda e’ d’obbligo, usando il frasario del suo ex collega, Di Pietro, cosa centra Pellegrino con la cultura ambientalista, laico-socialista dei Raffaele Di Nardo, Giacomino ed Esterino Mallardo, per citarne alcuni, radicati sul territorio, che hanno dedicato la loro vita politica, in particolare al giuglianese e non dare fiducia a giovani del territorio come la candidata di Liberi e Uguali, deputata uscente, che si e’ spesa e continuera’ a spendersi per questo martoriato territorio di fatto diventato epicentro della Terra dei Fuochi, Michela Rostan?; Dott. Cantone,dall’Osservatorio dell’A.N.A.C., Autorita’ Indipendente, non era a conoscenza del malaffare che veniva praticato per la Taverna del Re, sul territorio, da soggetti che girano nell’orbita del Governatore De Luca, “padrone del partito in Campania”, per cui l’interessamento alla candidatura di Pellegrino, anche se si distingua dalle candidature imposte dal Governatore, non la si puo’ considerare un invasione di campo?.

Nel collegio di Pozzuoli, che comprende le comunita’ di Quarto e Bacoli hanno già’ espresso rispettivamente a Sindaco la Capozzi e Della Ragione, una volontà di cambiamento nell’amministrare la cosa pubblica, mentre la candidatura di centro-destra di Severino Nappi, girovago approdato alla corte di Berlusconi e la debole candidatura del P.D. di Maria Carmela Tumiatti, stimata insegnante non dell’apparato del partito, rallenterebbero quel processo di rinnovamento che tanto necessita al territorio e all’intero paese.

Sentir oggi da alcuni leaders che dopo il responso delle urne si possa praticare una coalizione alla tedesca tra il P.D. e F.I., nel caso ne uscisse fuori una maggioranza numerica, se pur minoritaria, e’ incomprensibile. La Germania ha partiti veri, pilastri della democrazia, che hanno saputo, in tempo debito, rigenerarsi e l’accordo che andra’ a concretizzarsi, scaturisce da un di battito interno ai partiti interessati, dove, in caso di particolarita’ fanno prevalere il senso dello Stato agli interessi di partito. Inoltre, Renzi parla di “partito alla Macron” senza conoscere che in Francia esiste una ossatura della Stato formata dall’ENA – Ecole Nationale d’Adminitration che riesce a percepire in tempo, in caso di una ventata antieuropeista, costruire il diverso, quale minore pericolo per la democrazia.

Dal Mezzogiorno può arrivare quella spinta propulsiva al cambiamento.
Napoli, con l’elezione e la rielezione di Luigi De Magistris a Sindaco della Citta’ e’ la dimostrazione di una volonta’ popolare che chiede di cambiare, etichettato dal P.D. locale come un movimento di sinistra da combattere e non renderlo migliore nel praticare una opposizione costruttiva. Questo significa non aver compreso la crisi del partito che in un modo crescente perde la fiducia di quella parte di elettorato che non crede nel partito e nei partiti, raccolto, a livello nazionale
dal “vaffa…ed antisistema di Grillo. Se dovesse, come probabile, dal meridione, uscire dalle urne un risultato che desse al Movimento 5 Stelle guidato dal conterraneo Luigi Di Maio, più’ di un terzo dei voti dell’elettorato e trasformarsi in movimento di sistema per una probabile governabilita’ del paese un confronto dialettico e’ auspicabile.

Il mondo ha bisogno di valori come giustizia sociale, liberta’ e socialismo coniugato con la democrazia!.
La prossima Legislatura sara’ di breve durata, la forza politica
che sarà capace di interpretare i valori anzidetti, con parole e pensieri che sembrano vecchi, ma sono termini che danno il senso della necessita’ di rinnovare le battaglie per i diritti, di aggiornarla con nuove tecniche di comunicazioni, di aggregazione e di sostanza con la costruzione di un partito all’altezza di questo compito che si ponga in maniera forte ed organizzata, utilizzando nuovi metodi di militanza politica e riesca a strutturarsi in modo capillare sul territorio nazionale conquistera’ la fiducia degli elettori per una corretta governabilita’ del Paese. Una rilettura del pensiero dei meridionalisti Giustino Fortunato e Gaetano Salvemini potrà essere di grosso aiuto.

Franco De Magistris

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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