A Roma la Raggi caccia dalle case popolari le persone agiate. A Marano si tace sulle famiglie benestanti che continuano ad occuparle, usurpando così un diritto a chi ne ha bisogno

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A Roma, la giunta Raggi sta pian pianino cacciando dalle case popolari coloro che non ne hanno i titoli. Ieri l’ultimo sgombero. I vigili sono entrati in azione in un alloggio popolare trasformato nell’elogio del kitsch: arredamenti e finiture che definire “sfarzose” è forse troppo poco. Vasca da bagno con tende di pregio, rubinetti in oro, water dorati e elettrodomestici di lusso. La casa era occupata da una famiglia rom.

A Marano sono anni, invece, che si continua a balbettare: balbettavano le giunte politiche e balbettano i commissari straordinari. C’è un piano per vendere trenta alloggi del Comune, ma non solo l’ente non è riuscito ad alienarle (le aste si sono rivelate un flop), ma non riesce nemmeno a cacciare coloro che hanno redditi (non bassi) che non gli consentirebbe di vivere in abitazioni che spetterebbero ai poveri, agli indigenti veri e agli sfrattati.

Lo sanno anche le pietre. Alcune case popolari di Marano sono occupate da persone benestanti: commercianti, insegnanti, dipendenti della pubblica amministrazione. La legge parla chiaro: i Comuni, ogni cinque anni, devono verificare requisiti e redditi. A Marano, invece, le signore Mucerino e Di Zuzio, rispettivamente funzionaria dell’ufficio tecnico e sovraordinata dell’area economica, si sono concentrate solo sulla vendita (fallita) delle case ma non battono ciglio sulla questione delle persone che dovrebbero e devono essere allontanate perché hanno la possibilità economica di cercarsi altro e pagare un canone di mercato.

Non se ne vogliono occupare o fanno finta che il problema non esista o pensano che non sia un problema di loro competenza. Ci sono centinaia di persone che hanno presentato, nel 2014, domanda per ottenere un alloggio popolare e che credevano che l’arrivo di una commissione straordinaria potesse mettere un po’ d’ordine dove ordine non c’è.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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