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Bisognava uccidere qualcuno, perché tutti sapessero che – anche dopo l’arresto di Cosimo Di Lauro – la faida andava avanti e la guerra era ancora aperta. Ed è in questa logica, che furono mandati due killer ad ammazzare il nipote di Rosario Pariante (boss scissionista), dando seguito a uno dei tanti errori di persona che hanno insanguinato le strade di Napoli. Fu in questo scenario che i killer fecero fuoco contro Attilio Romanò, impiegato in un negozio di telefonia, studente, marito e padre. Un uomo estraneo alla camorra, ucciso per una svista a soli trent’anni. Per quel delitto la Procura ha chiesto trent’anni di carcere per Di Lauro.
Il Mattino
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