Non mancano le contraddizioni: tra i nomi coinvolti figura anche chi si erge pubblicamente a paladino della legalità, ma che da anni frequenta — almeno politicamente — i peggiori ambienti e personaggi maranesi.
Secondo il Testo Unico degli Enti Locali (art. 63 del D.lgs. 267/2000), l’incompatibilità con la carica sussiste in presenza di debiti liquidi ed esigibili nei confronti del Comune. L’articolo 69 dello stesso decreto prevede la decadenza automatica se la causa non viene rimossa entro dieci giorni dalla contestazione formale.
Il Segretario Generale è quindi chiamato ad avviare senza indugio l’iter di decadenza per i consiglieri morosi, come previsto dalla normativa vigente. I diretti interessati avranno solo dieci giorni di tempo per regolarizzare la loro posizione debitoria: se non lo faranno, dovranno lasciare il posto in Consiglio.
Anche qualora riuscissero a sanare i propri debiti entro il termine previsto, restano le dichiarazioni mendaci rilasciate al momento dell’insediamento. Un reato, quello del falso, che non può essere ignorato: inevitabile, a questo punto, l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Napoli Nord.
Si apre dunque un ulteriore fronte delicato per l’amministrazione Morra, anche se tutti sanno che alla fine – al netto della questione penale che sarà trattata da Napoli nord – molti dei coinvolti se la caveranno perché regolarizzeranno per non essere dichiarati decaduti o perchè non hanno ricevuto notifiche di atti dagli enti o uffici preposti.
A questo si aggiunge la corposa relazione della commissione d’accesso che a breve consegnerà le proprie determinazioni al Prefetto di Napoli. Ancora pochi mesi e l’amministrazione Morra potrebbe essere solo un lontano ricordo, per grazia ricevuta.