MARANO, PENDENZE TRIBUTARIE E DICHIARAZIONI MENDACI DEI CONSIGLIERI: UNA DECINA QUELLI COINVOLTI. MA ORA, SOLO DOPO LE RICHIESTE DELLA COMMISSIONE D’ACCESSO, FANNO LA CORSA PER REGOLARIZZARE

0
Condividi
424 Visite
La vicenda dei consiglieri morosi al Comune di Marano di Napoli si fa sempre più grave. Secondo diverse fonti, sarebbero almeno dieci i consiglieri comunali che avrebbero avuto debiti con l’Ente, per acqua, Tari o altro, al momento della proclamazione nel civico consesso. Almeno la metà, però, avrebbe la parziale giustificazione di aver chiesto lumi, prima della loro proclamazione nell’assise cittadina, agli uffici preposti ai controlli sui tributi.
Tra questi, esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione, a conferma che il problema è trasversale. In molti, solo dopo le richieste di accesso agli atti del consigliere De Stefano, i nostri articoli e dopo le richieste di chiarimenti della commissione d’accesso agli atti, che tra poche ore consegnerà la relazione al prefetto Di Bari, si sono mossi per sanare. La corsa a sanare delle ultime ore è sintomatica dello stato delle cose. I rappresentanti dei cittadini, che criticano i morosi, a loro volta morosi o comunque non in regola nemmeno con le volture delle utenze.
Ci si muove sempre dopo, insomma, come accaduto per un bene confiscato che stava per essere assegnato alla moglie di un consigliere (sventato da Terranostranews), per alcune aziende interdette per mafia, che fino all’arrivo della commissione ispettiva continuavano a pubblicizzare le loro attività con insegne e manifesti, o per aziende funebri che hanno ottenuto il via libera dall’ente in assenza di informative antimafia.

Non mancano le contraddizioni: tra i nomi coinvolti figura anche chi si erge pubblicamente a paladino della legalità, ma che da anni frequenta — almeno politicamente — i peggiori ambienti e personaggi maranesi.

Secondo il Testo Unico degli Enti Locali (art. 63 del D.lgs. 267/2000), l’incompatibilità con la carica sussiste in presenza di debiti liquidi ed esigibili nei confronti del Comune. L’articolo 69 dello stesso decreto prevede la decadenza automatica se la causa non viene rimossa entro dieci giorni dalla contestazione formale.

Il Segretario Generale è quindi chiamato ad avviare senza indugio l’iter di decadenza per i consiglieri morosi, come previsto dalla normativa vigente. I diretti interessati avranno solo dieci giorni di tempo per regolarizzare la loro posizione debitoria: se non lo faranno, dovranno lasciare il posto in Consiglio.

Anche qualora riuscissero a sanare i propri debiti entro il termine previsto, restano le dichiarazioni mendaci rilasciate al momento dell’insediamento. Un reato, quello del falso, che non può essere ignorato: inevitabile, a questo punto, l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Napoli Nord.

Si apre dunque un ulteriore fronte delicato per l’amministrazione Morra, anche se tutti sanno che alla fine – al netto della questione penale che sarà trattata da Napoli nord – molti dei coinvolti se la caveranno perché regolarizzeranno per non essere dichiarati decaduti o perchè non hanno ricevuto notifiche di atti dagli enti o uffici preposti.

A questo si aggiunge la corposa relazione della commissione d’accesso che a breve consegnerà le proprie determinazioni al Prefetto di Napoli. Ancora pochi mesi e l’amministrazione Morra potrebbe essere solo un lontano ricordo, per grazia ricevuta.

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti