Dopo la rinuncia di papa Ratzinger viene indetto un nuovo conclave che il 13 marzo 2013 elegge Bergoglio come nuovo pontefice. “Che Dio vi perdoni” sono state le prime parole che Bergoglio ha rivolto ai colleghi cardinali che lo avevano eletto. Una scelta di rottura col passato tesa a imprimere una svolta progressista alla Chiesa cattolica. Il nuovo Papa si presenta ai fedeli senza la mozzetta rossa e senza le tradizionali scarpette rosse. “Monsignore, questa la metta lei. È finito il carnevale”, pare abbia detto Papa Bergoglio a monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche. Papa Francesco irrompe dalla loggia delle benedizioni della Basilica Vaticana con parole che resteranno impresse nella memoria di molti fedeli: “Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. Nonostante le differenze di stile e di linea dottrinale Papa Francesco e il Papa emerito Ratzinger mantengono un rapporto stretto e cordiale.“È come avere un nonno a casa, il nonno saggio, venerato, amato, è un esempio di prudenza… È come il mio papà, se avessi una difficoltà, una cosa che non ho capito, posso andare a parlare con lui”, dirà Bergoglio. Il 27 aprile 2014 i due papi hanno concelebrato la canonizzazione dei loro predecessori Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e l’8 dicembre 2015 hanno aperto insieme la Porta per il giubileo straordinario della misericordia.
Padre Federico Lombardi ha, poi, confermato molte indiscrezioni alquanto inedite per l’occasione: Papa Francesco ha telefonato a Ratzinger poco prima dell’Habemus Papa e il giorno seguente ha pagato il conto della Casa del Clero dove aveva alloggiato fino al giorno prima. Rinuncia, inoltre, di vivere nell’appartamento del Palazzo Apostolico e opta per risiedere insieme ad altri nella Domus Sanctae Marthae. Papa Bergoglio, invece, spiegherà così la scelta di chiamarsi Francesco: “Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: ‘Non dimenticarti dei poveri!’. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi”. Il 17 marzo, al termine del suo primo Angelus, Papa Francesco saluta i fedeli che lo ascoltano in piazza con una formula che diventerà un suo ‘marchio di fabbrica’: “Buona domenica e buon pranzo”.
La linea progressista impressa da Papa Francesco
A destare scalpore è la decisione di Papa Francesco, nel luglio 2013, di far visita all’isola di Lampedusa in segno di vicinanza ai profughi che scappavano dall’Africa. Quella di Bergoglio diventa una “Chiesa ospedale da campo”, aperta alle “periferie esistenziali del mondo”. Le aperture del nuovo papa al mondo progressista sono notevoli, ma non riguardano l’aborto, l’eutanasia e le nozze omosessuali, sebbene all’inizio del suo pontificato abbia dichiarato: “Chi sono io per giudicare un gay?”. Papa Francesco, invece, nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, apre alla possibilità che divorziati e risposati possano fare la comunione. Nel giugno del 2016, quattro cardinali tradizionalisti, tra cui l’italiano Carlo Caffarra, hanno controfirmato 5 dubia sul tema a cui Papa Francesco non ha mai dato risposta. In due note a piè di pagina dell’enciclica, però, Bergoglio spiega che “in certi casi” l’aiuto della Chiesa per le situazioni difficili“potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti”, perché “il confessionale non deve essere una sala di tortura” e “l’Eucaristia non è un premio per i perfetti, ma un alimento per i deboli”. Risale al 2015, invece, l’enciclica Laudato Sì con la quale il Papa abbraccia un ambientalismo spinto che, alcuni anni dopo, tornerà di moda anche grazie una giovane adolescente come Greta Thunberg.
Per affrontare il tema della pedofilia nella Chiesa, nel 2014, Papa Francesco istituisce una Commissione apposita e dichiara: “Mi sento chiamato a farmi carico di tutto il male che alcuni sacerdoti – abbastanza, abbastanza in numero, ma non in proporzione alla totalità – a farmene carico e a chiedere perdono per il danno che hanno compiuto, per gli abusi sessuali sui bambini. La Chiesa è cosciente di questo danno. È un danno personale e morale loro, ma di uomini di Chiesa. E noi non vogliamo compiere un passo indietro in quello che si riferisce al trattamento di questo problema e alle sanzioni che devono essere comminate”. Da questa commissione, poi, nel corso degli anni si dimetteranno prima le vittime di abusi da bambini, l’inglese Peter Saunders e l’irlandese Marie Collins, oltre alla psichiatra infantile francese Catherine Bonnet, specializzata nella cura di minorenni vittime di violenze sessuali. Nel 2019 il Papa elimina il segreto vaticano per i processi che riguardano la pedofilia. Tra le altre riforme in materia di giustizia si segnala l’abolizione dell’ergastolo e l’esclusione dal Catechismo della pena di morte.
Papa Francesco si prefigge, inoltre, la volontà di riformare la Curia romana e lo Ior, ma in entrambi i casi si affida a porporati che finiscono nell’occhio del ciclone della magistratura. Nel 2015 monsignor Vallejo Balda e la laica Francesca Immacolata, membri del Cosea9, vengono travolti dall’inchiesta Vatilikeas 2, mentre tra gli 8 cardinali che devono riscrivere la Costituzione Apostolica c’è il cardinale australiano George Pell, arrestato nel 2019 dalla magistratura australiana per stupro. Il Pontefice, infine, è stato criticato per l’eccessivo ecumenismo e per l’amicizia con alcuni esponenti del mondo laico italiano come Eugenio Scalfari, ma soprattutto Emma Bonino, esponente politico che, prima di abbracciare la causa delle Ong e dei migranti, ha promosso il referendum per introdurre l’aborto in Italia. Nel febbraio 2019 ha suscitato notevoli polemiche la firma della dichiarazione sulla Fratellanza universale sottoscritta con l’imam di al-Azhar.
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