MARANO, MORRA ALLA MARCIA PER LE VITTIME DI MAFIE E QUEL DISCORSO (IN PARTE SBAGLIATO) SULLE RESPONSABILITA’ DEGLI AMMINISTRATORI. ANCHE I POLITICI COMBATTONO LA CRIMINALITA’ E TI SPIEGHIAMO IN CHE MODO

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In occasione della marcia della legalità organizzata per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie a cui hanno partecipato tantissime scuole del territorio, forze dell’ordine, autorità civili e religiose, è intervenuto anche il Sindaco di Marano, Matteo Morra.

Il discorso del Sindaco, almeno fino ad un certo punto non ha fatto una piega, poi lo scivolone è parso ai più clamoroso. Secondo il buon Matteo, la politica e quindi l’amministrazione comunale “non ha la responsabilità di combattere la camorra, perchè questa attività spetta alla magistratura e alle forze dell’ordine” ma per Morra andrebbe combattuta invece “la mentalità camorristica”. Da segnalare anche gli applausi smielati di assessori e consiglieri presenti all’evento, ormai supini ad ogni panzana o mezza panzana del primo cittadino.

Caro Sindaco, a noi dispiace doverti sempre riprendere ma tu purtroppo ce ne dai ogni volta modo. La camorra la combattono anche gli amministratori e in che modo te lo spieghiamo noi. La camorra la si combatte, dal di dentro del Palazzo, quando prova ad infiltrarsi nella macchina comunale, quando prova ad avvicinare esponenti politici, quando in qualche modo veicola voti per il politico di turno e riesce – grazie a controlli blandi – ad insinuarsi nel Comune. E ancora: quando candida persone di dubbia provenienza nelle liste che si presentano alle elezioni, quando prova a veicolare i piani urbanistici verso determinati centri di interesse, quando prova a veicolare appalti pubblici verso imprese compiacenti. Sono attività di controllo che competono agli uffici comunali? No, sindaco: al sindaco e ai consiglieri spetta l’obbligo dell’indirizzo e del controllo degli atti. E non solo: si combatte la camorra anche stringendo le maglie di chi entra ed esce dal Comune, facendo attenzione soprattutto alle frequentazioni o comunque anche alle amicizie borderline.

Marano non è una città della Svizzera, Sindaco, Marano è una delle città col più alto indice di criminalità e la camorra non è più quella di un tempo: oggi si avvale, spesso e volentieri, della collaborazione di colletti bianchi, di funzionari compiacenti, di politici, di professionisti e chi ne ha più ne metta. Queste figure, oggi avvicinate dai clan, caro Sindaco, vanno tenute a distanza dal contesto comunale e grazie a questo lavoro si combatte la camorra. Quando le forze dell’ordine o la magistratura arrivano, purtroppo, già si sono consumati reati. Tutti gli organi dello Stato, indistintamente dal ruolo che svolgono, devono combattere la camorra e non possono delegare questa funzione solo a chi svolge le indagini, troppo facile così.

Caro Sindaco, il magistrato Paolo Borsellino ci insegna che – come trent’anni fa – la chiave del successo nel contrasto al crimine organizzato sta infatti nella chiamata alle armi della società civile, nella compartecipazione attiva e ad una vigilanza collaborativa. Di fronte a fenomenologie socio criminali come le mafie non si può pensare di reagire solo reprimendo le condotte in sede penale: l’integrità e la trasparenza non si impongono soltanto dall’alto, ma sono da attuarsi a più livelli, anche e soprattutto nei comuni. Altrimenti se al Comune non spettasse il compito di combattere la camorra, molto probabilmente non si registrerebbero scioglimenti dei consigli comunali per mafia. A tratti è sembrato di risentire un ex sindaco, che per anni ha menato il torrone raccontando di essere un sindaco nonostante la camorra…

© Copyright 2025 Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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