Stallo riscossione e ripercussione per le casse del Comune, che rischia un buco da 70 milioni all’anno. E per un ente in procedura di riequilibrio dei conti, cioè in predissesto, sarebbe una botta pesante. È la conseguenza della richiesta della Corte di giustizia tributaria di Napoli alla Cassazione di verificare i requisiti della Napoli obiettivo valore – la società di riscossione del Comune – che non è iscritta all’albo dei concessionari e che ha versato 1,3 milioni sui 5 che richiede la legge come capitale sociale.
Due dei requisiti richiesti per svolgere l’attività di riscossione. Secondo le interpretazioni di molta giurisprudenza corrente, queste due anomalie ridurrebbero la capacità operativa della Società: nella sostanza non potrebbe né emanare cartelle esattoriali e ne ha inviarne 400mila nelle case dei napoletani e nemmeno riscuotere per conto di Palazzo San Giacomo l’Imu, la Tari, le multe e la Cosap oltre ai canoni della pubblicità. Napoli obiettivo valore sarebbe solamente una “società veicolo” di Municipia che ha vinto la gara per la riscossione indetta dal Comune.
Tutto è dunque nelle mani della Cassazione. E la speranza è che si faccia subito chiarezza come già ribadito dall’assessore al bilancio del Comune Pier Paolo Baretta perché altrimenti è a rischio la tenuta stessa del bilancio oltre che gli equilibri del “Patto per Napoli” e implicitamente le speranze di rinascita di Napoli.