MARANO, ANNO DOMINI 2024: LA RESTAURAZIONE POLITICO-AFFARISTICA-MAFIOSA E’ ORMAI DIETRO L’ANGOLO. INDAGINI E PROCESSI NON HANNO TRASFORMATO LE VERITA’ STORICHE IN VERITA’ GIUDIZIARIE

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Eduardo avrebbe detto “fuitevenne”. La restaurazione politico-affaristico-mafiosa è ormai un dato di fatto, o quasi. Non solo a Marano, sia chiaro, ma anche in altri comuni del circondario giuglianese. Non sono bastati processi, qualche sentenza, un numero infinito di indagini per stroncare o quanto meno arginare i fenomeni che hanno devastato la città. Chi aveva sperato in un cambio di rotta, in una nuova pagina di storia per la città tradita dal cemento legale ed illegale, dai politici e tecnici corrotti o al servizio del “sistema” e spesso, purtroppo, anche da esponenti delle forze dell’ordine, deve prendere atto di ciò che sta accadendo. Indagini fatte male, in ritardo soprattutto, giudici poco attenti o sprovvisti delle nozioni minime delle dinamiche cittadine, avvocati abili, scaltri e preparati, scarsa propensione ad approfondire da parte di chi, ogni giorno, avrebbe il compito di farlo.

E così, dopo gli anni dei grandi scandali (il Pip, la Masseria del Galeota, i beni confiscati non assegnati, i beni abusivi dei mafiosi mai sgomberati, quattro scioglimenti per mafia del municipio, le consolidate pratiche corruttive in alcuni ambienti, le voci, non positive, ricorrenti su personaggi di spicco della politica locale), tutto o quasi – come direbbe un noto conoscitore del territorio – sta andando “a vrenna”.

Marano, tanto per utilizzare termini un po’ inflazionati, era e resta la Corleone in continente. Diversi mafiosi sono in carcere, condannati per associazione e traffici di droga. Un politico è stato condannato in primo grado, sempre per reati connessi alla mafia, e con lui un tecnico di fama. La magistratura, pur impegnandosi allo stremo soprattutto negli ultimi 7-8 anni, ha tuttavia fatto flop sul versante dei politici e dei colletti bianchi. E i processi sono l’emblema del fallimento. La verità storica di certi accadimenti è acclarata ormai. Troppi politici, troppi tecnici, troppi imprenditori erano prima collusi ai Nuvoletta e poi ai Polverino e qualcuno oggi agli Orlando.

Ma tutto ciò, tutto ciò che ogni maranese sa e conosce per averlo visto con i propri occhi o averlo vissuto sulla propria pelle, non si è trasformato in verità giudiziaria. Nonostante la sfilza di pentiti pronti a sostenere le accuse, poco si è concretizzato, almeno sul fronte politico e affaristico. Qualche cosa, ripetiamo, di positivo è stato fatto e qualche altra cosa accadrà sul fronte giudiziario: saranno assicurati alle patrie galere o vi resteranno per molti altri anni altri autori o mandanti di omicidi rimasti nel limbo, quelli commessi tra gli anni Ottanta e Novanta. Qualche altra inchiesta farà luce su qualche estorsione o traffico di droga, ma sul fronte politico, tecnico e amministrativo c’è poco da sperare.

La restaurazione è in atto a tutti i livelli. Basta guardare al recente passato e per molti aspetti anche al presente. Il quadro è chiaro ed esaustivo. La giocata, oggi, è in mano agli Orlando (per certe vicende) e ai “russi” (per altre). Questi ultimi hanno dalla loro parte alcuni imprenditori compiacenti e questi, a loro volta, qualche politico e tecnico di riferimento. Le famiglie storiche in campo, da sempre molto attente alle questioni urbanistiche, sono tornate inoltre nuovamente sul pezzo.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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