Vincenzo Ardimento fu ucciso per una parola di troppo, indirizzata agli uomini del clan Abbinante, originari di Marano. “Sono cafoni di Marano». Fu questa la frase che avrebbe condannato a morte l’uomo, freddato in via Fratelli Cervi, nel giugno del 1999. Per quell’omicidio, due giorni fa, è stata eseguita in carcere a Catanzaro, dove è detenuto, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Francesco Abbinante, figlio del capoclan “Papele”. La svolta è arrivata con le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, in primis Salvatore Musolino, affiliato ai Di Lauro, che ha ricostruito le fasi del delitto, chi vi partecipò, e accusato gli Abbinante di aver orchestrato il tutto. Ardimento fu ucciso per quel commento non gradito. Gli Abbinante, secondo il pentito, vollero vendicarsi e convocarono un summit in cui sancita la sua condanna a morte.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNewsGli Abbinante dietro il delitto Ardimento. Fu ucciso per un commento contro “i maranesi”
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