Marano, processo Bertini-Simeoli-Cesaro: la lunga arringa del difensore dell’ex sindaco

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Processo Bertini-Simeoli-Cesaro-Santelia: si è tenuta oggi l’arringa difensiva dell’avvocato Filippelli, che ha come assistiti l’ex sindaco Mauro Bertini e l’ex dirigente comunale Armando Santelia. Una duplice difesa che qualche tempo fa generò non poche polemiche poiché Bertini, in un colloquio con il maggiore dei Ros Sferlazza (il colloquio risale ad alcuni anni fa, si riferisce alle fase relativa alle indagini sull’area Pip, ed è poi è finito agli atti dell’odierno processo), ebbe a dire cose non proprio lusinghiere di Santelia, per anni suo fidato dirigente all’ufficio tecnico.

L’avvocato difensore di Bertini, nella lunga arringa difensiva, ha analizzato e ripercorso tutti i punti dell’inchiesta in cui è coinvolto l’ex primo cittadino, accusato di concorso esterno e corruzione. Filippelli ha definito illogiche le accuse di Angelo Simeoli, che ai magistrati ha rivelato di aver pagato tangenti a Bertini. Ha inoltre bollato come eccessivamente generiche o irrilevanti o finanche sconcertanti le dichiarazioni di alcuni pentiti, tra cui Tipaldi, Pirozzi e Perrone, che avevano riferito su Bertini e su presunti sostegni ricevuto in passato da forze criminali. Stesso dicasi per alcuni testimoni, tra cui Antonio Di Guida, Luigi De Biase e Giuseppe Spinosa, ascoltati al processo. Per Filippelli le loro dichiarazioni sono contraddittorie o in taluni casi mosse da rancore nei confronti dell’ex sindaco di Marano. Il legale si è soffermato sulla nascita dell’area Pip e sui rapporti tra Bertini e i Cesaro, passando in rassegna alcune dichiarazioni dei fratelli Cesaro in relazione alle accuse mosse da questi di aver pagato Bertini e altri politici locali che avrebbero operato in modo ostruzionistico per ostacolarli. Filippelli, rivolgendosi ai giudici di Napoli nord, ha insistito sul fatto che i permessi a costruire rilasciati da Pitocchi in una giornata non potevano essere rilasciati e che dunque, in pratica, Bertini, con i suoi manifesti e scritti, c’aveva visto giusto. Filippelli ha inoltre aggiunto che i Cesaro non hanno detto la verità sulla presunta estorsione subita dal clan Polverino. Ha infine sottolineato che su certe vicende, come quella dei rapporti tra Danania e Bertini, ci sono state già indagini lunghe e approfondite. Indagini archiviate con un nulla di fatto a carico dell’ex sindaco.

Ha fatto sorridere poi il riferimento indiretto alla nostra testata giornalistica. Il legale ha parlato di “cattiva stampa” che avrebbe in qualche modo orientato o disorientato l’ufficio di procura con alcuni articoli, in particolare quelli relativi a Palazzo Merolla. Pochi minuti dopo, lo stesso legale ha invece evidenziato che l’articolo “Pitocchi è un uomo dei Cesaro”, che prendeva spunto da un famoso manifesto fatto affiggere anni fa da Bertini, ebbe cassa di risonanza anche sul quotidiano Il Mattino. Filippelli dimentica, o finge di non sapere, che sia nel caso di Palazzo Merolla che per il caso degli articoli sull’area Pip e del caso Pitocchi apparsi sul Mattino, l’estensore è sempre lo stesso giornalista, ovvero Fernando Bocchetti.

Delle due l’una, dunque: la stampa è cattiva solo quando fa le pulci al proprio assistente? E quando invece dà forza alle sue denunce non è più cattiva? Il legale, forse, non conosce la storia e soprattutto quanti articoli sul caso Pip siano stati scritti da Bocchetti e nemmeno è a conoscenza di quanto spazio sia stato dato negli anni al suo assistito. Mon dieu de la France, donne nous la patience, esclamerebbe qualcuno.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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