L’ultimo caso ad aver fatto irruzione nella cronaca è quello di una maxi inchiesta della Polizia di Stato di Cagliari. Trecento persone denunciate, tutti stranieri, che avrebbero firmato delle false certificazioni per ottenere il reddito di cittadinanza. Otto milioni l’ammontare della truffa. A volte vien quasi da pensare che Totò, se tornasse tra noi, ne trarrebbe un copione. È il caso, per esempio, del falso prete denunciato nel napoletano qualche mese fa, che persino partecipava a processioni e chiedeva offerte, per poi intascarsi ovviamente tutto. Anche lui riceveva il suo buon assegno di Stato. Insomma, il tema «furbetti» attorno al beneficio voluto dal Movimento 5 Stelle è un diario, continuo, di una stortura. Non si contano ormai più le storie di malfattori di varia stregua che se lo accaparrano, tra cui spesso si annoverano molti spacciatori droga o addirittura mafiosi. Qualche tempo fa, per dirne una, a Vibo Valentia 43 persone sono state denunciate per aver fatto richiesta del sussidio, nonostante fossero state condannate per associazione a delinquere, omettendo ovviamente il loro status nella dichiarazione.
Al di là della casistica da Mattinale della Questura, interessano anche i numeri. Nello scorso giugno, la Guardia di Finanza diffuse un lungo documento su tutte le varie truffe realizzate contro lo Stato, tra chi froda sulle pensioni, chi sugli appalti, chi su vari bonus. In un periodo che va dal 1 gennaio 2021 al 31 maggio di quest’anno. Ebbene, per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, gli illeciti ammontavano a 288 milioni di euro, con 29 mila persone denunciate. 171 milioni sono state le risorse illecitamente percepite, mentre 117 sono stati richiesti ma non riscossi. Nei 17 mesi precedenti, si calcolarono 5.900 denunciati per 63 milioni, ottenuti oppure semplicemente richiesti. È vero che il totale delle casistiche analizzate dalla Guardia di Finanza porta a un ammontare di 6 miliardi di denaro portato via alla comunità. Ma questa non è una buona ragione per lenire il fastidio che questa triste antologia, fisiologicamente, suscita in chi lavora e non aspetta mancette dallo Stato.
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