Nicola Imbriani e Salvatore Cammarota (entrambi in foto), esponenti di spicco del clan Polverino, sono indagati per il tentato omicidio di Omar Memedoski, il cittadino di etnia rom gambizzato 14 anni fa dal gruppo di fuoco del clan Polverino. Lo “zingaro”, così come definito negli atti processuali che hanno portato già alla condanna di alcun big del clan, tra cui Giuseppe Polverino, Salvatore Licciardi (“Pataniello”) e Giuseppe Simioli (attuale collaboratore di giustizia), aveva allacciato una storia d’amore con la nuora di un noto imprenditore del Giuglianese, Gennaro De Razza, ritenuto contiguo ai Polverino.

Dovranno affrontare entrambi un’udienza preliminare in cui si stabilirà se dovranno andare a processo o meno. Imbriani, da qualche tempo tornato in liberà dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa, fu già tirato in ballo (per il caso Memedoski e non solo) dal pentito Roberto Perrone. Per il massimo referente del clan nel comune di Quarto, Imbriani sarebbe stato anche il mandante del delitto dell’imprenditore Enrico Amelio (foto in basso). Ora le ricostruzioni di Perrone sono state confermate anche dall’altro collaboratore di giustizia di punta del clan Polverino, ovvero Giuseppe Simioli, alias ‘o Petruocelo. E’ possibile pertanto che possa aprirsi anche un nuovo filone di indagine per la morte di Amelio.

Per tali vicende, Imbriani non è mai stato processato. Rischia il processo, per il ferimento del serbo, anche Salvatore Cammarota, genero di Antonio Polverino, meglio noto come “Zi Totonno”. Cammarota, esponente di primo piano della fazione criminale egemone a Marano e a Quarto, è detenuto da oltre 11 anni. I magistrati della Dda di Napoli avevano chiesto la misura cautelare sia per Imbriani che per Cammarota, ma il gip ha bocciato la richiesta.