M5S, Cirillo: “Carceri, dalla Campania un modello di reinserimento sociale”

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Il consigliere regionale nel corso della seduta monotematica “Intervenire su assistenza sanitaria e avviare progetti per la formazione didattica e professionale dei detenuti”

“Dobbiamo intervenire sul sistema sanitario delle carceri della Campania, garantendo l’accesso alle prestazioni sanitarie all’interno di tutte le strutture penitenziarie e destinando il 5% del fondo sanitario nazionale alla cura del disagio psichico. Vanno realizzati percorsi formativi mirati sui fabbisogni lavorativi e con corsi di formazione che tengano conto della domanda del mercato di lavoro in Campania. È necessario potenziare i corsi di alfabetizzazione, promuovendo protocolli d’intesa con le università per il conseguimento della laurea e delle specializzazioni. Con l’opportunità del Pnrr, va sostenuta la costituzione di cooperative che garantiscano uno sbocco occupazionale agli ex detenuti, prevedendo agevolazioni fiscali a datori di lavoro che assumano ex detenuti e definendo con le singole amministrazioni comunali percorsi di reinserimento attraverso attività socialmente utili”. È quanto propone il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Cirillo, nel corso della seduta monotematica del Consiglio regionale sulle carceri.

“La situazione sanitaria degli istituti penitenziari campani – ha sottolineato Cirillo nel suo intervento – è allarmante. Sovraffollamento, lunghe attese per le visite specialistiche, assenza di figure professionali con formazione specifica sono solo alcune delle criticità. Senza dimenticare le tormentate procedure di traduzione dei detenuti presso i luoghi di cura e le liste d’attesa bibliche. Sotto l’aspetto della formazione professionale e dell’istruzione c’è molto da fare. Le statistiche dicono che laddove si inizi un percorso lavorativo in carcere la recidiva cala del 90%. Eppure solo una piccola minoranza della popolazione detenuta riesce ad accedere a reali percorsi lavorativi. Lacune – conclude Cirillo – che abbiamo il dovere di colmare, a partire proprio dalla Campania, che con il nostro impegno e quello delle associazioni può ambire a divenire un modello per una riforma che faccia delle nostre carceri dei veri e propri istituti di rieducazione e di reinserimento sociale e occupazionale”.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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