Non solo Napoli, in provincia tanti comuni in dissesto: servizi tagliati, tributi alle stelle. Da Marano a Melito, da Quarto a Sant’Antimo

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Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, insiste ogni santo giorno: “Soldi per Napoli altrimenti per la città è la fine”. Ma non esiste solo il capoluogo: sono otto i comuni delle provincia in dissesto finanziario e uno in condizioni strutturalmente deficitarie. Non è solo è il municipio di Napoli, dunque, a patire gli effetti delle casse in rosso, frutto del debito-choc accumulato nel corso degli anni e dei mancati incassi. Il default ha messo in ginocchio tantissimi enti della provincia: Marano, Quarto, Bacoli, Casandrino, Villaricca, Sant’Antimo, Melito e Nola. Non è in dissesto invece, ma è comunque in grosse difficoltà finanziarie, il municipio di Qualiano. In questi comuni i servizi, essenziali e non, sono stati ridimensionati e in qualche caso eliminati. Illuminazione pubblica carente o assente, mensa scolastica e trasporti privati tagliati, manutenzioni stradali ridotte all’osso, tariffe per i tributi locali (acqua e Tari) raddoppiate o triplicate.

Come se non bastasse, gli enti dissestati devono fare i conti con la gravissima carenza di personale. Sindaci e commissari prefettizi, insomma, sono costretti a fare le nozze con i fichi secchi. Impossibilitati, nella stragrande maggioranza dei casi, persino a bandire concorsi e procedure ad evidenza pubblica per reclutare il personale necessario. Per assumere, anche quando si tratta di contratti a tempo determinato, occorre incassare il preventivo via libera della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali.

egli ultimi 48 mesi, tra quota 100 e pensionamenti ordinari, centinaia di dipendenti hanno detto addio ai loro rispettivi municipi. Molti uffici sono sguarniti e i cittadini abbandonati al loro destino. A Marano, comune commissariato per mafia al pari di Villaricca e Sant’Antimo, sono in servizio solo tre geometri. La polizia municipale è sprovvista di un comandante e di vigili in strada – in un comune di oltre 60 mila abitanti e con un territorio tra i più vasti della provincia – ne sono rimasti poco più di dieci. Di recente, i commissari straordinari hanno abolito le dirigenze e promosso (momentaneamente) gli interni a capo dei settori amministrativi. Lo straordinario è congelato e gli interventi di manutenzione stradale vengono ritardati di settimane.

Anche a Qualiano, ormai da mesi, l’ente è sprovvisto della figura del comandante della municipale. A Villaricca, invece, sono in servizio 56 dipendenti, a fronte di una pianta organica che ne prevede 180. Organico insufficiente anche a Quarto, dove solo di recente l’amministrazione comunale è riuscita a reperire una decine di figure professionali, e a Bacoli, il primo dei comuni della provincia a dichiarare il default finanziario. Correva l’anno 2018.

Negli enti dissestati, la partita debitoria pregressa è gestita da una commissione denominata Osl (Organo straordinario di liquidazione). L’Osl resta in carica per diversi anni: di solito si impiega un quinquennio per uscire dalla condizione di dissesto. Intanto a pagare lo scotto del default sono i cittadini, soprattutto quelli virtuosi, che devono fare i conti con l’aumento delle tariffe dei tributi locali e con il taglio dei servizi. Il “Salva Napoli”, sollecitato con forza da Manfredi, ha fatto storcere il naso a parecchi amministratori. “I comuni sono tutti uguali, non esistono cittadini di serie A e serie B – tuona il sindaco di Qualiano Raffaele De Leonardis – Pur non essendo ancora in dissesto, non ho la possibilità di assumere personale. La pandemia – aggiunge – ci ha dato un’ulteriore mazzata: sul fronte degli incassi, infatti, la situazione è ulteriormente peggiorata. Lo Stato? Si è fatto bello con alcune sanatorie, ma le società addette alla riscossione hanno chiesto ai comuni il conto per i soldi spesi per le vecchie notifiche”. A Sant’Antimo, uno dei commissari straordinari, il funzionario della prefettura Salvatore Carli sottolinea: “Siamo chiamati a lavorare in comuni in sciolti per mafia e in gravissime difficoltà finanziaria. Abbiamo il compito di ripristinare la legalità in territori difficili, ma non abbiamo fondi e personale. La legge va cambiata”.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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