Marano, scioglimento Comune: ecco il provvedimento integrale

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Pubblichiamo la relazione sull’esito degli accertamenti ispettivi della prefettura di Napoli, che hanno portato allo scioglimento del Comune di Marano. <<Un quadro caratterizzato dall’esistenza di collegamenti e interessi trasversali con esponenti dei gruppi criminali, che sembrano determinare fenomeni di ingerenza nella vita politica e amministrativa del Comune per assecondare gli interessi della criminalità organizzata con la quale condivide relazioni parentali e di frequentazioni>>, questi i motivi che si leggono nella parte conclusiva della relazione. Di seguito il testo integrale. Buona lettura!

L’Amministrazione comunale di Marano di Napoli si è insediata a seguito delle consultazioni amministrative tenutesi nella tornata elettorale straordinaria dell’ottobre e novembre 2018, ed è subentrata ad una gestione commissariale che ha retto l’ente in ragione dello scioglimento di quegli organi elettivi disposto ai sensi dell’art. 143 del D.lgs. 267/00, con DPR del 30 dicembre 2016, per infiltrazioni della criminalità organizzata. E’ governata dal Sindaco, omissis, che guida una coalizione composta dal omissis.

In via preliminare, va evidenziato che il Comune di Marano di Napoli è stato già destinatario di altri due provvedimenti di scioglimento conseguenti a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso, nel 1991, durante il mandato del sindaco omissis a capo di una coalizione di liste civiche e nel 2004, quando era sindaco omissis, sostenuto da una maggioranza di centro sinistra. Il omissis, omissis, da consigliere di minoranza in carica, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, per fatti commessi tra il 2004 ed il 2006.

La peculiare storia dell’ente e la sua collocazione geografica in un’area ad alta incidenza criminale hanno determinato un costante monitoraggio degli organi politico-amministrativi, e, dalle più recenti informazioni acquisite dalle Forze di Polizia, anche l’ultima consiliatura non è apparsa avulsa dalle medesime modalità gestionali che avevano contrassegnato le precedenti compagini elettive destinatarie della misura di cautela antimafia come si dirà nel corso della presente relazione.

L’attività di osservazione ha confermato una preoccupante rete di collegamenti, parentele, collusioni e cointeressenze di  soggetti appartenenti ad organizzazioni malavitose locali con amministratori e dipendenti.

L’attenta analisi dell’apparato amministrativo ha rivelato una singolare vicinanza familiare e una contiguità con ambienti criminali di numerosi dipendenti, inseriti in uffici particolarmente posti a rischio di corruttela e di interferenza ·malavitosa, evidenziate anche nel tempo, dalla dimostrata inerzia degli uffici comunali nei confronti di imprese ed attività riconducibili alle famiglie delle locali consorterie criminali. Allo stato permangono, quindi, situazioni di rilievo da un punto di vista preventivo antimafia, quali la presenza in organico di diversi dipendenti collegati a soggetti contigui ai locali sodalizi criminali, già riscontrati nello scioglimento del 2016, circostanze cui non stato possibile porre rimedio in quanto i dipendenti comunali sono garantiti da contratti di lavoro a tempo indeterminato.

In relazione al delineato scenario ed a fronte di esposti e segnalazioni rappresentative di forme di condizionamento. nella gestione dell’ente e sulla base delle notizie fomite dalle Forze dell’Ordine, previo conforme avviso del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, lo scrivente ha chiesto di essere delegato all’esercizio dei poteri d’accesso, ai sensi dell’art. 1, comma 4, del

D.L. 629/1982, conferiti con D.M. n. 17102/128/51(11) – Uff. V – Affari Territoriali 0000-3801/3 del 22 settembre 2020.

In conseguenza, con decreto prefettizio n. 0270937/Area II EE.LL. del 30 settembre 2020, è stata costituita la Commissione di indagine, composta dal omissis, omissis e dal omissis, per verificare la sussistenza di collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata, o di forme di condizionamento degli amministratori stsi, che compromettono la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento o l’imparzialità dell’amministrazione comunale, nonché il regolare funzionamento dei servizi alla stessa affidati, ovvero che risultano tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica, ai fini dell’eventuale adozione del provvedimento sanzionatorio previsto dall’art. 143 del ‘D. Lgs.n.267/2000.

L’Organo ispettivo, insediatosi presso l’ente il 02 ottobre 2020, ha svolto la sua attività inizialmente per tre mesi, chiedendo poi, in ragione della complessità delle verifiche, la proroga dell7incarico per un analogo periodo, concessa con provvedimento prefettizio n. 0366733 in data 23 dicembre 2020.

Per ogni ritenuto necessario approfondimento conoscitivo sulle conclusioni rese ad esito dell’attività ispettiva, si fa rinvio alla relazione integrale deUa Commissione di indagine.

Inquadramento territoriale e contesto criminale

Appare prioritariamente utile focalizzare il contesto territoriale e le dinamiche criminali che interessano l’area in cui si colloca il Comune di Marano, prima di analizzare, nel dettaglio, gli esiti ispettivi, con riferimento alle posizioni degli amministratori, dei dipendenti comunali e alle principali procedure amministrative.

L’Ente è un comune di 59.874 abitanti, situato in provincia di Napoli. Il territorio ha un’estensione di circa 15,64 km2, su un terreno collinoso e una elevata densità abitativa, pari a 3.827,84 ab/lan2. Confina con i comuni di Napoli (974.074 abitanti), Quarto (40.930 abitanti), Villaricca (31.122 abitanti), Calvizzano e Mugnano di Napoli (rispettivamente 12.329 e 34.828 abitanti). Il territorio comunale è gravato da numerosi vincoli (idrogeologico, paesistico, sismico) e composto, essenzialmente, da due zone territorialmente molto differenti tra loro, con una parte collinare, che si innalza verso la zona Camaldoli di questo capoluogo, e l’altra posta a valle della prima, che si estende verso le aree pianeggianti del comprensorio Giuglianese.

In quest’area, che riveste anche un ruolo di cerniera tra il Giuglianese e la periferia del capoluogo napoletano, è radicata la presenza di organizzazioni criminali di rilevante caratura (clan omissis, clan omissis, clan omissis) che operano nei settori degli appalti pubblici, delle costruzioni e del riciclaggio del danaro in attività illecite.

omissis provengono da una lunga storia di malavita ed hanno prevalso sull’area per alcuni decenni; omissis si sono affermati negli ultimi quindici anni e, dopo l’arresto del capo clan omissis, risulta avere preso predominanza il sodalizio criminale capeggiato da omissis. L’indiscussa prevalenza del clan omissis si appalesa chiaramente nella vicenda del garage omissis, che si descriverà nel seguito della relazione, che vede il coinvolgimento di due elementi del comando vigili urbani.

Le predette organizzazioni criminali risultano essere state, in ordine di tempo, rispettivamente capeggiate da: ·

omissis, di omissis e di omissis, nato a omissis,, arrestato nel maggio 2001 dopo una lunga latitanza, già inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi. E’ deceduto a omissis, durante la detenzione;

omissis, di omissis e di omissis, detto omissis, detenuto, arrestato dopo una lunga latitanza; . omissis, di omissis e di omissis, nato a omissis, attualmente detenuto dopo essersi reso latitante per ben quindici anni, in quanto destinatario di provvedimenti coercitivi della libertà personale emessi per i delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsioni ed·altro.

Il clan omissis ha alle spalle una lunga storia criminale, così come documentato da numerose attività investigative che lo fanno ritenere contiguo alle “famiglie malavitose’ siciliane di maggiore spessore criminale. Risulta avere avuto ottimi rapporti con il clan omissis di omissis, con il clan capeggiato da omissis di omissis e con il clan capeggiato da omissis, detto omissis, attivo nell’area occidentale di Napoli. Le attività prevalenti del clan sono la speculazione edilizia, traffico di sostanze stupefacenti dalPestero, estorsioni e reimpiego dei proventi illeciti nelle attività economiche locali ed estere.

Il clan omissis, nonostante la detenzione del proprio capo, omissis, tratto in arresto in omissis nel mese di omissis dopo 15 anni di latitanza, è un sodalizio camorristico operante sul territorio del comune di Marano di Napoli, con influenza anche nei comuni di Quarto e di Calvizzano.

Gli omissis, insieme ai omissis, sono oramai considerati i successori del clan omissis .

Il percorso di crescita degli omissis è legato sia alla storia dei omissis che dei omissis, grazie soprattutto all’esistenza di solidi legami familiari.

Nonostante i numerosi arresti di esponenti di vertice e affiliati, la leadership criminale a Marano resta ad appannaggio delle citate storiche consorterie camorristiche che hanno mostrato vitalità nel rigenerarsi e nel mantenere il controllo e la gestione delle attività illecite, consolidando le proprie risorse finanziarie attraverso gli investimenti in territori nazionali e oltreconfine, tramite molteplici attività imprenditoriali.

La loro attuale capacità pervasiva ed influenza criminale è comprovata da cinque provvedimenti restrittivi emessi dal GIP del Tribunale di Napoli negli ultimi due anni: nel settembre omissis; il omissis; il omissis a carico di omissis, omissis (consigliere comunale omissis), sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari il omissis in quanto accusato dei reati di cui agli artt. 110, 416 bis co.1,2,3,4,5,6,8 c.p., unitamente a omissis, per aver contribuito al rafforzamento del clan camorristico omissis operativo in quel territorio, per le aggiudicazioni degli appalti· del P.l.P. ed altre attività in ·Marano di Napoli; altra misura cautelare adottata il omissis (omissis)

eseguita dai Carabinieri nei confronti di elementi di vertice e affiliati delle famiglie omissis.

Le indagini hanno fatto luce sulla capacità del clan di gestire la lunga latitanza del boss omissis, capo dell’omonimo clan, sulle relazioni del sodalizio con i trafficanti internazionali per l’importazione dalla Spagna di ingenti quantità di stupefacenti, di infiltrarsi nella vita amministrativa dell’Ente locale nonché sulle spiccate capacità imprenditoriali nel reinvestire i proventi illeciti in operazioni immobiliari; ·

Il cartello criminale, tramite le sue componenti, estende la sua influenza anche nei · comuni limitrofi, avvalendosi di imprenditori affiliati che si sono occupati di reinvestire in attività commerciali i proventi dei citati gruppi criminali.

A riprova di ciò, si evidenzia che questa Prefettura ha emesso diverse interdittive antimafia nei confronti di imprese commerciali operanti sul territorio di Marano di Napoli riconducibili, direttamente o indirettamente, ai sodalizi criminali locali, prendendo spunto anche dalle risultanze giudiziarie della locale Procura della Repubblica – ODA.

Al pari degli altri storici sodalizi dell’Area, anche i clan omissis si sono confermati abili · nell’infiltrarsi e nel condizionare le attività dell’intera area territoriale, avvalendosi della forza di intimidazione propria del vincolo associativo e attraverso l’azione collusiva di amministratori affiliati al clan.

Al riguardo, si rammentano gli scioglimenti dei comuni limitrofi di Quarto (1992 e 2013), Calvizzano (2018), Giugliano in Campania (2013), Villaricca (1993, ed attualmente oggetto di accertamenti ispettivi antimafia) e di Sant’Antimo (1991 e 2020), anche per i collegamenti indiretti del clan omissis con il clan omissis.

AMMINISTRATORI

Per quanto riguarda l’attuale compagine elettiva, insediatasi nel novembre 2018, va evidenziato che sono risultati eletti 6 (sei) consiglieri comunali, sui 24 assegnati, già in carica nell’amministrazione disciolta nel 2016. I sei amministratori rieletti sono omissis, oggi nella minoranza consiliare; omissis, del omissis, oggi nella maggioranza consiliare; omissis, candidata omissis, già omissis e omissis nel omissis; omissis, eletto nella lista omissis e omissis, che milita nella minoranza consiliare, in quanto ha surrogato omissis.

A ciò deve aggiungersi, quale altro elemento di interesse ai fini delle valutazioni concernenti la permeabilità degli organi elettivi e burocratici comunali, le numerose accertate parentele nonché le rilevate frequentazioni e cointeresse1:1ze dei neoeletti consiglieri comunali con elementi i spicco delle potenti consorterie criminali locali

Omissis

L’amministrazione in carica è retta dal omissis, eletto con 7.033 voti a seguito di ballottaggio con il candidato omissis, che nell’ultimo scrutinio riscuoteva 5.672 preferenze. E’ sostenuto da omissis, e dal omissis. La sua amministrazione, come detto, è subentrata, nel novembre 2018, ad una gestione commissariale che ha guidato l’Ente in ragione dello scioglimento di quegli organi elettivi disposto ai sensi dell’art. 143 del D. lgs. 267/00, con DPR del 30 dicembre 2016, per infiltrazioni della criminalità organizzata. ·

Il omissis ha una indiretta parentela con la famiglia omissis. Risulta essere imparentato con la famiglia omissis, ritenuta contigua agli ambienti malavitosi maranesi perché a sua volta legata da vincoli di parentela con iomissis. Infatti, omissis, cugina di omissis coniugato con omissis, sorella di omissis coniuge di omissis, figlio del noto capo clan camorristico omissis.Quindi, omissis è la cugina del cognato di omissis.

Omissis

omissis. È coniugato con omissis, sorella non convivente di due pregiudicati gravati da molteplici pregiudizi penali.

Consiglieri comunali

omissis, consigliere di maggioranza, figlio di omissis, già assessore al comune di Marana agli inizi degli anni ’90 e candidato sindaco nel omissis, risulta segnalato per vari reati tra cui omicidio colposo, reati contro la pubblica. amministrazione, condanna per furto aggravato; omissis, padre di omissis, è coniugato con omissis, figlia di omissis, nato a Marano nel omissis capostipite dell’omonimo gruppo criminale; omissis è anche il nipote del defunto nonno materno e già citato omissis, il quale a sua volta è fratello della deceduta omissis, madre del defunto omissis, già a capo dell’omonimo clan. omissis, inoltre, è la zia di omissis,ritenuto a capo dell’omonimo clan, tratto in arresto· il omissis dopo una lunga latitanza (omissis è sorella di omissis, deceduto nel omissis, padre di omissis); omissis è il cugino di primo grado di omissis, omissis di maggioranza (i rispettivi padri sono fratelli).

Il padre di omissis, omissis, in passato consigliere comunale del Comune di Marano di Napoli, è stato sottoposto nel omissis alla misura degli arresti domiciliari per una indagine scaturita nei confronti di ex amministratori del Comune di Marano di Napoli e di vari pregiudicati locali, tutti ritenuti organici al sodalizio criminoso facente capo alla famiglia camorristica omissis in ordine ai reati di cui all’art. 416 bis ed altro. Detto procedimento inseguito è stato poi archiviato. · omissis è cugino dell’imprenditore omissis, imputato nel processo sull’area PIP di Marano. omissis era socio di omissis, imprenditore giuglianese ucciso qualche anno fa e ritenuto affiliato al clan omissis di omissis. omissis risulta gravato da numerosi reati per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, detenzione armi, traffico di stupefacenti ed altro, ed è ritenuto affiliato al clan camorristico omissis;

omissis, consigliere di maggioranza, come detto è la cugina del predetto omissis ( i padri sono · fratelli) e, quindi, anche lei è imparentata di primo grado con le famiglie omissis;

omissis, consigliere di maggioranza, è coniugato con omissis, nipote. da parte paterna di omissis, capo dell’omonimo clan camorristico, come detto tratto in arresto il omissis dopo una lunga latitanza, e di omissis e omissis, per i quali risultano inserimenti SDI per associazione per delinquere di tipo mafioso ed altri reati.

Inoltre lo stesso consigliere di maggioranza risulta essere stato sottoposto a numerosi controlli di polizia. In particolare, tra i controlli di maggiore interesse, risulta controllato con:

omissis, pluripregiudicato per associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di stupefacenti

·ed altro; sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale della P.S. con obbligo di soggiorno (normativa antimafia);

con omissis, pluripregiudicato, ritenuto elemento apicale del locale clan camorristico omissis. Sul

suo conto, in Banca Dati in uso alle FF.P., risultano inserimenti relativi ad associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti;

con omissis e omissis, figlie di omissis, fratello del più noto capo clan camorristico omissis

omissis, consigliere di maggioranza, risulta essere stata controllata nel 2013, con ·omissis, soggetto condannato per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. e gravato da numerosissimi precedenti penali, tra cui associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico e spaccio cli stupefacenti;

omissis, consigliere di maggioranza, è stato controllato in Napoli con omissis, sul cui conto risultano inserimenti in Banca Dati in uso alle FF.P. per associazione di tipo mafioso più altri reati legati all’attività di gestione rifiuti non autorizzata, produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti.

In data omissis veniva denunciato in stato di libertà dalla Stazione CC di Marano di Napoli, per violazione della norma in materia ambientale e di gestione dei rifiuti non autorizzata . e deferito ali? A.G. per smaltimento illecito di acque reflue (percolato) ed immissione di rifiuti nelle acque sotterranee in concorso, tra gli altri, con l’amministratore unico della società omissis., ditta che ha in atto lo svolgimento dell’appalto quinquennale del Servizio di igiene urbana al comune di

Marano;

omzssis, consigliere di minoranza, è stato controllato con omissis, il quale annovera numerosissimi precedenti penali e di polizia, tra cui associazione per delinquer di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale e falsità ideologica;

omissis, consigliere di minoranza, militava nella maggioranza consiliare nell’amministrazione 2016 sciolta per infiltrazione mafiosa; è imparentato, tramite l’omonimo nonno paterno, con omissis, che annovera precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso e reati connessi, in atto detenuto e/o Casa Circondariale di Napoli Secondigliano, tratto in arresto in data omissis dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale CC di Napoli, unitamente ai figli omissis, entrambi sottoposti al regime della detenzione domiciliare, per il reato di cui all’art. 416 bis c.p., in quanto ritenuti far parte dell’organizzazione camorristica denominata clan omissis;

omissis, consigliere di minoranza, già vice sindaco de amministrazione omissis sciolta per infiltrazione mafiosa, è la cugina di omissis, coniugato con omissis, figlia del defunto capo clan omissis;

omissis si è insediata come consigliere in data omissis a seguito delle dimissioni cli omissis che militava nella minoranza consiliare. Il omissis convivente, omissis, in amministrazioni precedenti ha rivestito le cariche di consigliere ed assessore del Comune di Marano di Napoli. Dalle informazioni fornite sul suo conto, viene evidenziata l’esistenza di una parentela con la nota famiglia omissis in quanto il padre di omissis, a nome di omissis, e la madre del defunto capo

· clan omissis, a nome di omissis, risultavano essere cugini di primo grado;

omissis, insediatosi come consigliere comunale in data omissis a seguito delle dimissioni di omissis, è stato denunciato nel 2004 per favoreggiamento personale nei confronti di omissis, suo zio, pluripregiudicato, in atto ristretto in regime cautelare degli arresti domiciliari, ritenuto legato al noto clan camorristico omissis. .

L’ex consigliere omissis, candidato omissis, si è dimesso dalla carica di consigliere subito dopo l’arresto, e le conseguenti dimissioni, del omissis, già omissis di Marano di Napoli, senza mai chiarire i motivi del suo abbandono. Si evidenzia che omissis viene citato dai fratelli omissis in. relazione alle vicende dell’area PIP di Marano, al centro di un importante processo che si sta celebrando presso il Tribunale Napoli Nord di Aversa. I omissis fanno riferimento ad alcuni contatti avuti con omissis, il quale sarebbe stato – a loro dire – un uomo di omissis, quest’ultimo accusato dai omissis di aver intascato ingenti “mazzette”.

ANALISI DEI VOTI RICEVUTI DAI SINGOLI CANDIDATI RISPETTO ALLE SEZIONI ELETTORALI DI MARANO DI NAPOLI NELL’ANNO 2018

Sulla scorta della documentazione pervenuta circa i risultati elettorali per le elezioni del 2018 nel comune di Marano di Napoli, la Commissione cli indagine ha rilevato che in alcune zone della città, luoghi in cui è notoriamente più pregnante la presenza della criminalità organizzata, taluni candidati hanno riscosso maggiori consensi elettorali rispetto ad altre aree.

In ogni caso, si ritiene opportuno segnalare che nel comune di Marano di Napoli sono omogeneamente presenti sull’intero territorio soggetti malavitosi appartenenti ai tre principali sodalizi criminosi sopra segnalati ritenuti capaci di influenzare le libere scelte dell elettorato.

L’Organo ispettivo ha indicato i soggetti eletti che sembrerebbero aver riscosso maggiore consenso in quelle aree ritenute particolarmente assoggettate alla criminalità organizzata:

om1ss1s, omssis, omssis, omssis e omssis, tutti consiglieri di maggioranza, nonché omissis, omissis, omissis e omissis, consiglieri di minoranza.

Inoltre, è stato rilevato che il omissis nel I0 turno ha avuto 4870 voti mentre l’altro candidato omissis raccoglieva 7548; al turno di ballottaggio si ribaltava completamente la situazione, infatti omissis vinceva la competizione raccogliendo 7033 voti mentre omissis riscuoteva 5672 preferenze.

INDAGINI DELL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA

Particolarmente rilevante è il ruolo di omissis, omissis, arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Tutt’altro che irrilevante è il riscontro elettorale avuto da omissis, come già evidenziato, omissis

dell’ente, che nell’ultima tornata elettorale del omissis ha ricevuto 3966 voti come candidato omissis. Il predetto si è dimesso nel omissis dopo che nei suoi confronti è stata adottata la misura cautelare degli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa.

omissis, è stato ininterrottamente amministratore dell’Ente dal omissis fino alle suddette dimissioni rese nel omissis, dopo il suo omissis. Il omissis è stato sottoposto alla misura cautelare per i reati di cui agli artt. 110, 416 bis co.1,2,3,4,5,6,8 c.p., misura adottata anche nei confronti del coindagato omissis, per aver contribuito al rafforzamento del clan camorristico omissis, per fatti commessi tra il omissis. Nel provvedimento emerge che il omissis, in qualità di omissis all’epoca dei fatti e, più in generale, di amministratore pubblico, avendo ricoperto l’incarico di omissis senza interruzioni, aveva consentito alle imprese riconducibili a omissis – braccio imprenditoriale del clan omissis -nonché agli imprenditori omissis ..:… ritenuti soci di omissis nella vicenda del P.l.P. di Marano – di realizzare numerose speculazioni edili ed immobiliari e commesse pubbliche in concessione, di ingente valore, nelle quali veniva impiegato denaro frutto di proventi illeciti. In particolare, il omissis aveva concordato una tangente di 200mila € con i omissis, prima, e con i omissis, poi, al fine di consentire l’aggiudicazione dell’appalto dell’area industriale ( P.l.P.) alle società omissis consapevole che i omissis erano in società occulta con omissis. Il GIP ha ritenuto che le esigenze cautelari a carico del omissis fossero attualissime anche se i fatti contestati risalgono al omissis, in quanto omissis, pur ricoprendo al momento dell’arresto il ruolo di consigliere di minoranza, risulta avere .un peso specifico rilevante tale da orientare. dall’interno Je scelte nevralgiche dell’amministrazione comunale. Lo stesso giudice ritiene che omissis abbia ancora un notevole riscontro elettorale, visti i 3966 voti avuti nella tornata elettorale del 2018, in cui lo stesso si è candidato a omissis; ritiene inoltre lo stesso omissis capace di manipolare le vicende locali con chiare connessioni camorristiche. Circostanza confermata dal sig.omissis nella sua relazione propedeutica all’accesso.

L’inchiesta delinea, quindi, episodi di conclamata strumentalizzazione dell’azione amministrativa comunale a vantaggio degli interessi economici del clan omissis, evidenziando anche l’attuale capacità di condizionamento del omissis, pur non più omissis ma solo omissis, fino al suo arresto e alle conseguenti dimissioni.

Altra vicenda che denota la figura di omissis è quella riportata nella richiamata ordinanza cautelare inerente la riapertura demarcato ortofrutticolo di Marano, chiuso precedentemente per infiltrazioni camorristiche. Secondo il GIP, il omissis avrebbe agito per aiutare mercantali ad ottenere la riapertura del mercato attraverso suggerimenti e indicazioni su come evitare i controlli imposti dalla normativa antimafia.

STRUTTURA BUROCRATICA

Il Segretario generale

L’amministrazione omissis si è caratterizzata anche per il notevole numero di segretari comunali che si sono succeduti dall’inizio della sua gestione, iniziata nel novembre 2018. Tale circostanza è riscontrabile anche in altri enti ma nel comune di Marano ciò assume particolare rilevanza per l’elevato numero di cambi di segretari, ben sei, in un arco temporale limitato, elemento sintomatico di devianza amministrativa.

Infatti è stato opportunamente osservato come il frequente alternarsi di segretari comunali appaia frutto di una condizione di disagio nell’esercizio delle funzioni da parte di tale figura professionale, deputata ai nuovi controlli interni degli enti locali, alla relazione annuale alla Corte dei Conti, ad attuare nei comuni la legge anticorruzione; il segretario comunale è anche il responsabile per 1a prevenzione della corruzione e trasparenza, ha funzioni di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli organi dell’ente in ordine alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti ed in capo allo stesso ricade il potere sostitutivo in caso di inerzia nella conclusione dei procedimenti di competenza

Pertanto, il repentino cambio di segretari comunali sembra imputabile alle difficoltà che una siffatta figura professionale può incontrare nell’esercizio di tali delicati compiti correlati a finalità di legalità in un contesto di .forte degrado amministrativo, come quello che è emerso all’esito degli accertamenti espletati.

Dipendenti comunali -Rapporti di parentela e frequentazioni con elementi della criminalità . organizzata

Altro aspetto di grande rilievo ai fini di possibili indebite ingerenze sull’attività gestionale è

rappresentato dal congruo numero di dipendenti. comunali che vantano vincoli di parentela o collegamenti con esponenti della criminalità organizzata radicati sul territorio maranese, imparentati e/o incointeressenze con esponenti dei gruppi malavitosi.

Tale importante elemento è stato altresì evidenziato anche negli atti e nella relazione che ha comportato lo scioglimento degli organi elettivi del 2016. .

Permane, pertanto, un quadro preoccupante inerente i dipendenti, in quanto la struttura burocratica appare assolutamente inefficiente ed insufficiente, attese anche le notevoli carenze di .organico. Ciò rende quindi la stessa particolarmente fragile e permeabile alle illecite ingerenze e condizionamenti esterni.

Rinviando per un completo quadro alla relazione conclusiva dell’Organo ispettivo, appare utile sottolineare, tra le posizioni dei dipendenti, per lo spessore delle vicende e la stretta vicinanza ad esponenti delle consorterie locali, le figure di:

le omissis, rispettivamente in servizio presso l’ufficio omissis e omssis, sono nipoti di omissis, deceduto in un agguato camorristico, di omissis, fratelli della defunta madre, tutti ritenuti legati al clan omissis;

omissis, omissis presso il omissis, è cognato di omissis, affiliato di spicco al clan omissis;

omissis, incardinata presso i omissis, è sorella di omissis, tratto in arresto nel 2003 per favoreggiamento alla latitanza di omissis, noto esponente del clan camorristico omissis, operante nel territorio di Napoli – Secondigliano;

omissis, in servizio presso l’ufficio omissis, è sorella di omissis, pluripregiudicato, detenuto, cugino dei defunti boss omissis ed affiliato di spicco all’omonimo clan;

omissis, omissis del omissis, è il padre di omissis, affiliati al clan omissis;

omissis, omissis dell’ufficio omissis, è coniugato con omissis, nipote di omissis, affiliato al clan

omissis;

omissis, del servizio omissis, è stato sottoposto alla misura coercitiva del1’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria dal luglio 2009 al febbraio 201O, poiché indagato per i reati di corruzione e per atto contrario ai doveri d’ufficio, nell’ambito di un procedimento penale comprendente altre 12 persone, tra cui i fratelli omissis, entrambi ritenuti affiliati al clan omissis ;

omissis, in servizio presso l’area omissis, è sorella di omissis, pregiudicato per il reato di associazione per delinquere di stampo camorristico e traffico di sostanze stupefacenti, nonché più volte controllato dalla Tenenza Carabinieri di Marano con soggetti legati al clan camorristico

. omissis;

omissis, del servizio avvocatura, è sorella di omissis vedova di omissis, affiliato al clan omissis; omissis, operaio addetto ai servizi di omissis, è cugino di omissis, elemento di spicco del clan omissis, tratto in arresto dalla Tenenza Carabinieri di Marano nel 1999, dopo una lunga latitanza, poiché condannato all’ergastolo per l’omicidio del giornalista Gianfranco Siani, unitamente a omissis;

omissis, omissis presso l’ufficio omissis, è cognato di omissis, affiliato al clan omissis;

omissis, in servizio presso il omissis, è coniugato con omissis, nipote dei coniugi omissis, cugino dei defunti omissis;

omissis, anch’egli in servizio presso il omissis, è il genero di omissis, pluripregiudicato, affiliato . al noto clan camorristico omissis, nonché con vincoli di parentela con il boss omissis. L’Organo ispettivo ha censurato che lo stesso sia stato preposto alla notifica di omissis;

omissis, del servizio omissis , tratto in arresto nel 1987, è padre di omissis, pregiudicato affiliato al clan omissis di Secondigliano;

omissis, padre di omissis, tratto in arresto in Spagna nel 2004, per il reato di traffico di stupefacenti, legato a pregiudicati del clan degli omissis in particolare a omissis, zio paterno del noto omissis, esponente apicale del clan omissis;

omissis, omissis dell’ufficio omissis, la madre omissis è la sorella dei citati omissis, elementi di spicco del clan omissis;

omissis, omissis presso . l’ufficio omissis, nel omissis è stato sottoposto alla misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici per i reati di abuso d’ufficio, falsità ideologica da pubblico ufficiale, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale e violazione di norme in materia urbanistica, aggravati dal metodo mafioso ai sensi dell’art. 7 legge 203/1991. Dal provvedimento del Tribunale di Napoli, che dispose anche la custodia cautelare in carcere a carico di varie persone indagate per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. ed altro, eseguito nel omissis, emerse che il predetto avrebbe commesso i reati

addebitatigli in concorso col riferito omissis.

Inoltre, nell’organico dell’Ente . figurano anche una decina di altri dipendenti comunali con precedenti penali, non di natura mafiosa.

VICENDE AMMINISTRATIVE ESAMINATE – PROFILI DI ILLEGITTIMITA’ ELEMENTI DI CONTROINDICAZIONE ANTIMAFIA EMERSI

Documentazione Antimafia

Le attività di prevenzione antimafia poste in essere da questa Prefettura hanno consentito l’adozione di diverse interdittive antimafia, ben 32 negli ultimi 18 mesi, nei confronti di imprese operanti sul territorio del Comune di Marano di Napoli

Ciò ha messo in luce la diffusa presenza di interessi della criminalità organizzata in diversi settori e attività commerciali: onoranze funebri, pubblici servizi, bar, ristoranti, macellerie, paninoteche, commercio, mercato ortofrutticolo, agenzie immobiliari e supermercati. Attualmente sono in corso d’istruttoria altri provvedimenti con riferimento agli operatori mercatali del mercato ortofrutticolo di Marano.

Le svariate interdittive antimafia sono state emesse a carico di imprese e ditte riconducibili ad imprenditori ritenuti collegati agli ambienti di camorra locale.

Al riguardo ciò che è stato messo in particolare evidenza dalla Commissione di indagine è che in molti casi le relative istruttorie antimafia sono state promosse solo dopo l’avvio di un’indagine della Procura e solo dopo che la Prefettura aveva indirizzato le attività di accertamento verso quegli esercizi. ( per i dettagli si fa rimando alla relazione della Commissione di accesso).

Quindi, nel1a circostanza, non può non rilevarsi la palese inerzia degli organi comunali, persistendo l’obbligo, per l’ente, di acquisire le informative antimafia per i cinque anni successivi allo scioglimento per mafia disposto con dpr del 30.12.2016.

Tra le aziende ed esercizi commerciali destinatari delle interdittive antimafia, diverse sono risultate essere gestite o riconducibili a soggetti legati ai clan omissis.

Due delle attività interdette dalla .Prefettura sono in capo a omissis, figlio del boss omissis, oggi detenuto in regime di 41 bis., omissis – omissis, quest’ultima attiva dall’agosto 2017. La Commissione d’accesso ha sul punto rilevato che dette società, senza le iniziative dell’autorità giudiziaria e della Prefettura, avrebbero continuato ad operare nonostante le gravi controindicazioni antimafia.

Altra azienda interdetta è la società omissis, che gestiva il ristorante omissis, di fatto gestito dalla famiglia di omissis, ritenuta far parte del clan omissis; pure in questa circostanza gli uffici comunali non avevano richiesto le certificazioni antimafia, nonostante il summenzionato locale fosse stato oggetto, anni prima, di sequestro da parte della Guardia di Finanza.

Così come avvenuto per diverse ditte di omissis, ritenuti anch’essi contigui a1 clan omissis.

Supermercato omissis. della famiglia omissis

Altra grave anomalia è stata segnalata riguardo alla ditta omissis che gestisce W1 supermercato a Marano. Questa società risulta essere collegata con la società omissis., che da consultazioni alla Camera di commercio risulta svolgere prevalentemente attività di supermercati . La omissis è stata interdetta sulla base di informazioni della DDA secondo cui vi sarebbero elementi per supporre la fittizia intestazione e/o infiltrazione dalla famiglia omissis, intranea al clan omissis. In data 26 aprile omissis il TAR Campania, con sentenza nr. omissis, ha rigettato il ricorso della predetta società omissis alla interdittiva antimafia disposta dal Prefetto di Napoli il 30 settembre 2020.

omissis di proprietà di omissis mentre la omissis era di proprietà dei germani omissis; i predetti sono cugini di primo grado ed inoltre le due succitate aziende condividono la stessa sede sociale.

Al riguardo la Commissione d’indagine ha osservato che dalla SCIA presentata al comune da parte della omissis risulterebbero evidenti i collegamenti tra le due società e, ciononostante, omissis omissis, dell’ufficio omissis del comune di Marano, avrebbe omesso di chiedere l’istruttoria attraverso la Banca Dati Nazionale Antimafia, in quanto verosimilmente sarebbe stata interdetta anche la citata omissis, visti i legami parentali tra i due nuclei imprenditoriali. I Carabinieri, a fine marzo 2021, hanno accertato che il supermercato omissis è regolarmente aperto e continua ad operare

Infine, è stato evidenziato che anche per altre 10 ditte interdette, gli elementi istruttori necessari per l’adozione dei provvedimenti ostativi sono stati acquisiti solo grazie all’Autorità giudiziaria ed al supporto collaborativo del Gruppo Ispettivo Antimafia ( per idetta gli si fa rinvio alla relazione della Commissione di accesso ).

Permessi di Costruire e Autorizzazioni in materia Urbanistica

Ad esito delle verifiche della Commissione di accesso sono stati evidenziati atti in materia urbanistica connotati da profili di illegittimità, rilasciati o consentiti, a soggetti collegati direttamente o indirettamente, ai locali sodalizi criminali.

In particolare sono state rilevate illegittimità ed irregolarità nell’ambito di undici permessi di costruire di cui ben nove di questi vedono come beneficiari soggetti collegati, direttamente o indirettamente, alle famiglie omissis. Al riguardo si precisa che5 dei predetti permessi di costruire, gravati da profili di illegittimità, sono stati rilasciati a favore di omissis, convivente di omissis, cugino del noto capo clan omissis. .

Le rilevate violazioni normative ed anomalie riguardano il mancato rispetto dell’indice di edificabilità, osservanze di norme regionali di settore, violazione del regolamento comunale, ampliamenti volumetrici illegittimi, numerose scia con evidenti carenze istruttorie; inoltre, sotto il profilo urbanistico, sono state rilevate incompatibilità in aree destinate ad interesse pubblico, nonché permessi di costruire in sanatoria inefficaci, perché rilasciati in assenza di autorizzazione s1sm1ca.

ORDINANZE DEMOLIZIONE IMMOBILI ABUSIVI E/O ACQUISIZIONE AL PATRIMONIO COMUNALE.

Come è noto l’abuso edilizio comporta un preciso obbligo di attivarsi da parte dei soggetti deputati alla vigilanza sull’attività urbanistica.

L’ordine di demolizione di opere abusive costituisce attività vincolata del comune non essendovi spazio per una graduazione discrezionale delle sanzioni (C. Stato, sez. V, 8 maggio 2002, n.2453). L’organo ispettivo ha rimarcato in più occasioni che le verifiche effettuate hanno consentito di far emergere il complice silenzio della stessa amministrazione .in merito ad abusi riferibili a soggetti contigui alla criminalità organizzata; silenzio interrotto solo per effetto dell’intervento della Commissione di accesso.

Le verifiche ispettive, infatti, hanno consentito di rilevare un frequente rapporto di strumentale causalità tra il mancato abbattimento del manufatto abusivo e il tentativo di salvaguardare l’interesse alla conservazione del bene di privati cittadini, prevalentemente riconducibili alla criminalità organizzata.

Difatti sono emerse diverse mancate demolizioni di abusi edilizi realizzati da soggetti contigui alle più volte citate consorterie criminali · locali, quali omissis e famiglia· omissis ritenuta quest’ultima, far parte dell’organizzazione camorristica omissis ( al riguardo si fa rinvio alla relazione della Commissione di accesso )

Caffetteria omissis – Gazebo omissis

L’Organo ispettivo ha segnalato irregolarità. ed abusi anche in relazione ad un gazebo c

esercita attività di bar denominato omissis, sito omissis.

Nel 2018, durante la precedente gestione straordinaria dell’ente, venivano rilevate irregolarità con conseguente annullamento in autotutela della concessione rilasciata per il citato gazebo.

Inoltre nel 2019 i Carabinieri hanno sottoposto a sequestro la struttura per violazione delle norme urbanistiche.

L’attuale responsabile dell’ufficio tecnico comunale non ha proceduto all’abbattimento della struttura con la motivazione che occorre il preventivo dissequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria. Sul punto la Commissione rileva che gli organi comunali non hanno però neanche avviato le procedure volte ad ottenere detto dissequestro, propedeutico al successivo abbattimento. E’ stato evidenziato che uno dei due omissis, titolari del gazebo, oltre ad essere gravato da numerosi

pregiudizi penali, è il fratello di un soggetto arrestato più volte perché ritenuto far parte dell’associazione camorristica omissis.

Pertanto, ancora una volta, il perdurare dell’inerzia amministrativa degli organi comunali, anche durante l’attuale amministrazione comunale, avrebbe favorito il fratello di un elemento contiguo ai clan locali.

Vicenda garage omissis

Assume grande rilievo la vicenda del garage omissis.

L’episodio di grande pregnanza antimafia, viene messo in luce nel 2018, durante il periodo in cui l’ente era governato da una Commissione straordinaria e trae origine dalla mancata rilevazione in ordine alla realizzazione di un manufatto abusivo ed all’occupazione abusiva di un’area, sita in Marano, adibita ad autorimessa priva di qualsiasi autorizzazione, da parte del pregiudicato omissis , fratello di omissis, capo dell’omonimo clan operante in Marano

La vicenda è costellata da condotte anomale. Come si legge, infatti, nel provvedimento della DDA, i due omissis omissis, invitati a recarsi sul sito per effettuare un sopralluogo, non hanno assunto alcun provvedimento e non hanno trasmesso l’esito del controllo.

Sono stati i Carabinieri a constatare gli abusi realizzati che hanno determinato i provvedimenti

· sanzionatori mai concretizzatisi, anche per marchiani errori del Comune, rivelatisi funzionali ad impedire l’esecuzione degli stessi.

La Procura della Repubblica di Napoli – ODA ha sequestrato parte dei documenti ed ha incriminato i due omissis, poi rinviati a giudizio per i reati di cui agli artt. 110, 328 commi 1 e 2 , art. 416 bis

c.p., con l’aggravante di aver favorito la criminalità (clan omissis), in quanto l’autore dell’abuso è, omissis, fratello di omissis capo dell’omonimo clan.

La Commissione di accesso ha censurato l’operato degli organi comunali anche per quanto attiene la mancata adozione di prov\redimenti disciplinari nei confronti dei predetti omissis, nonostante che il GUP presso il Tribunale di Napoli avesse disposto il rinvio a giudizio per entrambi i dipendenti per reati di natura mafiosa.

Immobile destinato ad edilizia residenziale pubblica via om1ss1s

L’immobile, costituito da un fabbricato composto da 4 livelli fuori terra, di mq 618 circa per piano, è di proprietà di omissis, figlio di omissis, zio paterno del noto capo dell’omonimo clan camorristico denominato omissis operante in questo territorio, a nome di omissis, nato a omissis ,in atto detenuto, nonché fratello di omissis in atto detenuto, considerato elemento di spicco dello stesso clan.

Con sentenza del 29.11.2005, il Tribunale di Napoli ha condannato omissis a due anni di reclusione per la · costruzione dell’immobile in violazione della normativa di settore e delle leggi penali di riferimento.

In seguito a detta sentenza, risulta emesso dalla Procura Generale della Repubblica il

provvedimento di ingiunzione di provvedere al ripristino dello stato dei luoghi.

Successivamente interviene la deliberazione della Commissione Straordinaria del 24/10/2017, con la quale veniva dichiarato il prevalente interesse pubblico al mantenimento dell’edificio destinando lo stesso, parte ad edilizia scolastica e parte per edilizia residenziale sociale.

Sul punto l’Organo ispettivo ha rappresentato che dal 2006, data di emissione dell’ingiunzione, fino al 2017, missiva della Commissione straordinaria, non risultano essere stati posti in essere altri atti da parte dell’Ente.

La deliberazione della Commissione straordinaria è oggetto di una sentenza da parte del TAR Campania che annulla i provvedimenti (Sent. Tar omissis) con i quali l’ente ha inteso utilizzare per pubbliche finalità il bene in questione.

La sentenza del TAR ha annullato i provvedimenti cli acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile e la relativa trascrizione dello stesso, per difetto di notificà alle parti.

Quindi omissis, intraneo all’omonimo clan camorristico, ha beneficiato di una condotta palesemente negligente del comunne in quanto l’ente non ha dimostrato la prova della regolare notifica dell’ordinanza di demolizione ai ricorrenti, determinando, per l’effetto, che il successivo provvedimento di acquisizione al patrimonio comunale venisse dichiarato illegittimo per carenza del relativo necessario presupposto di legge.

Inoltre la Commissione di indagine ha evidenziato che pur essendo, l’immobile, acquisito al patrimonio comunale diversi anni addietro, la trascrizione è avvenuta solo nel 2020. Intanto omissis, in tutti questi anni, ha continuato a riscuotere i canoni di fitto dei cespiti in luogo del comune.

Palesandosi, ancora una volta, la negligenza degli organi comunali, che ha favorito, di fatto;

un altro esponente di spicco della criminalità organizzata

Scuola omissis (Scuola parificata)

E’ di proprietà dei fratelli omissis, figli di omissis. l predetti, ad eccezione di omissis, sono stati condannati per il reato di cui all’art. 416 bis in quanto, come detto, ritenuti far parte dell’organizzazione denominata clan omissis, tuttora attiva nel territorio.

Nell’immobile in argomento sono stati rilevati abusi edilizi in quanto sono state riscontrate difformiità rispetto ai condoni edilizi che hanno conseguentemente determinato l’annullamento delle concessioni edilizie rilasciate anni prima dal comune di Marano.

. L’esigenza di annullare i permessi nasce da un’attività compulsata in sede giudiziaria.

Quindi non può inquadrarsi come iniziativa posta in essere dal Comune nell’ambito delle doverose misure di ripristino della legalità cui è tenuto l’ente.

Peraltro, gli eventi amministrativi successivi vedranno il ripristinarsi dell’utilizzo dell’immobile. Infatti, avverso gli atti di chiusura della scuola, la omissis si è opposta proponendo ricorso. dinanzi al TAR Campania, producendo una perizia di parte che fondamentalmente non rilevava pericoli per la pubblica e privata incolumità Il omissis, a seguito di questa opposizione e circa 1O giorni dopo, preso atto della perizia di parte, ha sospeso l’ordinanza di chiusura dello stabile omissis, di fatto riaprendolo, in attesa delle determinazioni del TAR.

In ogni caso da questi fatti, secondo la commissione di accesso emerge, che la decisione adottat

dal omissis di non conformarsi agli esiti istruttori dell’ingegnere, ausiliario della Polizia giudiziaria e, peraltro, di non compulsare di propria iniziativa le verifiche ·urbanistiche sull’immobile in questione, ha di fatto favorito gli interessi dei omissis che hanno potuto continuare a percepire i canoni di locazione di un immobile abusivo perché realizzato sulla base di provvedimenti che si fondavano su falsi presupposti.

Vicenda omissis

La omissis è costituito da un complesso residenziale che fu realizzato da omissis, palazzinaro

attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, soggetto ritenuto collegato al clan omissis.

Il complesso residenziale fu dichiarato abusivo alcuni anni fa e acquisito al patrimonio comunale soltanto un anno fa e doveva essere trasformato in una scuola per i ragazzi.

La vicenda appare assumere significativi elementi d’interesse ai fini antimafia. Infatti tra i soggetti che occupano gli appartamenti oramai da tempo di proprietà del Comune, figurano omissis. Secondo la Commissione di accesso l’inerzia e la condotta dilatoria posta in essere dall’amministrazione omissis hanno quindi consentito ai familiari di omissis di poter beneficiare, a titolo gratuito, di un bene comunale (in quanto sottratto allo stesso omissis perché realizzato abusivamente) in assenza di concrete iniziative finalizzate ad un uso pubblico del bene che . avrebbe consentito all’Ente di risparmiare oneri per fitti passivi oltre a rappresentare un chiaro segnale di legalità.

Anche in questa circostanza, quindi, sarebbe stata favorita una famiglia ritenuta intranea al clan omissis.

ORDINANZE DI DEM DI DEMOLIZIONE DI OPERE ABUSIVE

Diffida non rinnovabile per la demolizione di opere abusive dell’aprile 2020, a carico di

omissis.

Le predette sono, rispettivamente, madre e sorella del capo clan omissis, attualmente detenuto. In primo luogo si evidenzia che l’iniziativa che ha portato alla rilevazione dell’abuso edilizio è stata intrapresa dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC) in quanto l’abuso è stato compiuto su suolo demaniale. Gli atti di inottemperanza all’ordine di demolizione sono stati adottati in concomitanza delle attività della Commissione di indagine e l’acquisizione al patrimonio comunale è avvenuta solo nel marzo 2021. Ancora una volta si evidenzia che l’inerzia dell’amministrazione comunale cessa solo do

dopo l’intervento di organi estranei all’Ente, quali la citata Agenzia dei Beni Confiscati e la Commissione d’accesso

Società omissis

Nel 2019 viene emessa un’ordinanza di demolizione a carico di omissis a seguito di abusi edilizi rilevati dai Carabinieri di Marano di Napoli. Viene evidenziato che il manufatto abusivo, pur se posto in vistosa evidenza, non è stato constatato dal locale Comando dei Vigili Urbani. Accertata l’inottemperanza alla citata ordinanza di demolizione, nel luglio 2020, il responsabile omissis, omissis, con proprio provvedimento dichiarava l’acquisizione del bene al patrimonio comunale. Ciononostante i Carabinieri, il 27 marzo 2021, hanno rilevato che l’area dell’abuso veniva comunque utilizzata da soggetti estranei al comune. Al riguardo si evidenzia che gli autori dell’abuso, omissis e i fratelli omissis, sono ritenuti vicini al sodalizio dei omissis.

Ordinanza di demolizione non eseguita a carico di omissis

Nel novembre 2019 è stata emessa un’ordinanza di demolizione per un manufatto abusivo su una superficie di mq 450 suddiviso in 7 unità abitative. Nel luglio 2020 omissis accertata l’inottemperanza, dichiarava l’acquisizione al patrimonio comunale. L’Organo ispettivo ha evidenziato che il provvedimento di acquisizione al patrimonio comunale veniva notificato solo nel novembre 2020 a seguito delle iniziative intraprese dalla Commissione di indagine. Il omissis, attualmente detenuto, risulta essere un elemento del clan omissis.

Ordinanza di demolizione opere abusive del novembre 2019 a carico di omissis, per abusi edilizi inerenti la trasformazione di un deposito in 4 unità abitative e la costruzione di una tettoia in legno, solo quest’ultima rimossa in seguito alla citata ordinanza. Il Comune non ha proceduto all’acquisizione dell’immobile né alla irrogazione della relativa sanzione. omissis è coniugato con omissis, figlia di omissis, fratello di omissis, pluripregiudicato e reggente l’omonimo clan camorristico.

Ordinanza di demolizione opere abusive del giugno 2020 a carico di omissis, in qualità di committente e di omissis, proprietaria. ·

La Commissione di indagine ha evidenziato che l’opera abusiva non risulta essere stata demolita soprattutto per l’ingiustificato ritardo tra l’ordinanza di demolizione ed il verbale di inottemperanza notificato solo 6 mesi dopo, quando l’Organo ispettivo ha attenzionato la vicenda. omissis è · fratello di omissis, ritenuto gravitare nel clan omissis.

APPALTI E AFFIDAMENTI VARI

Nell’ambito dell’attività ispettiva sono stati esaminati gli appalti concessi a numerose società.

La documentazione acquisita dall’Organo ispettivo ha fatto emergere un modus operandi dell’apparato gestionale dell’ente poco trasparente e ambiguo che per certi aspetti si discosta dai principi normativi in materia in materia di appalti pubblici. Vengono poi evidenziate violazioni di norme.

Appalto alla ditta omissis

La ditta omissis è stata individuata come soggetto contraente per lo smaltimento di alcune frazioni della raccolta differenziata. La Commissione di indagine ha rilevato una serie di anomalie nei relativi atti esaminati. E’ stato fatto rilevare che è stato corrisposto un compenso anche per Io smaltimento. di alcune frazioni che invece, altri consorzi di filiera, ritirano gratuitamente: al riguardo viene sottolineato, quindi, un danno economico per l’ente e pertanto per la collettività.

Viene in sintesi evidenziata un’azione amministrativa che denota violazioni in materia di trasparenza, con rilevate trasgressioni degli artt. 35 e 36 del d. lgs.Ii.SO del i016, in quanto appare che l’Ente abbia strumentalmente frazionato il servizio allo scopo di evitare .l’applicazione delle norme di riferimento.

omissis

Riguardo all’appalto alla omissis, incaricata dell manutenzione degli impianti termici esistenti negli immobili di proprietà comunale, sono stati evidenziati partecipazioni della stessa società in vari consorzi dove sono presenti altri soci riconducibili a imprenditori . o ditte colluse con il clan omissis ed il clan omissis di Sant’Antimo, ovvero ditte colpite da interdittive antimafia.

omissis

L’ufficio che ha istruito le pratiche di commercio è riferibile ad un funzionario, omissis.

Lo stesso omissis ha curato l’appalto affidato dal Comune di Marano di Napoli alla omssis caratterizzato da diffusi profili di illegittimità in relazione al trattamento economico corrisposto alla omissis in quanto difforme dal tariffario Regione Campania valido nel 2020. La Commissione ha inoltre fatto rilevare che omissis ha fatto parte della commissione di gara per un appalto di lavori di un altro comune sciolto per infiltrazioni mafiose, quello di Sant’Antimo. Appalto questo che è tra le motivazioni che hanno portato allo scioglimento di quel consiglio comunale ed il presidente di gara dello stesso appalto, omissis, è stato arrestato nel giugno scorso per associazione mafiosa e per reati contro la P.A., anche e soprattutto per l’appalto nella cui commissione di gara era presente il funzionario omissis. E’ appena il caso di evidenziare, a dimostrazione dello stretto rapporto tra le organizzazioni criminali di quell’area territoriale a nord di Napoli, che nell’ordinanza giudiziaria che ha condotto all’arresto omissis, per la gara del Comune di Sant’Antimo ( nella cui commissione di gara era presente il predetto dipendente del comune di Marano), sono stati coinvolti, sempre per reati di mafia, anche i fratelli omissis cui è riferibile l’Area P.l.P.

Appalto di Igiene Urbana – omissis

L’appalto concesso alla società omissis riguarda l’importante servizio di igiene urbana. L’affidamento è avvenuto in epoca precedente all’attuale amministrazione e consegue ad istruttoria riferibile al Provveditorato 00.PP. per la Regione Campania.

Per questi motivi l’attività di accesso si è concentrata sugli aspetti riferibili all’attuale amministrazione, quali le rilevate mancate contestazioni di omissioni contrattuali ed irregolarità rispetto agli obblighi contrattuali.

L’attività di indagine ha constatato che sono stati eseguiti controlli blandi da parte dei competenti organi comunali ai fini della regolare esecuzione del servizio, consentendo alla ditta appaltatrice di ottenere ingiusti vantaggi a danno della Pubblica Amministrazione e della locale comunità.

La Commissione ha segnalato, ancora, possibili elementi di mafiosità riconducibili all’amministratore unico nonché proprietario della omissis, il quale è legato da stretti rapporti di parentela con i titolari di altre società nei cui confronti sono stati adottati provvedimenti ostativi antimafia.

Inoltre è emerso che la omissis, nel periodo di amministrazione del omissis, ha assunto diversi dipendenti gravati da elementi di interesse ai fini antimafia.

Adesione alla società mista denominata omissis

Assume rilievo la concessione in esclusiva su tutto il territorio comunale del pubblico servizio di acqua potabile ed acque reflue alla omissis, decisa dalla Giunta comunale, in corso di ratifica dal Consiglio comunale.

La Giunta comunale ha aderito con convenzione alla società omissis a cui sono stati affidati il pubblico servizio di acqua potabile e tanti altri servizi e manutenzione attinenti la gestione delle acque sul territorio comunale.

Tale affidamento comprende, tra l’altro, i lavori di manutenzione, ampliamento e allacci alla rete idrica e fognaria, lavori di potenziamento dell’impianto, realizzazione di altre opere, riscossioni canoni ed altro.

La Commissione ha censurato che tutti i predetti lavori siano stati affidati senza aver espletato gare ad evidenza pubblica. L’Organo ispettivo ha evidenziato non pochi dubbi e perplessità sulla legittimità di tali scelte anche perché nella omissis primeggia il ruolo della società privata omissis che possiede il 49% delle quote del capitale sociale a fronte del 51% detenuto dai comuni soci della stessa società ( il comune di Marano detiene il 3%).

A parere della Commissione di indagine, l’aver acquistato le quote, nella modesta misura del 3% per un valore di euro 4.000, non può legittimare un affidamento diretto di importanti opere e servizi ad una società mista nella quale è evidente il ruolo dominante del soggetto privato che rispetto a tutti i soci pubblici detiene la quota percentuale più alta ed è il soggetto che materialmente esegue tutti gli appalti di lavori e servizi. ·

Tra l’altro, del socio privato omissis non è dato sapere chi siano i reali proprietari neanche attraverso la Guardia di Finanza.

Il capitale della omissis è detenuto per il 2%, da tale omissis e per il 98o/o da omissis riconducibile a soggetti ignoti. Infatti il 50% del capitale della omissis è riferibile a società fiduciarie che

assumono l’impegno di amministrare i beni per conto terzi, i cui nominativi sono ignoti, mentre il restante 50% è di proprietà di una società estera di cui non è dato conoscere i nominativi dei proprietari. Quindi gli effettivi proprietari della omissis sono ignoti.

Altro aspetto segnalato dalla Commissione di indagine è che la società omissis è stata costituita su iniziativa del socio fondatore Comune di omissis il cui omissis era omissis. E’ la Giunta comunale presieduta da omissis ad individuare la ditta omissis come socio privato.

Nel 2018 lo stesso omissis, secondo quanto rilevato dalla Commissione di indagine da fonti aperte, è stato condannato a otto anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso, con l’accusa di aver avuto rapporti con il clan dei omissis e dei omissis dai quali avrebbe ricevuto favori elettorali e collaborazioni per le speculazioni edilizie. I Carabinieri di Marcianise hanno inoltre evidenziato parentele del predetto omissis con elementi vicini ad ambienti di camorra.

Infine viene evidenziato che l’amministratore delegato della omissis è omissis il quale risulta aver frequentato soggetti gravati da reati associativi.

La Commissione sulla vicenda acquedotti ha asserito che l’attuale omissis sembra aver posto in essere una pervicace volontà a portare a definizione i rapporti con omissis e quindi con la omissis,. lasciando cadere la proposta dell’Azienda Speciale ABC, di proprietà del Comune di Napoli, avente specifica competenza in materia di gestione dell’acqua.

fratello omssis, sono stati coinvolti in altro provvedimento dell’A.G. nel 2020, con il capo d’imputazione per il delitto di cui all’art. 416 bis più altri reati, per aver contribuito al rafforzamento di altra associazione criminale denominata clan omissis di Sant’Antimo.

Dopo la revoca da parte della Commissione straordinaria della concessione risalente al 2006 per la realizzazione dell’area PIP, il Comune di Marano è diventato titolare dei capannoni industriali e dell’area su cui sorgono.

Ciononostante la società Iniziative Industriali ha stipulato contratti di locazione per l’utilizzo degli stand dell’area PIP, incassando anche i relativi canoni.

Su tutta la vicenda l’amministrazione omissis non risulta abbia posto in essere concrete iniziative volte alla tutela degli interessi dell’Ente.

L’Organo ispettivo ha riferito al riguardo che solo dopo aver appreso delle indagini sull’area PIP

l’amministrazione comunale avrebbe avviato lo sgombero di cinque imprese insistenti nella suddetta area.

Va osservato, ancora, che l’intervento è postumo alle attività acquisitive di elementi cognitivi sulla

vicenda dell’Area PIP da parte della Commissione di indagine ciò pone in evidenza da un lato la consapevolezza da parte dell’ente della necessità di adottare gli atti sanzionatori e dall’altro il complice silenzio della stessa amministrazione in merito alle gravi anomalie emerse in relazione ai rapporti in atto tra il comune e I.a realtà imprenditoriale e gestionale dell’are PIP. Anomalie queste che banno prodotto indubitabilmente vantaggi potenziali a favore di soggetti contigui alla criminalità organizzata.

BENI CONFISCATI

Nonostante le sollecitazioni dell’Agenzia Nazionale Beni Confiscati, dalla documentazione esaminata dalla Commissione di indagine è emerso che numerosi beni non sono .stati ancora destinati per gli utilizzi sociali previsti dalla normativa di settore, almeno fino al 29.3.2021 (al riguardo si fa rimando alla relazione della Commissione di indagine).

Per quanto concerne gli altri beni confiscati, la comimissione ha rilevato che soltanto dopo il suo

. insediamento è stato predisposto un bando univoco .per l’assegnazione dei beni fino ad allora rimasti inutilizzati. L’assegnazione della maggior parte dei citati immobili si è avuta il 29 marzo 2021 a distanza di pochi giorni dalla conclusione dei lavori della commissione di indagine.

Tra i beni assegnati la Commissione ha richiamato l’attenzione sull’appartamento un tempo di proprietà cli omissis, condannato per l’omicidio del giornalista del Mattino Giancarlo Siani. Il bando per l’affidamento ad associazioni o cooperative era andato deserto in quanto, secondo l’Organo ispettivo, il bando sarebbe stato strumentalmente appesantito da clausole poche chiare, fino alla determina di assegnazione del 29/03/2021. ·

In conclusione, sui · beni confiscati a soggetti contigui · alla criminalità la Commissione ha evidenziato la condotta dilatoria della stessa amministrazione, cessata solo per effetto dell’intervento dell’Organo Ispettivo.

Conclusioni

In estrema sintesi  si elencano i principali elementi emersi ad esito dell’attività della Commissione di indagine maggiormente rilevanti fini della comprensione  ed interferenza della criminalità organizzata, connotati da condizionamenti o da condotte antigiuridiche.

  • Contesto scenario criminale.

I clan dominanti omissis, di caratura nazionale, hanno esercitato una mirata azione di controllo di quel territorio negli ultimi decenni, che non ha risparmiato la vita amministrativa dell’ente locale, condizionandone le scelte e gli indirizzi.

  • Amministratori e dipendenti comunali.

Sono state accertate parentele, rilevate frequentazioni e cointeressenze tra i neo eletti consiglieri comunali e dipendenti dell’ente con elementi di spicco delle potenti consorterie criminali locali. Si sottolinea che ben 12 Consiglieri comunali, di cui 5 che militano in maggioranza, hanno rapporti di parentela ovvero registrano rapporti di frequentazione con soggetti intranei a sodalizi criminali.

Inoltre è stata rilevata l’inconsistenza, l’insufficienza e la fragilità dell’apparato burocratico, rivelatosi permeabile alle illecite ingerenze, compromissioni e condizionamenti esterni che hanno di fatto favorito soggetto collegati ai potenti clan del territorio.

  • Interattive antimafia

Sono state adottate ben 32 interiettive antimafia nei confronti di imprese operanti sul territorio comunale. Su tale punto si è manifestata inconfutabilmente l’inerzia degli uffici comunali a promuovere le obbligatorie istruttorie antimafia.

  • Permessi di costruire, autorizzazioni e scia urbanistiche

Sono stati rilasciati undici permessi di costruire tutti gravati da profili di illegittimità  a favore di soggetti collegati, direttamente ed indirettamente, alla criminalità organizzata.

  • Ordinanze di demolizione e/o acquisizione al patrimonio comunale di manufatti abusivi

Emerge,  al riguardo, il palese abuso edilizio decritto nel paragrafo denominato “ Palazzo omissis” in cui si dimostra evidente l’inerzia degli organi comunali a vantaggio di un soggetto  chiarimento intraneo al clan omissis.

Altra circostanza di significativa pregnanza antimafia è quella relativa alla vicenda del garage omissis. E’ un abuso edilizio ed occupazione abusiva di area di proprietà comunale realizzato dal fratello del capo del clan omissis.

Emerge chiaramente il complice silenzio dell’amministrazione comunale in merito ad abusi riferibili a soggetti contigui ai locali sodalizi criminali, silenzio interrotto solo per effetto dell’intervento della Commissione di indagine.

  • Appalti pubblici.

Risultano affidati e gestiti 8 appalti di cui hanno beneficiato ditte ove sono presenti soci riconducibili a imprenditori collusi con i clan e comunque connotati da profili di illegittimità e condotte antigiuridiche.

Molti procedimenti amministrativi sono apparsi connotati da oggettiva parzialità e da un’alterazione del processo di formazione della volontà amministrativa. I settori risultati maggiormente permeabili e fragili, sono quelli correlati all’urbanistica e ai lavori pubblici, con particolare riferimento alla gestione dell’Area P.I.P., gli appalti, al servizio idrico, all’igiene urbana, alle certificazioni antimafia e alle certificazioni commerciali.

In tali settori è stato delineato un quadro di ingerenze esterne, riconducibili alla medesima matrice criminale dei clan omissis, che hanno ripetutamente condizionato l’azione amministrativa compromettendone il buon andamento e la terzietà.

E’ parsa chiara la soggezione dell’amministrazione posta in luce in modo univoco dall’esame di legittimità operato su numerosi atti amministrativi, dai quali emerge l’apertura della gestione pubblica alle ingerenze e alle pressioni delle associazioni criminali del territorio.

E’ emerso, inoltre, che solo dopo l’attivazione di indagini da parte dell’Organo ispettivo l’amministrazione omissis ha tentato di porre in essere contromisure- tardive- volte a contrastare i vantaggi di cui hanno beneficiato o beneficiano aziende o personaggi legati alla criminalità organizzata.

Quindi l’intervento postumo e tardivo da parte del Comune alle attività della Commissione  mette in luce la consapevolezza dell’Ente della necessità di adottare gli atti sanzionatori. Emerge dunque il complice silenzio dell’amministrazione in merito ad abusi riferibili a soggetti contigui alla criminalità organizzata, silenzio interrotto solo per effetto dell’intervento, diretto o indiretto, della Commissione di accesso.

Il mancato esercizio del potere di indirizzo da parte degli amministratori comunali, ha lasciato aperte ai sodalizi mafiosi locali la possibilità di operare  a trarre profitto. I complessi  accertamenti effettuati hanno evidenziato il diffuso degrado amministrativo in cui versa il Comune di Marano di Napoli, caratterizzato da un’azione amministrativa che, sulla base degli elementi  assunti, si è rilevata permeabile alla volontà di soggetti collegati direttamente e/o  indirettamente alle organizzazioni criminali attive sul territorio.

Gli interessi criminali hanno trovato spazio nei più variegati settori comunali, come le autorizzazioni amministrative, il settore urbanistico, il commercio, le procedure acquisitive delle certificazioni antimafie, gli appalti, la gestione dei beni confiscati e di beni acquisiti al patrimonio dell’Ente. In tutti questi settori la presenza di soggetti collegati o riconducibili ai sodalizi locali è apparsa oltremodo evidente.

Quasi tutti i procedimenti esaminati presentano profili di illegittimità a beneficio di ditte o soggetti collegati alla criminalità organizzata.

All’esito dell’esame della relazione conclusiva dell’Organo ispettivo e delle informazioni fornite dalla Forze dell’Ordine, emerge un rilevante quadro indiziario sulla sussistenza del condizionamento del civico consesso di Marano.

Peraltro nell’amministrazione omissis sono stati eletti 6 consiglieri comunali, sui 24 assegnati, già in carica nell’amministrazione disciolta nel 2016 per infiltrazioni mafiose.

Inoltre ben 12 consiglieri comunali, di cui 5 che militano in maggioranza, hanno rapporti di parentela ovvero registrano rapporti di frequentazione con soggetti intranei a sodalizi criminali.

A ciò deve aggiungersi, quale altro elemento di interesse ai fini delle valutazioni concernenti la permeabilità degli organi elettivi e burocratici comunali, le numerose accertate parentele, nonché le rilevate frequentazioni e cointeressenze tra i dipendenti dell’ente con elementi di spicco delle potenti consorterie criminali locali.

Ulteriore elemento sintomatico di devianza è costituito dall’elevato numero di segretari comunali, ben 6, che si sono alternati nell’amministrazione omissis negli ultimi due anni.

Le risultanze delle attività di accesso hanno delineato un quadro caratterizzato dall’esistenza di collegamenti e interessi trasversali con esponenti dei gruppi criminali, tali d che sembrano determinare fenomeni di ingerenza nella vita politica e amministrativa del Comune per assecondare gli interessi della criminalità organizzata con la quale condivide relazioni parentali e di frequentazioni.

Anche la struttura amministrativa appare caratterizzarsi per l’assenza di un indirizzo politico improntato a principi di legalità e per la carenza di adeguate contromisure da parte delle figure apicali nei settori strategici.

L’amministrazione, retta dal omissis a far data dal novembre 2018, si è caratterizzata , così come la precedente amministrazione destinataria dello scioglimento per l’art. 143 del d.lgs. 267/2000, non solo per non aver posto argini ai tentativi di infiltrazione criminale, ma per aver tenuto un modus operandi, costante nel tempo e ad ampio raggio d’azione, improntato a condotte dilatorie che sono apparse tali da determinare le condizioni per avvantaggiare soggetti notoriamente legati con i clan.

Il complesso delle situazioni evidenziate, con tutti gli elementi accertati dalla relazione ispettiva, è stato oggetto di attenta analisi in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica , riunitosi il 07 maggio 2021, allargato, nella circostanza, alla partecipazione del Procuratore della Repubblica DDA di Napoli, dr. Giovanni Pio Melillo, del Procuratore f.f.  della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, dr. Carmine Renzulli, cui sono intervenuti anche i componenti della Commissione di accesso.

Il Comitato sulla base delle risultanze emerse dagli approfondimenti evidenziati, negli aspetti più salienti, dall’organo ispettivo, ha unanimemente ritenuto fondato il condizionamento degli organi elettivi dell’ente locale da parte della criminalità organizzata, ravvisando la sussistenza di un quadro complessivo di elementi, attuali, concreti e univoci in tale direzione, che denotano , altresì, un inquinamento significativo dell’intera macchina amministrativa comunale. Pertanto, si sottopone quanto su esposto alle valutazioni della On.le S.V. ritenendo sussistenti gli elementi previsti dall’art. 143 del D.lg.s 267/00.

Il Prefetto Marco Valenti al Sig. Ministro dell’Interno Roma.

 

 

 

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