Il centro per disabili era diventato un lager: picchiati i pazienti. Blitz dei carabinieri

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mugnano
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Cinque dipendenti avevano trasformato un centro residenziale per l’assistenza ai disabili affetti da paralisi spastica in un luogo di terrore, con violenze fisiche e verbali, minacce e umiliazioni nei confronti degli ospiti disabili, incapaci di difendersi o di chiedere aiuto. Schiaffi, calci, insulti e minacce erano all’ordine del giorno nella struttura privata nel quartiere Brancaccio a Palermo. Fino a questa mattina quando i carabinieri della stazione di Brancaccio hanno messo fine alle torture subite dai disabili con l’esecuzione di cinque misure di custodia cautelare firmate dal gip su richiesta della procuratrice aggiunta Laura Vaccaro e dei suoi sostituti del dipartimento fasce deboli della procura di Palermo. Per tre operatori è stata disposta la misura degli arresti domiciliari, mentre altri due hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con contestuale “divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese”. I cinque indagati sono ritenuti a vario titolo responsabili del reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi.

Mesi di intercettazioni e videoriprese hanno accertato la violenza che quotidianamente subivano i disabili ospiti della struttura: le telecamere nascoste piazzate dai carabinieri hanno ripreso un dipendente che prendeva per i capelli un ragazzo seduto sul divano e lo trascinava a terra, hanno immortalato un suo collega mentre colpiva ripetutamente un paziente alla testa e al volto quando era con gli altri ospiti in una delle stanze comuni della struttura, hanno filmato un operatore prendere la testa di un ragazzo e sbatterla contro un muro. In altre immagini un dipendente della struttura lancia contro il paziente una sedia a rotelle. Immagini tremende che testimoniano la violenza dei cinque dipendenti della struttura nei confronti dei disabili spastici.

Le intercettazioni ambientali audio e video, effettuate giorno e notte all’interno del centro residenziale con la costante presenza di una pattuglia pronta a intervenire all’occorrenza, oltre a documentare le sistematiche violenze, hanno evidenziato le minacce degli indagati ai pazienti che non dovevano dire a nessuno cosa succedeva pena altre sevizie. Infine i carabinieri hanno accertato che in molti casi gli operatori della struttura non curavano i pazienti spesso lasciati senza terapia farmacologica o privati delle terapie riabilitative previste dai medici.

Fonte Repubblica

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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