Camorra, abusivismo e soldi sottratti alla Pol.Carni: tre processi tra Napoli ed Aversa. Vincenzo Polverino la figura chiave

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Tre processi e più di trenta imputati. La figura chiave è Vincenzo Polverino, meglio noto come Peruzzo. Polverino è il cugino del super boss Giuseppe ed è in carcere da circa un anno con l’accusa di associazione mafiosa. Sarebbe stato, secondo il teorema investigativo, a capo della frangia dei polveriniani, l’ultima ancora operativa sul territorio, alleatasi qualche anno fa con gli Orlando.

Polverino è al centro, come dicevamo, di tre procedimenti giudiziari, due dei quali si celebrano presso il tribunale Napoli nord e l’altro a Napoli, nell’aula bunker del carcere di Poggioreale.

In uno dei tre processi sono imputati, oltre a Vincenzo Polverino, anche Michele Marchesano, cognato del “Barone”, e tanti altri: Diego Giarra, Nicola Langella, Felice Moraca, Raffaele Di Maro, Nicola Raimondo, Salvatore Ruggiero, Luigi Cerullo, Claudio Visconti, Antonio Nuvoletto, Cristofaro Candela, il pentito Teodoro Giannuzzi, Armando del Core e Ciro Cappuccio, questi ultimi due già condannati all’ergastolo per l’omicidio di Giancarlo Siani. Il procedimento giudiziario è stato scisso in due tronconi: la maggior parte degli imputati ha optato per il rito abbreviato; per Marchesano, Cappuccio e Del Core, invece, si procederà con il rito ordinario.

Vincenzo Polverino è la figura chiave di altri due dibattimenti che invece saranno celebrati a Napoli nord e di cui ieri si sono viste le prime schermaglie.

Il 61 enne, infatti, è accusato di aver sottratto un milione e 500 mila euro da una società, la Pol.Carni, confiscata alla sua famiglia e per anni gestita da una curatela giudiziaria. Quelle somme, secondo quanto accertato dai militari della Guardia di Finanza, sarebbero state investite nelle attività del clan e sarebbero servite, in particolare, a sostenere le spese dei detenuti e delle famiglie degli associati. Reati aggravati dalla finalità mafiosa.

Ma non è tutto: Polverino deve rispondere anche di un altro presunto reato: avrebbe intascato illegalmente i canoni di affitto dai condomini di una palazzina (abusiva) realizzata nel lontano 1992 in via Sant’Agostino, nel comune di Marano. Quegli appartamenti erano stati acquisiti, proprio nel 1992, al patrimonio comunale ma furono sgomberati 27 anni dopo i primi atti emanati dall’ente cittadino. Una vicenda intricata e oscura, per molti versi scandalosa e di recente oggetto anche di un pronunciamento del Tar. Per i giudici amministrativi, Polverino avrebbe presentato (nel 1995) un’istanza di condono edilizio e gli uffici comunali avrebbero dichiarato (con l’immobile già da tempo acquisito al patrimonio dell’Ente) la sua procedibilità. Polverino avrebbe pagato anche una tranche del condono edilizio e il Comune, nel 2014, gli avrebbe anche concesso di rateizzare i pagamenti. La sentenza del Tar sarà una delle carte che i legali di Polverino si giocheranno nel processo che si tiene a Napoli nord.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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