La prefettura e la lotta alle aziende in odor di malavita. 85 provvedimenti in poco più di un anno. Da Marano a Sant’Antimo

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L’ultima operazione della prefettura nei confronti di aziende della provincia, tutte interdette per mafia. Nove provvedimenti interdittivi sono stati firmati nella giornata di ieri dal prefetto Marco Valentini, per imprese operanti nei settori dell’edilizia privata e della fornitura di materiale edile, dei generi alimentari all’ingrosso, dell’igiene urbana e del commercio.

Le imprese interessate emanate dall’ufficio antimafia della prefettura, diretto dalla dirigente Carolina Iovino e imperniato sul lavoro del funzionario Salvatore Carli, sono ubicate nei comuni di Marano, Quarto, Sant’Antimo, Afragola e Giugliano. Sui titolari di alcune aziende, ritenuti contigui ai clan Mallardo di Giugliano e Moccia di Afragola, sono in corso ulteriori indagini. I loro nomi, pertanto, sono al momento top secret. Due interdittive antimafia sono state emesse anche nei confronti di due note aziende di Marano, gestite o riconducibili a soggetti ritenuti contigui al clan Polverino.

Si tratta di due ditte, Ingrosso Alimentari Marchesano e Agenzia Casa Insieme (nella foto), che erano già state colpite nei mesi scorsi da analoghi provvedimenti e per le quali si è reso necessario riproporli con opportune integrazioni. L’ingrosso Alimentari Marchesano è una delle attività gestite da Michele Marchesano, cognato del super boss Giuseppe Polverino. L’uomo è in carcere da circa un anno con l’accusa di associazione di stampo mafioso.

La prefettura di Napoli, ormai da oltre un anno, ha messo in campo una capillare azione di monitoraggio del territorio. Un’attenzione particolare alle realtà commerciali e produttive della provincia di Napoli, culminata (da quando si è insediato il prefetto Valentini) con l’emissione di 85 interdittive. Un lavoro mai svolto in precedenza, soprattutto con tale insistenza e precisione. L’ufficio antimafia dell’autorità territoriale di governo non raccoglie soltanto le segnalazioni che giungono dagli organi inquirenti, ma recepisce anche gli input che arrivano da altri canali.

Le informazioni vengono poi selezionate e incrociate con i dati forniti dal G.I.A., il gruppo ispettivo antimafia composto dai rappresentanti di tutte le forze di polizia e della Direzione investigativa antimafia. Nella sola città di Marano sono state circa 40 le aziende fermate nel corso degli ultimi mesi.

Importante anche il lavoro svolto nel territorio di Sant’Antimo, dove sono state interdette numerose aziende edili e agenzie funebri, tutte riconducibili ai clan Puca e Verde, e importanti realtà del settore della sanità privata, come il centro Igea della famiglia Cesaro. Provvedimenti che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono stati confermati anche dai giudici del Tar e del Consiglio di Stato.

L’attività della prefettura proseguirà anche nei prossimi mesi, poiché è ormai chiaro che le potenti organizzazioni malavitose della cintura metropolitana stanno puntando moltissimo sul riciclaggio di capitali illeciti in specifiche attività: agenzie di scommesse sportive, sale Bingo, supermercati, caffetterie e ristoranti. E’ emerso con chiarezza anche un altro dato: molte aziende stanno tentando di bypassare i provvedimenti interdittivi modificando in fretta e furia gli assetti societari o servendosi – come nel caso delle agenzie funebri – di aziende che operano in contesti territoriali diversi. Era già accaduto un paio di anni fa con le imprese dei Cesarano, ma il “fenomeno” sarebbe ora in voga anche a Sant’Antimo.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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