Marano, siamo al conto alla rovescia: Visconti, attaccato dal suo stesso partito, non ha via di scampo. D’Alterio, intanto, è già un lontano ricordo

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Siamo al canto del cigno ormai. Tutto si sta per compiere. Il Pd ha rotto gli indugi e ha attaccato frontalmente l’uomo ombra di Visconti, l’assessore D’Alterio, tra i più criticati nella storia politica della città. D’Alterio è destinatario di una mozione di censura da parte dell’opposizione ed è inviso alla stragrande maggioranza dei politici locali, che gli contestano, tra l’altro, di avere modi e atteggiamenti tutt’altro che cordiali e di esser venuto meno a diverse promesse e annunci: quelle sulle strisce blu, le strisce rosa, mai installate, e tutte le questioni attinenti al cimitero. D’Alterio, poi, sempre secondo gli attenti osservatori della politica locale sarebbe il “gestore” di fatto dell’assessorato all’igiene urbana, formalmente diretto da Mariella De Nigris. In realtà l’uomo ombra, anche su questo specifico versante, sarebbe sempre e solo D’Alterio.

Speranze di salvarsi questa volta non ne avrebbe, perché D’Alterio è stato nei fatti sfiduciato dal partito del sindaco, il Pd, che voterà a favore della mozione di censura intentata nei suoi confronti. Ciò significa che il suo destino è segnato, anche se in suo soccorso dovesse arrivare qualche oppositore o presunto tale, i cui nomi sono noti a tutti. Non solo colui che non ha firmato la mozione, Abbatiello, ma anche qualche soggetto di estrazione centrista che fa l’oppositore con la tenerezza di un grissino. Molti sono curiosi di vedere, infatti, come voteranno e dichiareranno in pubblico il proprio voto i vari Marta Monti, Vincenzo Passariello e Brunella Orlando.

Speranze di salvarsi, come abbiamo più volte scritto, non ne ha nemmeno il primo cittadino, ormai scaricato anche dal Pd napoletano. Se anche dovessero tirare a campare per qualche altra settimana, Visconti e D’Alterio, ci sarebbe sempre l’incognita scioglimento a pesare come un macigno. Visconti ha una sola possibilità per uscire dal guado: dimettersi e chiedere scusa alla città. Gliene sarebbero grati tutti. Gestire una città come Marano non è facile, lo sappiamo: Marano ha mille criticità, molte delle quali affondano nella notte dei tempi. E’ una città strana, devastata negli anni dal cemento selvaggio, dalla politica collusa con la camorra, da una condizione del municipio (in termini di numeri e qualità delle risorse umane) assai scadente. Non era facile, ma lui ha sbagliato perché è un uomo testardo e presuntuoso, che poco conosce la città e l’ente che dirige.

Per compiere il miracolo avrebbe dovuto circondarsi di assessori di grandissima qualità e avrebbe dovuto cercare collaboratori, tra i sovraordinati in primis, di grande caratura, di personalità, che sapessero indirizzarlo nelle scelte più ostiche, come quelle sui beni confiscati, abusivi, sul Pip e altre spinose vicende.

Visconti ha invece vivacchiato fidandosi di consiglieri alla prima esperienza, alcuni dei quali affamatissimi, e su tecnici comunali che non hanno mai brillato per trasparenza. Il tutto con un Comune in dissesto e senza un dirigente vero di area economico-finanziaria. Un altro errore grave. Sarebbe stato meglio avere un sovraordinato con gli attributi all’ufficio tecnico, sostenuto da un buon capo settore, piuttosto che – come poi accaduto – un dirigente a tempo pieno (nemmeno di grandissimo livello) in luogo di un dirigente di area economica.  Il risultato? L’area economica, per effetto delle “ingerenze” di alcuni dipendenti, non va dove e come dovrebbe andare.

Non deve dimettersi, dunque, perché glielo chiede il nostro giornale. A noi nulla deve dimostrare: lo faccia per il bene di Marano, se ha realmente a cuore le sue sorti, prima che sia troppo tardi.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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